L’Osservatorio del Vino di Uiv ha incrociato i dati di Ismea, Wine Monitor e Sda Bocconi: ne emerge uno scenario non proprio roseo per il mercato interno. Il dato positivo è che spesso è la paura del control test al volante a frenare i consumi: basterebbe adottare comportamenti simili ai paesi del nord
( Domenico Zonin Presidente Uiv )
Vino, il record dell’export non è supportato dai consumi interni. L’ultimo warning è stato appena lanciato dall’Uiv, Unione italiana vini, che ha promosso a metà dicembre l’Osservatorio del Vino, che ha incrociato i dati di Ismea, Wine Monitor (Nomisma) e di Sda Bocconi, I risultati delineano uno scenario non proprio roseo: il 69% degli intervistati che consumano vino a casa dichiara che manterrà invariato il proprio stile di consumo di vino con l’anno nuovo; il 54% dei consumatori che preferibilmente consuma vino fuori casa indica che nel 2016 il livello dei propri acquisti di vino rimarrà simile a quello del 2015. Tutto invariato? No, l’Osservatorio tira le somme e “il saldo tra chi prevede diminuzioni e incrementi non è positivo. L’attenzione alla guida dopo il consumo e la relativa paura dell’alcol test, sono tra i motivi principali di questo trend al ribasso. Altri prevedono di bere meno vino dando preferenza ad altre bevande alcoliche”.
( Fonte i numeridelvino )
Per quanto riguarda i consumi di vino in generale, il 73% degli intervistati su un campione di oltre 1200 persone, consuma vino in casa, prevalentemente durante i pasti (72%), apprezzando più il vino rosso (80%), rispetto al bianco o agli ‘sparkling’ che invece sono preferiti per chi consuma fuori casa: la penetrazione di tale categoria raggiunge il 62% a fronte di un 44% tra chi consuma soprattutto a casa. Durante l’aperitivo chi consuma vino fuori casa, preferisce spritz (39%), vino sparkling (18%) o bianco (17%).
In questo scenario si afferma il successo del Prosecco, facile da bere e accessibile a tutte le tasche: “il consumo di Prosecco si è destagionalizzato, diventando vino ‘da tutto pasto per tutto l’anno” sottolinea Paolo Castelletti, segretario Generale dell’Unione Italiana Vini, Le mode cambiano, e nel 2000 il 60% degli spumanti si consumava a Natale quando oggi, invece, il consumo è sceso al 35% durante le festività.
( Fonte la Repubblica )
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