Viterbo – La procura chiede il processo per Birindelli, Gianlorenzo & Co.
Viterbo – Si chiude con otto richieste di rinvio a giudizio la vicenda Vinitaly-macchina del fango.
( Angela Birindelli )
Il pm Massimiliano Siddi chiede il processo per l’ex assessore regionale all’Agricoltura Angela Birindelli, il giornalista Paolo Gianlorenzo e la collega Viviana Tartaglini.
( Viviana Tartaglini )
Ma la procura di Viterbo vuole alla sbarra anche l’imprenditore Giuseppe Fiaschetti, il direttore dell’assessorato Roberto Ottaviani, l’ex commissario Arsial Erder Mazzocchi e gli impiegati Luciano Rossini (Agenzia delle entrate) e Sara Bracoloni (Asl di Viterbo).
( Paolo Gianlorenzo )
E’ in questi nomi il nucleo compatto dell’indagine aperta a fine 2011 dagli inquirenti di via Falcone e Borsellino. Un lavoro di quasi un anno e mezzo per passare al microscopio le edizioni 2011 e 2012 del Vinitaly e i meccanismi della macchina del fango per schiacciare i nemici di Gianlorenzo e dell’ex assessore Birindelli.
( Giuseppe Fiaschetti )
Alla base, per gli investigatori, ci sarebbe un accordo tra i due: i soldi dell’assessorato all’Agricoltura, all’epoca retto dalla Birindelli, al giornale di Gianlorenzo in cambio del massacro a mezzo stampa del suo avversario Francesco Battistoni. Per il pm Siddi è tentata estorsione e corruzione. Ma le ipotesi di reato contestate a vario titolo agli indagati sono tante: minacce, appropriazione indebita, detenzione abusiva di arma, falso, ingiurie, sostituzione di persona, abuso d’ufficio, distruzione di atti, peculato.
Nei guai finisce anche la “rete” di informatori di Gianlorenzo. La dipendente della Asl Bracoloni risponde di rivelazione di segreti d’ufficio per aver dato informazioni riservate all’ex direttore di “Nuovo Viterbo Oggi” sulle figlie del giudice di Viterbo Salvatore Fanti. Quanto a Rossini, è indagato con il giornalista anche per tentata concussione, per aver rivelato a un notaio dei controlli fiscali da parte dell’agenzia delle entrate. Il tutto, secondo le carte, perché Gianlorenzo voleva uno sconto su un atto.
L’altro filone d’inchiesta riguarda la fiera del vino e i presunti tentativi di favorire ditte amiche, come quelle presumibilmente riconducibili a Fiaschetti. Le intercettazioni raccolte da polstrada e polizia giudiziaria disegnerebbero uno schema preciso: l’imprenditore chiede, l’assessora esegue. Gli investigatori scrivono che è da Fiaschetti che la Birindelli “aveva ricevuto la sollecitazione a esercitare pressioni sull’Ente autonomo per le fiere di Verona”. Per l’edizione 2011 l’azienda che gli inquirenti collegano a Fiaschetti si occupa della comunicazione dell’evento per 600mila euro. Nel 2012 il servizio doveva andare alla stessa ditta che, però, si tira indietro. Nelle carte si parla dei salti mortali di Birindelli & Co. per infiltrare altre due aziende suggerite all’ultimo minuto.
Erder Mazzocchi, invece, fa storia a sé. L’ex commissario straordinario Arsial, in concorso con la Birindelli, avrebbe costretto un dipendente dell’agenzia regionale a fare domanda di trasferimento. Solo perché inviso all’ex assessora.
( Erder Marzocchi )
Oltre a Birindelli e Fiaschetti, nell’affare Vinitaly viene trascinato l’allora direttore dell’assessorato Ottaviani. Chiesta, invece, l’archiviazione per l’ex sindaco di Viterbo Giulio Marini e il funzionario Arsial Giulio Somma, anche loro nelle intercettazioni di Vinitaly. Stralciate anche le posizioni dell’ex dirigente Arsial Rosaria Marino e dell’impiegata comunale Rosalba Rubuano. Posizioni, anche queste, che la procura ha deciso di non portare avanti.
Gli altri otto aspettano l’udienza preliminare.
( Fonte www.tusciaweb.eu )