Matteo Renzi, sponsor dell’agroalimentare italiano. Federalimentare propone a Expo un percorso di 9 prodotti. Vinitaly per l’Export. Enogastronomia appeal per l’incoming turistico in Italia.
Vinitaly chiuso alla grande, arriva Cibus 2014.
La rassegna del vino conferma il grande interesse di pubblico, gli appassionati, la marea di folla. L’evento rappresenta, in tutte le versioni e in tutti i format, un punto di riferimento. I numeri dicono qualcosa, ma la quantità non sempre va d’accordo con la qualità dei contatti e dei servizi. Oggi le imprese sono molto attente: si misura la capacità di gestione attraverso il rapporto costo beneficio, attraverso la delocalizzazione degli interventi, si punta a specializzare i contatti…o si dovrebbe.
Per questo il Vinitaly World deve essere diverso dal Vinitaly Verona, questa è la grande scommessa. Per la prima volta il presidente del consiglio Matteo Renzi è stato per ore in giro fra i padiglioni, Toscana ma anche Veneto, Brunello e Chianti ma anche Prosecco, Lambrusco, Asti.
A Vinitaly il premier Renzi ha lanciato l’obiettivo del +50% dell’export enologico al 2020 e ha annunciato il piano in 18 punti per la semplificazione in agricoltura e per il sostegno delle imprese agricole e dei giovani. Benissimo, finalmente un Premier italiano che segue esempi come Aznar, Sarkozy, Hollande, ma il vino italiano è e deve essere diverso da quello spagnolo e francese. La Spagna è il primo produttore al mondo di vino e dovrà risolvere un grande problema in assenza di sostegni europei ai surplus con forti interventi sui mercati globali che toccheranno tutti. La Francia è ancora il leader indiscusso del rapporto valore/volumi e soprattutto nell’export è maestra di contratti e di vendite almeno dal 1985-1990.
Il mercato Cinese e Russo docet! Noi italiani abbiamo alcuni assi nella manica, sfruttiamoli bene. Vinitaly World sta supplendo ad una carenza, sta sorpassando anche quello che ha fatto Sopexa. Ma un paese produttore da millenni come l’Italia, un paese che ha 5 milioni di enoturisti l’anno, che è ancora uno dei paesi al mondo più richiesti per viaggi, vacanze, fiere, incoming e che dopo EXPO2015 potrà riprendere una leadership turistica ….può guardare senza fare nulla al calo dei consumi interni?
Eataly come Vinitaly sono brand importanti, servono al mercato estero, ma possono essere strumenti di crescita e sviluppo anche del mercato interno. Uniti a Cibus non è possibile creare in Italia un Expo2015 continuo? Diamo al sistema commerciale interno chances utili per far crescere i consumi: siamo sicuri che sia la voglia di bio e di salute o di sicurezza stradale che blocca i consumi? Non sono forse altri i motivi più significativi, quelli più legato a luoghi, metodi, prezzi, ricarichi?
Perfetto e giusto: via Buonitalia, Enoteca Italiana in crisi, Ice in fase di ristrutturazione, addetti commerciali in ambasciate italiane all’estero cercasi…..Vinitaly è il marchio su cui puntare con i fondi OCM 2014-2020.
Bene il padiglione VinoItaliano a Expo. Bene anche il padiglione Federalimentare 4Expo di 2600 metri quadrati, su tre piani, 500 grandi marchi dell’alimentare italiano, con 200 eventi nei 6 mesi di esposizione. Nessuna attività commerciale e di vendita, solo immagine attraverso 9 percorsi di edutainment, 9 viaggi di esperienza realizzati con scenografie, interattività, proiezioni dedicati a settori “italiani” veri, finalmente: latte, formaggi, conserve vegetali, condimenti, sfarinati, pasta, carni, dolci, bevande spiritose, pesce.
Intanto i grandi comunicatori mondiali ci osservano e valutano la forza del Paese Italia in termini di crescita, valore aggiunto, interesse. Sempre al Vinitaly Barbara Philip, MW Canadese del British Columbia Liquor che ha un giro d’affari annuo di 1 mld/dollari, ha dichiarato di cercare i piccoli produttori, i territori produttivi, le produzioni diverse attraverso conoscenze dirette. Lo stesso per Yvonne Cheung, sommelier dell’Upper House di Hong Kong, che si dichiara “ esploratrice dei vini italiani sconosciuti e dei luoghi magici delle vigne italiane”.
Anche Elliot Faber, noto wine-master al Yardbin Ronin, dice che è un rito venire in Italia almeno una volta l’anno per “ toccare con mano” cantine e vini.
Emerge chiaro, nel Mondo, che venire in Italia vuol dire andare in cantina, incontrare le piazze note dei vini, conoscere i produttori, toccare il mondo enologico dei dettagli di vitigno e di case vinicole. In questo Eataly ha fatto fare un passo avanti notevole, non disperdiamo il grande lavoro. facciamo sistema e rete. Uniamo le forze. Tagliamo i rami secchi, definiamo i ruoli, diamo forza all’anima produttiva, creiamo una “ linea ITALY” per l’estero, ma rifacciamo crescere i consumi interni.
Un paese con 60 milioni di turisti stranieri non può non offrire vini in ogni boutique, in ogni outlet, in ogni piazza, in ogni ristorante, nelle locande come nei grandi alberghi. Certo un calice di vino non deve costa 15-20 euro altrimenti cade tutto. L’Emilia Romagna sta puntando su questo. Il progetto www.unpoxexpo2015.org vuole far toccare con mano direttamente e creare esperienza ai visitatori di Expo2015.
Un traguardo vicinissimo.
( Fonte Giampietro Comolli- Newsfood.com )
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