Convegno all’interno della rassegna Radicele per presentare le varietà Piwi da poco arrivate anche nel Bellunese ma molto diffuse in Trentino
MEL. «Quando si stappa un vino si stappa un territorio»: così il viticoltore trentino Nicola Del Monte ha descritto la propria produzione “super-biologica” nel corso della conferenza “Viticoltura in Valbelluna, nuove opportunità nel rispetto dell’ambiente”, ieri sera nel municipio zumellese. All’indomani dall’incontro indetto dal Comitato Sinistra Piave Liberi dai Veleni sul tema caldo dell’uso dei pesticidi in agricoltura, a Mel si parla di coltivare e vinificare in un’ottica completamente diversa.
Se da un lato preoccupa la capillare diffusione dei vigneti in Valbelluna (19 ettari solo nel comune di Trichiana), che porterebbe con sé la necessità di trattamenti ad alto impatto ambientale, dall’altro si alza la voce di chi il vino lo vuole fare “pulito”. E quale migliore occasione se non la manifestazione “Radicele… i Sapori della Primavera”, dedicata proprio alla natura e ad i suoi amanti, che ieri ha proposto al pubblico un incontro con i rappresentanti della “Piwi international”, l’associazione che promuove in tutta Europa la coltivazione di viti resistenti alle malattie fungine e che non necessitano, dunque, di trattamenti fitosanitari inquinanti.
Esperti relatori si sono passati la parola, infondendo fiducia verso le pratiche “sane” nell’ambito della coltivazione della vite e della produzione di vino. Ad aprire gli interventi Hanno Mayr di “Piwi international”, che ha illustrato l’alternativa ecologica legata alle varietà resistenti; a seguire il vivaista Marco Vacchetti con un excursus sull’ “Origine e descrizione della varietà resistenti ammesse in Veneto”; è stato poi il turno del presidente di “Piwi Trentino” e produttore Nicola Del Monte, che ha parlato della propria esperienza personale per poi passare la parola ad Emanuele Serafin, della scuola enologica di Conegliano. «Le varietà Piwi sono quelle definite resistenti, quindi non comportano trattamenti se non eventuali e rari passaggi a verderame o a zolfo; sono ibridi realizzati dalla fine dell’800 incrociando diverse specie europee, americane o asiatiche, da poco arrivate in provincia di Belluno ma già molto diffuse in Trentino Alto Adige» ha spiegato Giampaolo Ciet, presidente della “Piwi Veneto” e moderatore della serata. «Il punto di forza di questo tipo di coltura è il bassissimo impatto ambientale e questo è molto importante per preservare il nostro territorio».
«Siamo molto sensibili a questa tematica, lo dimostra il fatto che l’associazione Piwi Belluno è nata proprio a Mel» ha conluso il sindaco Stefano Cesa, nell’augurare il successo ai coltivatori che hanno intrapreso questa strada in Valbelluna. Per testare la qualità dei vini Piwi, è seguita una degustazione abbinata a piatti ad hoc nell’Antica Locanda al Cappello. I vini sono stati prodotti dalle aziende agricole “Filanda De Boron”, “Pojer e Sandri” e “Lieselehof” e si possono assaggiare anche presso lo stand Pro Loco, punto strategico della manifestazione “Radicele”, che prosegue per tutta la giornata con la mostra-mercato dedicata a tutti gli appassionati del verde e numerose attività ed eventi folkloristici.
( Fonte Corriere Alpi )