Home Comunicati Stampa Si chiama John Brunton e racconta agli inglesi la strada del Cannonau

Si chiama John Brunton e racconta agli inglesi la strada del Cannonau

Giornalista e fotografo, ha scelto la Sardegna interna come quarta e ultima tappa di un viaggio tra i grandi vini italiani.

 

 

NUORO. «La Sardegna è una meta ancora poco nota ai turisti britannici, ma in ogni caso la sua immagine è legata a spiagge dalla sabbia bianca e dal mare turchese. Ho pensato fosse giusto offrire un’altra visione dell’isola, ed è stata una scoperta anche per me». John Brunton è un giornalista e fotografo londinese che da anni gira il mondo e racconta le sue esperienze di viaggiatore principalmente per i lettori di The Guardian, ma la sua lista di collaborazioni è ampia e prestigiosa: dall’International Herald Tribune al Financial Times sino all’edizione britannica di Elle. Ha scritto anche per la rivista dell’associazione Slow Food: da anni infatti divide la sua esistenza tra Venezia e Parigi. Come rappresentante del Regno Unito, fa parte della giuria internazionale del Vinitaly, il concorso enologico che si svolge ogni anno a Verona.

Da qualche giorno Brunton è in Sardegna per raccontare la Strada del Cannonau, un percorso ideale ma sempre più concreto che unisce, nel nome del vitigno più rappresentativo dell’isola, produttori di vino ma anche di oli di qualità, formaggi biologici, salumi certificati. E ristoranti, alberghi, persino musei, come il Man di Nuoro.

È il progetto delle vie dei vini promosso negli anni scorsi dalla Regione Sardegna che finalmente trova concretezza grazie all’associazione presieduta da Andrea Soddu, che si chiama appunto la Strada del vino Cannonau. Inevitabile dunque che a questa si sia rivolto Brunton quando ha scelto la Sardegna come quarta e ultima tappa italiana del suo viaggio nelle «wine routes», nome del progetto che ha ideato e porta avanti per l’edizione web del Guardian. Per il 2013, il giornalista britannico ha scelto di raccontare la Francia e l’Italia attraverso quattro grandi aree vinicole: Champagne, Beaujolais, Bordeaux e Corsica; Chianti, Collio, Valpolicella e Cannonau.

Il reportage sulla Sardegna interna verrà pubblicato a ottobre e grazie ai nove milioni di contatti dell’edizione on line del Guardian farà conoscere ai lettori di lingua inglese un aspetto inedito dell’isola. «Sono contento per l’accoglienza che ho ricevuto – dice in buon italiano Brunton, di rientro da una visita alle cantine del Mandrolisai – Ho soprattutto trovato entusiasmo, voglia di migliorare. In un primo tempo, dopo il reportage in Corsica, avevo pensato a un servizio su scala regionale, poi ho preferito concentrarmi sulla zona del Cannonau. Un vino che conoscevo e apprezzavo, ma non nelle sue varietà, dal Nepente al Mandrolisai». In totale Brunton visiterà un quindicina di cantine, ma non compariranno tutte nel suo servizio. Per ogni luogo, infatti, individua una “top ten guide”. «Segnalo principalmente le cantine – dice il giornalista –, dando la preferenza a quelle che possono anche ospitare i turisti, così da offrire una conoscenza più profonda dei produttori e della loro filosofia. Credo che questo aspetto sia importante per l’enoturismo. Ma segnalo anche trattorie tradizionali che offrano la possibilità di degustare vini locali. Posti non per gourmet o troppo cari. Infine, uno o due prodotti regionali».

Quali cantine lo hanno colpito e quali appariranno nel servizio? «Sono ancora molto lontano dal fare la mia scelta», dice Brunton, facendo capire che comunque non lo direbbe neppure sotto tortura prima della conclusione del tour. «Ho l’abitudine di privilegiare qualità e genuinità, ciò insomma che interessa di più i lettori britannici, ai quali principalmente mi rivolgo, nonostante la platea internazionale di The Guardian. Ma gli esclusi non dovranno preoccuparsi: guardo a questo viaggio come una prima esperienza in Sardegna, alla quale ne seguiranno altre».

 

 

( Fonte lanuovasardegna.gelocal.it )