I consumi di vino in Italia sono in continuo calo, e per la prima volta negli ultimi 30 anni sono scesi sotto la soglia dei 40 litri pro capite nel corso del 2009, ma a trainare il settore ci sono le esportazioni che nel primo semestre del 2011 hanno fatto segnare un 13% in valore e un 8% in volume. E’ la fotografia scattata oggi a Siena da un’indagine Ismea, condotta su 1300 imprese, presentata nel corso della seconda edizione del Forum Mps sul vino.
A spuntare la migliore performance sui mercati esteri sono i vini sfusi che trainano l’export con un incremento del 34% a fronte del 5% dei confezionati e il 2011 potrebbe essere ricordato come un anno record per le vendite all’estero. Questo spinge il clima di fiducia delle aziende italiane per il futuro, molte aziende si attendono un aumento degli ordinativi per il prossimo anno, e il settore del vino, spiega Ismea, e’ quello con la miglior performance di tutto l’agroalimentare. Tra i mercati di sbocco, Germania, Regno Unito e Stati Uniti assorbono complessivamente oltre il 40% del totale del vino prodotto nel mondo. A questi si aggiunge la Russia con una domanda di 5 milioni di ettolitri. Le aziende italiane, oltre a tenere posizioni acquisite in mercati ‘maturi’, come Germania e Stati Uniti (che da soli assorbono mediamente il 47% in volume ed il 43% in valore delle esportazioni di vino italiane), hanno anche guadagnato spazi in mercati ‘emergenti’ come Russia e Cina. In Russia l’Italia ha la leadership mondiale per quanto riguarda le esportazioni in valore. In Cina, sebbene le importazioni di vino italiano siano in continua crescita, il Bel Paese stenta a trovare una giusta collocazione sul mercato: sono italiani solo il 6% dei vini importati rispetto al 46% proveniente dalla Francia. Nel 2011, prosegue la ricerca, la produzione di vini e mosti in Italia e’ diminuita attestandosi a 42 milioni di ettolitri, il valore piu’ basso degli ultimi 10 anni, contro i 47 milioni dello scorso anno e il patrimonio viticolo nazionale e’ in continua diminuzione attestandosi a 650 mila ettari. Il calo della produzione italiana, spiega ancora Ismea, ed un’ottima domanda mondiale hanno avuto effetti evidenti sui prezzi che hanno mostrato aumenti piuttosto consistenti, in particolare con l’inizio della nuova campagna, confermando un trend ormai in atto da fine 2010, sebbene con modalità differenti a seconda del colore e del livello qualitativo che si analizza. In deciso rialzo anche il mercato delle uve.
( Fonte Ansa )
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