Ancora una volta mi trovo a dover pubblicare queste notizie, che non vorremmo mai leggere !
Ci farebbe invece piacere leggere i nomi di questi truffatori, cosi’ da evidenziarli e fare terra bruciata intorno a loro.
Questi atti, con i quali i truffatori si arricchiscono facilmente ed indebitamente, arrecano grave danno di immagine su tutto il comparto, per questo chiediamo pubblicamente vengano divulgati i loro nomi !
Roberto Gatti
P.S. ) Dopo breve ricerca su google è emerso il nome dell’azienda , già messa sotto inchiesta a novembre 2015, ed oggi recidiva !
Non lo pubblicherò fino a quando non sarà ufficiale, sembrerebbe una azienda veneta che opera a Calamandrana, con residenza ad Annone Veneto !
” Scoperta anche evasione Iva per 400 mila euro
Vino prodotto nelle terre patrimonio vitivinicolo Unesco, ma ottenuto con prodotti di dubbia derivazione. Moscato d’Asti docg, che conteneva diversi mosti, ma non quello del vero Moscato d’Asti. È la frode alimentare scoperta dalla Guardia di finanza di Nizza Monferrato in un’azienda di Calamandrana (At), nel distretto industriale del vino Canelli-Santo Stefano Belbo, tra le province di Asti e Cuneo.
Per produrre i 70mila litri del vino sequestrato dalle Fiamme gialle, la ditta astigiana, ma di proprietà veneta, avrebbe usato diversi tipi di ingredienti: mosto moldavo, moscato parzialmente fermentato, anche da vino rosso aromatico, altri prodotti di derivazione moscato, tra i quali moscato concentrato rettificato, vino dop Venezia Pinot grigio e addirittura Montepulciano. E’ quanto emerge dai verbali delle analisi condotte dal Dipartimento dell’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari Nord Ovest dell’ufficio di Asti.
I responsabili della ditta sono stati deferiti all’autorità giudiziaria per “frode nell’esercizio del commercio” e “contraffazione di indicazioni geografiche e denominazioni di origine di prodotti agroalimentari”.
Oltre al falso Moscato d’Asti, le fiamme gialle hanno anche scoperto ricavi sottratti a tassazione per oltre 1,5 milioni di euro e 400 mila euro d’Iva evasa. Già a novembre 2015, alla stessa ditta di Calamandrana erano stati sequestrati 150mila litri di moscato e pinot “non genuino”. L’ultimo sequestro deriva da un ulteriore indagine fiscale, scaturita proprio dalla precedente verifica in cantina.
( Vigneti di moscato a Calamandrana )
“Le attività di controllo – spiega il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Asti, colonnello Michele Vendola – proseguono, non solo per garantire sicurezza e qualità dei prodotti, ma per verificare anche l’impiego regolare della manodopera”. I controlli della Finanza si sono estesi, in contemporanea, anche a un’altra azienda della zona, ma non sono emerse irregolarità.
“La filiera vitivinicola sconta sempre più raggiri che provocano una perdita di valore alle grandi Doc e Docg del nostro territorio – è l’allarme della presidente di Coldiretti Piemonte, Delia Revelli – Continuiamo a batterci affinché tali pratiche illegali non avvengano”.(
“Bene l’operazione della guardia di finanza in Piemonte che ha sequestrato nell’Astigiano e nel Cuneese ben settantamila litri di vino dop, doc e docg, ma in realtà ottenuti con mosti provenienti in prevalenza dalla Moldavia”
dice Susanna Cenni, capogruppo Pd alla Camera nella commissione indagine sul fenomeno della contraffazione.
“Il nostro Paese ha compiuto passi da gigante costruendo una reputazione straordinaria sulla qualità dei propri vini, apprezzatissima in Italia e nel mondo – aggiunge -. Chiunque compromette con violazione di norme etichettatura e contraffazione, tale reputazione e lo sforzo di migliaia di produttori, deve essere perseguito con grande severità”. “
( Fonte Repubblica )