Vino bianco di grande classe e personalità, il Vescovado firmato Santa Venere trae origine dai vitigno autoctono Guardavalle coltivato con i dettami dell’agricoltura biologica e situato nella Tenuta Voltagrande a Cirò (Crotone), a pochi passi dal mare.
Le uve, raccolte nella prima decade di settembre, vengono sottoposte ad una pigiatura soffice e a una fermentazione a temperatura controllata. Successivamente, il vino sosta sul suo deposito fine per 5 mesi per ottenere un perfetto sviluppo degli aromi secondari. A conclusione dell’affinamento, seguono 2 mesi in bottiglia.
Il risultato è un vino secco, fresco, estivo, sapido e aromatico, contraddistinto da un profumo inconfondibile di frutta esotica che ricorda la Calabria; al palato è un vino di grande struttura.
A tavola, il Vescovado bianco Santa Venere, si sposa bene a crostacei e frutti di mare: le pietanze ideali della bella stagione. Ottimo anche come aperitivo, si consiglia di servirlo stappando la bottiglia al momento, ad una temperatura non inferiore ai 12/14° C.
Anche il vescovado rientra nell’ambizioso progetto Autoctoni di Calabria, ideato e promosso da Santa Venere nel 2010, che ogni anno prevede il lancio di un nuovo prodotto ottenuto da vitigni autoctoni. Rinnovare costantemente l’impegno a tenere alto il nome della Calabria e delle sue eccellenze enologiche è infatti la mission dell’azienda.
Nei prossimi anni verrà sperimentata questa varietà di uva in versione spumante metodo classico per affiancare il già celebre SP1 rosè a base di uve gaglioppo.
( Fonte alimentarblog.info )
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