Home News Vino, così la cooperativa marchigiana Moncaro studia la ripartenza e il rilancio

Vino, così la cooperativa marchigiana Moncaro studia la ripartenza e il rilancio

Dopo due istanze di fallimento, il Tribunale di Ancona ha nominato custode giudiziario della cooperativa Marcello Pollio (che in passato si è occupato dei salvataggi di Sampdoria e Moby-Tirrenia). Il piano per ripianare i debiti

 

grappoli di verdicchio

«È una corsa contro il tempo, ma sono convinto che ce la possiamo fare, se tutti collaboreranno senza fare ostruzionismo. Stiamo lavorando per dimostrare che Moncaro è viva. Così viva che stiamo ordinando bottiglie ed etichette e nei prossimi giorni cominceremo a imbottigliare il vino per rifornire clienti italiani ed esteri che continuano a richiedere prodotto».

Marcello Pollio, il custode giudiziario incaricato dal Tribunale di Ancona per fare fronte alla crisi in cui è precipitata la più grande cooperativa vitivinicola delle Marche, è uomo positivo, dal bicchiere mezzo pieno. «Il mio incarico è di garantire continuità aziendale a una realtà essenziale per l’economia dell’intero territorio regionale e anche per gli equilibri di un sistema agricolo che va tutelato e difeso dalla speculazione». Presidente della commissione Crisi e risanamento d’impresa del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti (è stato, tra l’altro, perito per la Procura di Genova per gli aspetti contabili nel processo Ponte Morandi, e si è occupato di vari salvataggi tra i quali UC Sampdoria, Moby, Compagnia italiana di navigazione-Tirrenia), Pollio è entrato in campo a fine luglio a fronte di due istanze di fallimento (in gergo tecnico liquidazione giudiziaria) pendenti sulla testa della cooperativa, in discussione il prossimo giovedì 5 settembre. In particolare, il maggiore creditore, che rivendica più di un milione di euro, ha anche richiesto le cosiddette misure protettive, per bloccare eventuali azioni esecutive o vantaggi per alcuni, in modo da evitare dispersioni di patrimonio.

L’iter giudiziario

Ed è proprio a fronte di questa domanda di protezione, accolta dal tribunale con un decreto innovativo, che Pollio ha preso in mano la situazione. Il professionista opera al di sopra del consiglio di amministrazione che continua ad avere la legale rappresentanza, ma ogni sua attività è oggi sotto il controllo e l’autorizzazione del custode. Insomma spetta a Pollio l’ultima parola e soprattutto il compito di rimettere in carreggiata la grande malata. Circa 600 soci proprietari di vigne nelle aree viticole più importanti della regione, per un’estensione complessiva di 1300 ettari; tra i maggiori produttori di vino Verdicchio, Rosso Conero e Rosso Piceno, Moncaro è oggi piegata da debiti totali che al 31 luglio scorso superano i 49 milioni di euro a fronte di un patrimonio di 22,3 milioni e di un fatturato di 13,6 milioni, contro i 32,6 registrati alla stessa data dello scorso anno. Da qui la corsa agostana del custode giudiziario per conseguire il primo decisivo step: la domanda di concordato preventivo con riserva, decisa dal consiglio di amministrazione lo scorso 19 agosto. La pratica sarà presentata in queste ore e comunque prima del fatidico 5 settembre. Se accettata dal tribunale, scatteranno i 60 giorni entro i quali dovrà essere presentato il piano per ripagare i debiti e rilanciare la coop.

Il programma

Nel frattempo, l’arrivo di Pollio ha riacceso i motori. In tutti i sensi: dal momento che è stata riattivata la luce elettrica nei vari stabilimenti. Oggi tutto è concentrato nella sede storica di Montecarotto (Ancona) nel cuore del Verdicchio dei Castelli di Jesi. «Abbiamo incontrato banche, soci, fornitori, clienti, associazioni di categorie; i canali della grande distribuzione sono sempre attivi, stiamo riassumendo il personale che si era licenziato e siamo pronti per la vendemmia, grazie anche alla disponibilità assicurata da Giuliano d’Ignazi, lo storico enologo della coop tornato di nuovo al suo posto e all’accordo che stiamo per concludere con la Cooperativa Moderna di Castelplanio, proprietaria dei mezzi agricoli necessari alla raccolta», racconta Pollio, annunciando anche il pagamento delle uve che saranno conferite dai soci, secondo lo schema sempre usato: 30% alla consegna, 30% a dicembre e il saldo a giugno del prossimo anno. Il professionista è anche convinto dell’importanza di trovare un partner commerciale per mettere il turbo alle vendite. «Ma questo e altro sarà oggetto del piano di rilancio», sottolinea Pollio. «Quel che conta è che Moncaro torni a fare il suo mestiere: quello di raccogliere le uve dei soci conferitori, di produrre vino buono e di essere punto di riferimento per tutta la filiera. Il peggio cerchiamo di superarlo, nonostante atteggiamenti di alcuni consiglieri che potrebbero complicare la strada del concordato». Si vedrà. Al momento comunque è stoppata la speculazione che si era già fatta sotto con i viticoltori per ritirare le uve a prezzi stracciati.

( Fonte Corriere.it )