Luso di materiali alternativi al vetro non sar ammesso per le produzioni superiori e di gran cru
Contenitori “bag in box” invece della bottiglia. Il ministro Zaia: “E il mercato che vuole cos”
Su una cosa sono tutti daccordo: non fa male. Il decreto del ministero delle Politiche agricole che d la possibilit di confezionare i vini Doc nel tetrapak o nel bag in box (confezioni in sacche dalluminio o plastica) invece che nelle bottiglie di vetro stato accolto pi come una scelta imposta da una parte dei consumatori europei che come unattentato alla tradizione. E sulleventualit che il contenitore possa essere dannoso alla salute di chi beve cedendo al vino le sue componenti nessuno avanza timori.
La linea di demarcazione stata fissata sotto la quota dei vini Doc designabili con lindicazione della sottozona o di riserva, superiore, vigna e altre menzioni tradizionali. Abbiamo preso atto delle richieste del mercato – commenta il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia – in particolare della domanda dei Paesi del nord Europa, dove il bag in box pu essere un utile strumento di penetrazione per il vino italiano. Contemporaneamente, per, abbiamo voluto salvaguardare limmagine delle nostre migliori produzioni, fissando condizioni particolarmente restrittive per lutilizzo di questi tipi di contenitori. Inoltre la facolt di richiedere lutilizzo del bag in box spetta al Consorzio di tutela.
Insomma, una decisione pragmatica, presa anche considerando che i francesi, nostri storici concorrenti, il tetrapak lo usano da tempo. Una scelta che vede il Piemonte tra i promotori, come sottolinea lassessore regionale allagricoltura, Mino Taricco: Il decreto dar alle denominazioni ad ampia ricaduta territoriale lopportunit di sperimentare nuove tipologie di commercializzazione e approcciare nuovi interessanti sbocchi di mercato.
Qualche riserva sullopportunit di aprire al bag in box lo avanza il direttore di Assoenologi, Giuseppe Martelli: I dati dellexport dei primi quattro mesi 2008 indicano crescite attorno al 10%, quindi forse non era cos urgente girare pagina. Detto questo chiaro che in un mercato dove il vino non ha tradizioni, come nel Nord Europa, il contenitore assolutamente ininfluente: la cosa importante il rapporto qualit-prezzo. Noi per abbiamo fiori allocchiello da difendere che potrebbero accusare un effetto-tetrapak indiretto sulla loro immagine. Quindi non detto che si debba seguire a tutti i costi le indicazioni di un mercato, anche perch, una volta aperta una porta di l ci pu passare di tutto.
Decisamente deluso Gigi Piumatti, curatore della Guida ai vini dItalia di Slow Food e del Gambero rosso: Ormai si va verso il fondo. LItalia ha delle Doc che hanno diritto a tutto ci che meritano: buoni tappi, eleganti etichette, e belle bottiglie. E il vetro, per tradizione e purezza, il miglior contenitore per il vino.
Alla Caviro (1,7 milioni di ettolitri allanno) aderente a Fedagri, madre del Tavernello c aria di vittoria, loro lalternativa tetrapak la praticano dal 1983: Elo sdoganamento di un pensiero, la conferma che le nostre scelte sono state preveggenti, dice il presidente, Secondo Ricci. Eunapertura verso il mercato, ma solo per chi vorr chiederla, chiarisce il presidente di Fedagri, Paolo Bruni.
Riccardo Ricci Curbastro, produttore di vino in Franciacorta e presidente della FederDoc, che riunisce i consorzi di tutela italiani taglia corto: Opporci? No,bisogna prendere atto che il mercato cambia. Quando si abbandonato il fiasco per la bottiglia sembrava morire un simbolo dellitalianit, invece non successo niente. Certo lattenzione dobbligo, bisogna evitare fughe in avanti, ma senza fare tragedie.
( Fonte La Stampa )
Considerazioni di Winetaste
Ogni volta che in Italia, entra in vigore una nuova normativa, che riguardi vino o amministrazione pubblica non fa differenza, sembra dobbligo regnare la confusione piu assoluta. In linea di principio non sono sfavorevole alluso del tetrapak, ma assolutamente sfavorevole usarlo per i vini Doc.
Mi sta benissimo che i mercati esteri, in maniera particolare quello anglosassone e norvegese, richiedano il tetrapak, ma mettiamoci dentro per favore solo vini da tavola e quelli che stanno piu in basso nella piramide della qualit.
Non solo una questione di immagine, ma vorrei provare e sperimentare la durata di questi vini nel tetrapak, non credo si possano avere gli stessi risultati ottenibili nel vetro. E opportuno dire, ad onore del vero, che qualche pregiudizio da parte mia esiste per questo tipo di confezione, perch associato a vini di scarsa qualit, ed allora credo che i vini Doc e superiori debbano essere contenuti solo in bottiglie di vetro.
Molto pratici questi bag in box che ho visto essere stati adottati da grosse aziende siciliane, gi da anni per lexport, e devo attestarne la grande praticit perch le confezioni sono da 3 e da 5 lt,, con un rubinetto alla base, che non consente lingresso dellaria, una volta che la confezione stata iniziata. Molto pratici per un consumo fuori casa durante gite e/o picnic, niente da obiettare, ma ripeto questi contenitori sono ottimi per i vini di media qualit.
Per essere obiettivi ed onesti fino in fondo, possiamo e dobbiamo anche dire che, nessuno ci obbliga in futuro a comprare vini Doc contenuti in queste confezioni, ma lasciamo pure la libert ai consumatori del Nord Europa di approvvigionarsi di vini cosi confezionati.
Personalmente non ho mai bevuto vini contenuti in bag in box , cosi come non ero mai stato in un Mac-Donald, fino a ieri quando mio figlio mi ha chiesto di accompagnarlo, ed allora non bisogna mai dire mai.., ma finch avr lucidit sufficiente personalmente preferir sempre la mia classica ed adorata bottiglia da 0,750, rigorosamente con tappo di sughero, io sono abituato cosi da circa 30 anni, e le abitudini si sa sono dure a morire.
Alla nostra salute cari amici lettori.
Roberto Gatti
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Il testo integrale del Decreto al link: