Il presidente Zonin, la scorsa settimana a Bordeaux, ha ribadito l’importanza di chiudere accordi strategici con il gigante asiatico per sbloccare il mercato e rafforzare l’export
Nell’ambito di Vinexpo a Bordeaux, la scorsa settimana, a margine dell’evento organizzato dal Comité européen des entreprises vins, Domenico Zonin, presidente dell’Unione italiana vini, ha rilanciato la questione dell’export in Cina, chiedendo accordi tempestivi per sbloccare il mercato e le spedizioni italiane di vino sul grande mercato asiatico.
“La Cina rappresenta una grande opportunità per il comparto vitivinicolo italiano – ha ricordato Zonin – Come settore stiamo già investendo ingenti risorse in attività di promozione e sensibilizzazione per mettere le basi utili a creare la cultura del vino italiano in loco. Il mercato cinese, solo per noi, vale oggi un volume d’affari di 75 milioni di euro, che potrebbero aumentare di gran lunga se riusciremo a superare gli handicap dovuti agli elevati dazi doganali e alla burocrazia imponente. Chiediamo ai ministeri dell’Agricoltura, dello Sviluppo economico e alla Commissione Europea di accelerare la firma di accordi bilaterali per sbloccare questa situazione”.
L’obiettivo è naturalmente quello di rafforzare la cooperazione commerciale con la Cina e accrescere il più possibile l’export, in un paese con enormi potenzialità dal punto di vista del consumo e dell’import di vino dai paesi produttori tradizionali, come l’Italia.
“Siamo in prima linea nella collaborazione con la Cina – ha poi spiegato Zonin – finora abbiamo ottenuti riscontri molto positivi. Insieme alle principali aziende vinicole europee, abbiamo ospitato lo scorso anno e torneremo ad accogliere nei prossimi mesi diversi tirocinanti provenienti delle più importanti imprese vinicole cinese per esperienze di stage”.
“Serve però un piano di azioni imminenti da parte delle Istituzioni italiane e comunitarie – ha aggiunto Zonin – è necessario consolidare ulteriormente il dialogo con la Cina con l’obiettivo di acquisire il necessario via libera su quel mercato. Utile sarebbe, come avverrà per l’Australia nel 2020 e come lo è già per il Cile, stringere accordi per ridurre i pesanti dazi che rallentano enormemente gli scambi. Un altro accordo molto importante che l’Europa sta negoziando con la Cina è riguardo la protezione delle indicazioni geografiche relative ai prodotti alimentari e ai vini comunitari. E’ stata espressa da entrambe le parti di chiudere l’intesa entro i prossimi mesi, in modo da garantire protezione ai nostri vini”.
Queste le 22 indicazioni geografiche italiane contenute nell’accordo: Chianti, Asti, Bardolino (superiore), Barolo, Brunello di Montalcino, Vino nobile di Montepulciano, Montepulciano d’Abruzzo, Soave, Toscano/a, Franciacorta, Dolcetto d’Alba, Brachetto d’Acqui, Barbaresco, Conegliano Valdobbiandene Prosecco, Marsala, Bolgheri Sassicaia, Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, Campania, Sicilia, Prosecco.
( Fonte http://agronotizie.imagelinenetwork.com/ )