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Vino: 2 progetti del Sannio Consorzio Tutela

L’assemblea dei soci del Sannio Consorzio Tutela Vini ha approvato nella seduta del 28 aprile scorso, l’avvio di due importanti progetti allo scopo di creare delle occasioni di sviluppo sostenibile e competitivo per il territorio.

 

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L’appuntamento annuale è stato anche motivo di analisi della stato attuale del Vigneto Sannio; l’anno 2016 si è concluso con buoni segnali: in crescita il valore delle produzioni certificate a denominazione di origine e a indicazione geografica, che ormai rappresentano il 40% dell’intera produzione di filiera. Lo scorso anno la produzione certificata totale a DOP e IGP è stata di 260mila ettolitri di vino, con 4mila ettari di superficie dichiarata, 3,5mila utilizzatori, e circa 25 milioni di bottiglie certificate. La Falanghina del Sannio DOP ha registrato un + 20% (6 milioni di bottiglie in totale). Bene anche le altre denominazioni di origine, con l’exploit della DOCG Aglianico del Taburno + 60% rispetto al 2015 (con un totale di 250mila bottiglie certificate), mentre la Sannio DOP rimane stabile con un + 2% (6 milioni di bottiglie in totale). La indicazione geografica Benevento continua a mantenere i suoi volumi con 12,5 milioni di bottiglie.

Numeri significativi che caratterizzano il comparto come uno dei più dinamici e importanti della provincia, con un fatturato stimato all’origine di circa 70 milioni di euro.

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L’assemblea del Sannio consorzio ha approvato la proposta di modifica del disciplinare di produzione della indicazione geografica protetta con la decisione di utilizzo della sola denominazione “Benevento”, proposta che a breve sarà presentata al Mipaaf per l’approvazione definitiva. Tra le novità ci sono l’introduzione della categoria spumante nelle tipologie bianco, rosso e rosato, unico esempio per una IGP in Campania, l’utilizzo delle tipologie monovitigno che ora ricomprendono tutti i vitigni idonei della provincia, la riduzione delle rese, la possibilità di produrre mosti parzialmente fermentati, vini liquorosi e vini con rifermentazione naturale in bottiglia per frizzanti e spumanti, l’utilizzo di tutte le chiusure previste dalla normativa. Si tratta di una scelta strategica volta ad un riposizionamento della IGP in base alle esperienze-occasioni di consumo, per consentire una maggiore capacità di risposta alle richieste dei nuovi consumatori (millenians), e con l’idea di proporre i vini come un’esperienza ad elevato contenuto simbolico, connesso all’autenticità di un territorio, a uno stile di vita, al piacere e al gusto.

 

Infine l’assemblea ha dato avvio ad un importante progetto di distretto, denominato BioSannio, un’alleanza tra vitivinicoltori, università e centri di ricerca, associazioni e pubbliche amministrazioni, operatori economici, per la gestione sostenibile delle risorse del territorio culturale locale, con l’obiettivo di valorizzare e promuovere il Sannio, nel quale sperimentare politiche diffuse e condivise orientate ad aumentare la sostenibilità, la competitività e la reputazione del territorio con un’attenzione specifica alla coesione e responsabilità sociale, alla diffusione di nuove conoscenze, alla qualità del paesaggio e al benessere dei cittadini.

 

“Il ruolo fondamentale del Consorzio di tutela vini Sannio, conferitogli per legge dello Stato, – spiega il presidente Libero Rillo – è quello di incrementare e di promuovere la valorizzazione e la tutela di un patrimonio culturale come quello vitivinicolo sannita che rappresenta un bene comune, un elemento caratterizzante a livello sociale, economico e ambientale. Tutti i risultati che stiamo conseguendo sono il frutto di una visione condivisa, di efficaci strategie e dell’impegno costante di tutti gli attori della filiera, e in particolare dei soci e dei consiglieri, a cui va il mio ringraziamento per il loro contributo. Crediamo che solo grazie alla cooperazione della filiera per la definizione di un percorso comune di sviluppo sostenibile per la nostra terra, è possibile incrementare il valore delle produzioni attraverso l’aumento della reputazione e dell’immagine percepita della qualità dei vini sanniti”.