Sabato 26 novembre, all’Istituto Agrario Ciuffelli, convegno sull’antico vitigno e sul progetto di recupero e valorizzazione condotto da Università, scuola e produttori
“Grero di Todi: vitigno identitario”, è il tema del convegno in programma a Todi sabato 26 novembre all’Istituto Agrario Ciuffelli, grazie al quale si tornerà ad accendere un faro su di una risorsa della viticoltura territoriale da riscoprire e da valorizzare a livello enologico.
Al centro dell’attenzione c’è non il già noto ed affermato Grechetto bianco ma una varietà a bacca nera che, dai documenti d’archivio, risulta essere in progressiva diminuzione già alla fine del XIX secolo, per poi quasi scomparire del tutto nei decenni successivi dal panorama dei vigneti coltivati, salvo qualche pianta che ha miracolosamente resistito, abbandonata in prossimità di casali diruti o poderi marginali.
Minacciata da erosione genetica, questa varietà autoctona sopravvisuta in alberate sparse e in viti maritate, agli inizi degli anni 2000, è stata oggetto di un progetto di ricerca e recupero che ha portato nel 2011 alla sua iscrizione nel registro nazionale delle viti da vino grazie al professor Alberto Palliotti dell’Università di Perugia.
E proprio il professor Palliotti sarà uno dei relatori del convegno organizzato alla Cittadella Agraria, dove scuola e fattoria didattica sono state impegnate in questi ultimi anni nell’impianto di campi catalogo per la tutela della biodiversità ed in prove di microvinificazione sperimentale nella Cantina Montecristo per mettere a fuoco la valenza economica, scientifica, ambientale e culturale di tale varietà.
L’incontro, che affronterà anche aspetti storici, enologici, salutistici ed organolettici grazie agli interventi qualificati di Manuel Vaquero Pineiro, Robeto Luneia, Martin Paolucci e Sandro Camilli, sarà moderato dal direttore della rivista nazionale “Vigne e Vini”, Lorenzo Tosi, e si concluderà, dopo i contributi e le testimonianze delle aziende viti-vinicoli tuderti, con una degustazione del “Grero di Todi” impreziosita dalla collaborazione dell’AIS Umbria.
Da parte dell’Istituto Agrario, dunque, una nuova iniziativa che travalica l’ambito didattico e va a sostenere un’idea di sviluppo del territorio che punta su storia, tradizione, qualità e identità, integrando cultura e coltura ed avvicinando ancora una volta la scuola di agricoltura più antica d’Italia al mondo delle imprese e del lavoro.
( Fonte iltamtam )