Mettete il caso che invio una email ad “ un amico “ invitandolo a venire a casa mia, specificando che l’invito è strettamente personale, poi gli scrivo anche :
“ L’invito, strettamente personale, prevede la possibilità di pernottare in un hotel del centro a una tariffa convenzionata. “
Questo è il riepilogo, in tono ironico, di un invito strettamente personale che ho ricevuto da un Consorzio di Tutela del vino, che riporto integralmente :
“ Caro Roberto,
il Consorzio Tutela Vini xxxxx ha il piacere di invitarTi alla prossima edizione di Anteprima xxxxx, la prima contraddistinta dal marchio DOCG, in programma il 25 e 26 gennaio prossimi presso palazzo xxxx per presentare il vinoxxxx millesimoxxxxx. In allegato il programma della manifestazione.
L’invito, strettamente personale, prevede la possibilità di pernottare in un hotel del centro a una tariffa convenzionata.
Confidando di averTi gradito ospite, attendiamo un Tuo cortese riscontro.
Grazie.
Il Direttore del Consorzio Tutela Vini xxxx
Nome e cognome “
Orbene ho scritto all’ufficio stampa chiedendo il costo dell’hotel convenzionato ( oltre i 100 euro/notte ) e se, nel caso avessi deciso di partecipare, mi fossero state rimborsate le spese di viaggio !
Risposta negativa, presumo per via della crisi, ma piu’ realisticamente perchè i dirigenti del consorzio ritengono che i giornalisti stranieri, in molti casi blogger letti da alcune centinaia di persone, abbiano maggior peso nelle future vendite del vino, rimborsando loro biglietti costosisimi dell’ordine di 800/900 euro per quelli provenienti dal Canada, Brasile, Stati Uniti, Cina, India ecc.
Libero il consorzio di adottare le politiche che ritiene piu’ opportune, ma almeno si astenga di invitare ( alcuni ) giornalisti italiani, con la pretesa, che trovo fuori ogni logica e buon senso, di addebitare a loro tutte le spese di alloggio e trasferte !
Molti giornalisti del vino, sono free lance, ovvero non hanno alle spalle case editrici o giornali che li rimborsano, per cui si troverebbero nella condizione di sostenere spese cospicue per partecipare all’evento, degustare decine e decine di vini, scriverne e impiegare giornate intere nella stesura degli articoli GRA-TU-I-TA-MEN-TE, per fare piacere a chi ? Al Consorzio o agli ignari produttori partecipanti, i quali molto spesso non sanno nemmeno come funzionano questi inviti, decisi dai dirigenti consortili ?
Grazie molte, preferisco impiegare il mio tempo in altro modo, ed in ogni caso non dovere pagare di tasca mia per lavorare gratuitamente, facendo da cassa di risonanza a personaggi che con il vino si riempiono solo abbondantemente le tasche di denari !
Roberto Gatti