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Viaggi, emozioni con i vini dolci

Oltre alle bollicine, c’è una riscoperta per i vini da fine pasto. Il ritorno del Vin Santo, l’oro di Breganze, le anime del «papà» dell’Amarone. Il Moscato sui Colli Euganei, Picolit e Ramandolo

 

 

Nei giorni di festa si stapperanno a tavola e nei ristoranti tantissime bottiglie per accompagnare ricchi menu. I calici si riempiranno di bollicine per i brindisi augurali a Natale e nella notte di San Silvestro. La dolcezza di questo periodo si esprime in cucina attraverso le creazioni dei «Pastry chef» e dei dolci natalizi della tradizione. Ma anche attraverso quei vini dolci che stanno riscoprendo un nuovo interesse. Il nostro itinerario fra le cantine che a Nordest producono vini dolci (e non spumantizzati) comincia in provincia di Vicenza, dove la terza domenica del mese di gennaio da 21 anni si assiste alla spremitura pubblica delle uve di Vespaiola dedicate alla produzione del Torcolato. Il vino passito, l’«oro di Breganze», è perfetto per la parte finale del pasto e si abbina a formaggi e dolci. Della Doc, il cui massimo esponente è il viticoltore Fausto Maculan, citiamo le cantine dei vini che hanno ottenuto riconoscimenti, premi e menzioni nel 2015: Ca’ Biasi, Vitacchio Cav. Guerrino e Firmino Miotti.

 

Nel cuore della Doc Gambellara, nel comune di Montebello, la cantina Dal Maso ha invece recuperato una tradizione che si era perduta tra gli anni Settanta e Ottanta, quella del Vin Santo. Dopo la vendemmia i migliori grappoli di Garganega vengono appesi al soffitto attraverso gli spaghi, i «picai», poi in primavera, nella Settimana santa, si procede alla pigiatura. Il vino riposa per undici anni in caratelli di legno, al cui interno agisce un lievito autoctono senza aggiunta di solforosa. Nel 2014 sono state prodotte 400 bottiglie da 0,375 litri, che oggi sono sul mercato al prezzo di 150 euro l’una. Dalla provincia di Vicenza ci spostiamo a quella di Verona, dove la cantina Valpolicella Negrar sta valorizzando il «padre nobile» dell’Amarone, il Recioto. Ottenuto con le stesse uve del più famoso rosso (Corvina, Corvinone, Rondinella su tutte), nella fase finale della produzione viene interrotto il processo di fermentazione degli zuccheri. E’ il vino genuino che non mancava mai nelle case dei veronesi, che veniva utilizzato anche come medicinale e dato alle donne che avevano appena partorito. Può essere giovane o «da Palio », rifermentato in bottiglia, classico, spumante, affinato in legno o amandorlato, con un minore contenuto zuccherino.

 

E’ un vino rosso che si sposa con i dolci, con il cioccolato e i sigari ma che presenta incredibili sensazioni abbinato a un piatto semplice come il pane e salame o con uno più sofisticato come il risotto all’anguilla fumé. Dalle colline della Valpolicella ci spostiamo a quelle padovane. Sui Colli Euganei il vino dei dolci è il Fior d’Arancio, ottenuto con le uve di Moscato. Il Moscato si divide in tante varietà, il giallo che si coltiva nei Colli Euganei è arrivato attraverso gli antichi Greci dai territori dell’attuale Siria.

Per questo vino segnaliamo la versione secca e ferma della cantina Quota 101, una bottiglia che è stata abbinata con buoni risultati a primi e secondi piatti aromatici e speziati ma che trova il suo matrimonio naturale con i dolci. Oppure il Nero Musqué di Franco Zanovello, che coltiva in Sicilia il Moscato nero di Parenzo nato nei Colli Euganei.

Nella versione spumante, il Maeli Fior d’Arancio Docg di Elisa Dilavanzo è il vino che ha vinto a Londra l’oro alla Champagne & Sparkling Wine World Championships 2015.

In Friuli Venezia Giulia, il dolce fa rima con Picolit, vitigno autoctono da cui si ricava un vino che nove anni fa ha ottenuto la Docg nel territorio dei Colli Orientali. Prodotto di grande storia e tradizione, era ben conosciuto ai palati dei veneziani e della corte imperiale in Austria. Tra i produttori, segnaliamo la cantina Zorzettig a Spessa di Cividale, al confine con la Slovenia. Un secondo vino passito del Friuli è il Ramandolo, prodotto nella frazione omonima del comune di Nimis (Udine) e ottenuto con le uve di verduzzo friulano.

 

 

 

 

( Fonte corrieredelveneto )

Roberto Gatti

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali: » Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente ); >>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino >>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest >>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge ed ai maggiori concorsi italiani.

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