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Trucioli, barriques o niente?

( nella foto il Maestro Veronelli con Salvo Foti )


 


Un dialogo fra Fabrizio Carrera e Salvo Foti sulluso del legno nel vino


 


Trucioli, barriques o niente?


 


Siamo in vendemmia. ancora viva la questione dellaggiunta dei trucioli al vino che fermenta. I cosiddetti e famigerati chips. In Italia sembrano tutti contrari, ma sar vero? E poi che significa esattamente aggiungere i trucioli? Un esperto potrebbe capire se il vino affinato nelle barrique tradizionali e costose o trattato con i trucioli? Questa volta Salvo Foti dialoga sull’argomento con Fabrizio Carrera.


Salvo Foti:


Non voglio dare una risposta tecnica, ma fare un ragionamento pi complesso.


Oggi, sempre pi, si affrontano le cose in maniera altamente specialistica e veloce, scordandosi di valutare e risolvere le problematiche in modo organico. Si fanno solo specifiche domande, e si pretendendolo risposte minimaliste che, ovviamente, risultano insufficienti, come se fossero dei quiz televisivi: trucioli si o trucioli no? vitigni autoctoni o vitigni alloctoni?, barriques si o barriques no?, e cosi via. Cosi facendo spesso si trascurano due cose che dovrebbero essere fondamentali del settore enologico: il vino e l’uomo. Si ragiona, si fanno queste domande, scordandosi che il vino in senso assoluto non esiste. Esistono una miriade di vini, in luoghi, di uomini e civilt, e di tempi diversi, proprio perch esistono culture e territori diversi. E ancora, si tiene poco conto del fatto che esistono migliaia e migliaia di consumatori tipo, con una loro cultura vitivinicola ed una capacit economica diversissima. Informati o meno. Ignoranti o preparati. Mi sembra, che quello a cui molti produttori danno pi considerazione e importanza di fare un vino esclusivamente per il mercato. La logica spesso quella di “costruire” un vino di immagine, che piaccia, o si convince che debba piacere, al migliore prezzo possibile (per il venditore). Secondo questa logica, ben vengano, nel vino, i trucioli e qualsiasi cosa, ovviamente lecita da un punto di vista alimentare, al fine di fare un vino alla moda e sempre di moda. Ma questo che vogliamo dal vino? Da un prodotto che serve a soddisfare solo le nostre necessit edonistiche e culturali? Vogliamo il vino per l’uomo o l’uomo per il vino? Non vero che oggi, appunto perch si nota una repentina perdita di certi valori tradizionali vitivinicoli, in molti vogliono tornare, magari esagerando, all’empirismo vitivinicolo di una volta? Qualcuno potrebbe dire che, proprio perch i consumatori sono di tantissime tipologie, devono esserci sia i vini moderni, tecnologici, che quelli tradizionali. questo, a mio avviso, giusto.


A cosa servono in definitiva i trucioli nel vino, in verit non saprei rispondere. Posso solo dire che sia la barriques che i trucioli, nella loro diversa natura e uso dovrebbero essere uno degli strumenti di possibile utilizzazione per esaltare le qualit dei prodotti vitivinicoli e non la variabile determinante. Non scordiamoci che il vino prima di tutto si fa con l’uva.


 


Fabrizio Carrera:


E, quindi, secondo te fa bene l’Italia a schierarsi per non utilizzare i trucioli nel vino? Non sarebbe meglio autorizzare l’uso dei questi chips e costringere le aziende a dichiararlo in etichetta?


 


Salvo Foti:


Non serve pi schierarsi per il no…ormai tardi. Bisogna rispettare il sacrosanto diritto del consumatore di essere informato. Se un produttore, sia italiano che estero, decide di fare il suo vino in modo “moderno”, se mette i trucioli nel vino o qualche altra cosa di nuova concezione, bisogna imporgli di informare in modo chiaro il consumatore. E’ giusto che sia il consumatore a decidere cosa vuole bere. Attenzione, quello di cui stiamo parlando, influenza anche un aspetto economico nel modo di fare le cose e se non si fissano regole chiare e verificabili si incentiva una concorrenza sleale tra i produttori del mondo globale, cosa che gi esiste e non solo nel vino. Vorrei comunque ricordare che la miglior qualit di un vino l’onest di chi lo produce.


 


Fabrizio Carrera:


Restiamo in ambito di legno e affini. Sento dire che la barrique adesso non pi di moda. Che in Australia escono vini con tanto di dicitura in etichetta: no barrique. Che ne pensi?


 


Salvo Foti:


Spesso nelle vicende umane si passa da un opposto all’altro. patetico! La barriques serve a “costruire un vino”? A “marchiarlo”? A renderlo facile per tutti? Oppure solo uno strumento che il produttore decide o non di utilizzare secondo le sue capacit, l’annata, il vino, etc.., solo come un’eventuale opportunit per esaltare al meglio le caratteristiche organolettiche del suo prodotto? La cosa che pi conta di una cantina la vigna o la barricaia? Oggi un po’ meno, ma la maggior parte dei visitatori che ho incontrato finora esso nella mia esperienza lavorativa, sono stati sempre pi incuriositi dalla barricaia che dalla vigna. Spero che mai accadr che qualcuno un giorno scriver, fieramente, su un etichetta di vino: no uva!


 


Fabrizio Carrera:


Siamo a fine estate e viene ancora voglia di vino bianco. Uno dei limiti dei nostri bianchi quello dell’acidit. Ma qual la quantit di acidit ideale in un bianco. E come mai in Sicilia non facile produrre bianchi con una acidit sostenuta?


 


Salvo Foti:


Qual la quantit ideale di acidit totale per un bianco…non lo so! un fatto di armonia naturale che nasce dall’uva e dalla sua vinificazione al momento giusto. La risposta meriterebbe una spiegazione pi complessa e completa. In sintesi posso dire che si tratta da una interazione ideale tra vitigno autoctono, territorio e uomo, che in Sicilia si trova solo in pochi particolari ambienti vitivinicoli. I vitigni autoctoni siciliani quantitativamente pi importanti diffusi in Sicilia sono stati selezionati per fare vini ad alto contenuto zuccherino, pi che acido.


 


Fabrizio Carrera:


C un vitigno non siciliano che proveresti subito in Sicilia o sull’Etna? Se s quale e perch?


 


Salvo Foti:


Si, certo che c’, ma si tratta solo di prove e ricerche finalizzate ad ambienti in cui l’autoctono, a mio personale modo di vedere, non riesce a dare il massimo. Ovviamente, proprio perch una prova, non una decisione definitiva. La viticoltura ha bisogno di tempi lunghi e di molta umilt. Prima di parlarne aspetterei alcuni anni.


 


Fabrizio Carrera:


un buon bianco da proporci?


 


Salvo Foti:


Esistono degli ottimi bianchi di piacevolissima acidit, anche a bassa gradazione, bevibili, con un buon rapporto qualit/prezzo. Al consumatore che desidera cambiare propongo dei Muscadet francesi o dei Riesling tedeschi.., ricordandosi sempre che il miglior vino per noi quello che piace ai nostri sensi, non a sensi degli altri. Quindi dobbiamo solo accettare suggerimenti, non imposizioni.


 


( Fonte Cronachedigusto )