A Walter Massa la Camera di Commercio di Alessandria ha assegnato il premio ‘Imprenditore dell’anno 2016’, che verrà consegnato lunedì a Palazzo Monferrato. La storia del vignaiolo di Monleale, ‘papà del Timorasso’
“È un grande piacere. Certo. Perché è un premio e quindi è importante come tutti gli altri. E perché è un po’ diverso in quanto coglie le sfaccettature di un territorio e di una dimensione di artigianato che appartiene a una provincia dai molti volti”. Walter Massa, classe 1955, nato a Monleale, è uno dei vignaioli più eclettici, sempre in cerca di un nuovo orizzonte, pronto a ogni genere di sfida perché a lui di essere ‘piatto’ proprio non interessa. Dalle parole, che subito sottolineano la poliedricità della provincia alessandrina, si capisce che è soddisfatto. E anche che è pronto a rilanciare qualcuna delle ‘provocazioni’ che hanno scosso a tal punto, innanzitutto l’area del Tortonese, da sostenere quel rilancio delle produzioni vitivinicole da molti sbandierato, ma da pochi realmente praticato. A Walter Massa la Camera di Commercio di Alessandria ha assegnato il premio “Imprenditore dell’anno 2016”. Il riconoscimento viene attribuito “a una personalità imprenditoriale le cui qualità si siano distinte per aver conseguito risultati particolarmente significativi, apportando un contributo allo sviluppo dell’intera economia provinciale”. Il premio sarà consegnato lunedì 5 dicembre, alle 18, nel salone di Palazzo Monferrato, in via San Lorenzo 21 ad Alessandria.
Walter Massa ha frequentato la scuola di enologia ad Alba e ha iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia dalla fine degli anni Settanta. Allora gli ettari di vigneto erano dodici, oggi sono ventisette, tutti nel Comune di Monleale. Con la riscoperta, per primo, del Timorasso, antico vitigno per lungo tempo dimenticato, ha progressivamente portato il Tortonese “nel salotto buono del vino internazionale”, come si legge su una nota dell’ente camerale alessandrino. “Walter Massa – dice Gian Paolo Coscia, presidente della Camera di Commercio – è il primo imprenditore agricolo a ricevere il premio istituito da oltre dieci anni. Credo sia un riconoscimento particolarmente meritato perché davvero Massa è stato ed è tuttora un riferimento per il mondo della vitivinicoltura provinciale, ma è anche un testimone riconosciuto di rilievo nazionale che lavora per far conoscere e apprezzare i prodotti, i paesaggi, l’economia di tutto il nostro territorio. In lui vogliamo premiare l’azione e la personalità di un vero ambasciatore. Premiare l’impegno e i risultati di un’azienda e i suoi quattordici collaboratori vuol dire riconoscere i meriti di crescita, frutto di un lungo percorso, intrapreso molto tempo prima di essere premiati. Sono queste le motivazioni che ancora una volta ci hanno guidato nell’individuare una delle aziende eccellenti della nostra provincia, che si distinguono per la propria storia e il proprio sguardo al futuro”.
Ventisette ettari di vigna coltivati a barbera, croatina, freisa, timorasso e moscato bianco con quattro cru, centoventimila bottiglie vendute, un numero che non vuole modificare “per poter rimanere artigiano” e “quattro le banche con cui ha debiti”. Sì, perché Walter Massa non risparmia mai niente e nessuno. “Per fare il vino come voglio io – ha dichiarato una volta a Oscar Farinetti, che lo ha inserito nel suo libro ‘Storie di coraggio’ tra dodici grandi italiani del vino – c’è bisogno di tre cose. Una materiale, che è l’uva, e due che non si possono comprare: il tempo e il buon senso. Per tenere insieme una cosa materiale con due immateriali bisogna trovare il “punto di equilibrio sopra la follia”. Mentre continua la missione a sostegno dei Colli Tortonesi che da duemila ettari di vigna vorrebbe vedere arrivare almeno a tremila, Walter Massa non perde un colpo su un altro fronte: la Federazione dei vignaioli indipendenti (Fivi) di cui è vicepresidente.
Dall’allontanamento dalle associazioni tradizionali di settore alla Fivi, tutto è riassunto in una parola: vignaiolo. Come ha ripetuto più volte, il viticoltore “coltiva la vigna, producendo uva il cui destino finale è irrilevante, l’importante è che lui abbia ottenuto il suo adeguato ritorno economico”. Invece il vignaiolo “coltiva la vigna, fa il vino e lo porta in bottiglia, ha un senso di responsabilità”. E dentro c’è tutto, dalla scelta dell’etichetta, all’acquisto dei tappi, dalla decisione di “fare il guyot classico o la pergola veronese”, fino all’acquisto dei pali. Questo è il vignaiolo per Walter Massa. Un po’ filosofo, profondamente legato al territorio, idealista e sognatore. Ma sempre con i piedi ben piantati tra i filari. Un vignaiolo che alla domanda sull’importanza di un enologo, una professione di cui riconosce qualità e competenza, risponde così: “Un grande vino è fatto dall’uomo, dall’uomo che cammina le vigne e dalla sua passione”.
( Fontehttp://www.alessandrianews.it/tortona/-grande-vino-fatto-dall-uomo-141133.html )