“Il gusto dei consumatori americani sta cambiando – ha commentato Dias Blue – e c’è sempre più interesse a scoprire le diverse varietà di vino.
Non ci sono più solo Chardonnay e Cabernet, gli americani apprezzano e amano il cibo italiano, ma il Brunello che ho assaggiato non è adatto solo alla cucina italiana ma a ogni tipologia di cibo”. Per Dwight Casimere, `thewinedoctor`, responsabile delle pagine food & wine del Times Weekly, “il 2010 è un vino ‘food-friendly’ che esprime il gusto della regione da cui proviene”. Per il mercato americano, è convinto che “sia importante promuovere il vino insieme al cibo, ponendo quindi attenzione anche alla gastronomia, come si fa in Italia”. Nunzio Castaldo, vicepresidente di Winebow Group, che importa e distribuisce negli Stati Uniti il Brunello e altri vini da tutto il mondo, ha spiegato che l’annata 2010 “ha grande equilibrio, una perfetta acidità che significa grandi aspettative nel tempo: è un ‘must-have’ che ti connette al territorio e la tradizione montalcinesi“. Joe Campanale, direttore esecutivo per il settore beverage del prestigioso gruppo di ristoranti Epicurean (dell’anima, Artusi, Anfora e L’Apicio), ha elogiato l’annata 2010 per il livello di acidità ma anche per la maturità del frutto e la morbidezza dei tannini: “Per questo credo che il Brunello 2010 avrà un’ampia finestra di fruibilità, ottimo giovane ma con un’acidità che lo renderà gradevole nel tempo“. Per Campanale, “i consumatori americani, buoni conoscitori e con un’elevata disponibilità economica, si stanno sempre più appassionando e iniziano ad approfondire la conoscenza del territorio di provenienza del vino che consumano: attraverso il Brunello si accede alla storia, alla tradizione, al territorio e questo valore supera quello di altri vini nel mondo“.
( Fonte localport.it )