Home News VINI: CALANO CONSUMI PERCHE’ SISTEMA MANCA DI STRATEGIE CONDIVISE

VINI: CALANO CONSUMI PERCHE’ SISTEMA MANCA DI STRATEGIE CONDIVISE

(AGI) – Roma, 28 feb.- L’Italia del vino produce troppo, comunica troppo poco sul mercato interno e non sa fare sistema ne’ dentro ne’ fuori dai confini nazionali. Impietoso il giudizio sull’enologia nazionale dato da Lucio Mastroberardino, presidente dell’Unione Italiana Vini, nella seconda serie di interviste a istituzioni di categoria, produttori, comunicatori, operatori della distribuzione e della ristorazione, pubblicitari- esperti di costume realizzate da Vinitaly (7-11 aprile 2011). Il dibattito sul calo dei consumi interni proposto dal piu’ importante Salone internazionale dedicato al vino coinvolge questa settimana, oltre al presidente dell’Uiv, il direttore commerciale di Cantine Riunite Nino Visco, il giornalista Marco Gatti, il presidente di Ais Antonello Maietta e il creativo Riccardo Facci della Facci&Pollini. A chiusura della discussione, durante i giorni di manifestazione verra’ presentata una specifica ricerca di mercato, commissionata per capire il fenomeno e le strategie possibili da adottare.
  Il confronto, pubblicato sul sito www.vinitaly.com e’ aperto ai commenti e verte su tre domande.Puo’ il Paese primo produttore vivere di solo export, con i rischi rappresentati dalle fluttuazioni monetarie e dalle agguerrite politiche di marketing e distribuzione dei competitori dei cosiddetti Nuovi Mondi?Il gap del mercato italiano e’ di natura economica, culturale o e’ un problema di comunicazione? Perche’ al contrario il trend dell’export e’ in crescita? Condivisa da tutti gli intervistati di questa settimana l’opinione sulle motivazioni che frenano il mercato interno.
  Per Antonello Maietta “manca in Italia una vera cultura del vino e la comunicazione talvolta appare distorta”. “Il vino fa parte del nostro Dna – dice Marco Gatti – ma invece di promuoverne la conoscenza e la cultura del bere consapevole, da tempo il vino e’ oggetto di un’ingiusta demonizzazione”.
  D’accordo Nino Visco, che pur non trovando del tutto negativo il principio per cui “si beve meno ma si beve meglio”, riconosce come un problema l’inasprimento della disciplina in materia di guida, che ha portato i consumi fuori casa a meno del 20% del totale.
  Per Riccardo Facci: “Le imprese italiane sono restie a fare sistema e non sono riuscite a comunicare il loro prestigio in modo moderno, strutturato e coordinato come invece fanno i cugini francesi”. Parole che confermano l’analisi di Mastroberardino, quando dice che “il problema della comunicazione riguarda la mancanza di politiche unitarie della filiera”.


(Fonte AGI )


Osservazioni di Winetaste


Come non essere d’accordo con quanto riportato sopra, diversi sono i punti da focalizzare :


1) il calo dei consumi dovuto ad una serie di fattori, quali la demonizzazione del vino in quanto tale, l’etilometro stradale, i prezzi spesso troppo elevati. Bisogner educare i consumatori ad un uso quotidiano del vino a pasto, uno o due bicchieri sarebbero piu’ che sufficenti, dal momento che la stragrande maggioranza dei consumatori beve solo nel fine settimana ;


2) i produttori stessi molto spesso non fanno sistema e squadra, ma ognuno per la propria strada. Troppo spesso, invidie e gelosie non portano a niente ;


3) il proliferare di manifestazioni locali e frammentate, spesso non porta al di la delle proprie colline il messaggio che si voleva lanciare ; cosi’ come le molte manifestazioni sparse per l’ Italia disperdono risorse ed energie, per portare utili soprattutto nelle tasche degli organizzatori e basta ;


quanto ordini hanno mai fatto i produttori dopo una loro partecipazione alle tante manifestazioni, dove la maggior parte dei visitatori sono semplici consumatori che approfittano del ridotto costo del biglietto d’ingresso, per bere decine e decine di vino ” a sbafo ” ed ubriacarsi il piu’ delle volte ?


4 ) ultimo, ma non da ultimo, la frammentariet, divisione e competizione tra  i vari addetti ailavori, che anzich fare squadra e spingere in una unica direzione, si scannano a vicenda solo per dimostrare che uno ” migliore ” dell’ altro, ognuno convinto di avere la soluzione in tasca ad ogni problema.


I risultati sono sotto gli occhi di tutti, ed ancora una volta dovremmo prendere esempio dai cugini d’oltralpe, di fronte ai quali noi siamo sempre in ritardo, anche nella promozione, marketing e comunicazione.


Perch loro sono presenti sul mercato cinese da oltre 15 anni e noi ci stiamo muovendo solo oggi ?


Molti spunti sui quali riflettere seriamente.


Roberto Gatti