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Scandalo a Montalcino: il gusto tutto italiano di farsi del male

Scandalo a Montalcino: il gusto tutto italiano di farsi del male


 


 


La storia prosegue, su livelli differenti, si parla di frode, abuso d’ufficio, truffa, cominciano a fioccare i primi nomi (vedi al link: http://www.lavinium.com/italiano_2008/repubblica_firenze_28_03_08_brunello_allungato.pdf)


, le notizie rimbalzano da un blog all’altro. Il presidente Marone Cinzano risponde con convinzione in difesa della denominazione e della correttezza del Consorzio (vedi al link: http://www.lavinium.com/italiano_2008/repubblica_firenze_28_03_08_mele_marce.pdf).


All’estero c’ fermento, a Montalcino c’ preoccupazione, tanti produttori che hanno sempre lavorato onestamente (sono in tutto ben 250, di cui 200 anche imbottigliatori) vedono la stessa nube che ha adombrato la mozzarella di bufala campana incombere su di loro.


Si rischia molto, un grande vino, il pi grande insieme al Barolo, sta sotto indagine della Guardia di Finanza.


 


Ok. Speriamo tutti che si faccia davvero chiarezza e al pi presto. Ma perch questa fuga di notizie proprio ora, quando ancora tutto da dimostrare, quando gi sull’Italia sta pendendo la scure per l’immondizia, la mozzarella, la mafia, i politici corrotti, ecc. ecc.?


Non sono assolutamente per tenere nascosti i fatti, ma oggi i fatti si gonfiano molto prima di diventare tali, oggi si gode a vedere qualcuno sotto inchiesta, senza tenere conto del fatto che molto difficile con questa overdose di allarmismo non provocare conseguenze catastrofiche su tutto il comparto. Sta gi avvenendo con la mozzarella. Si perch se ci sono delle aziende coninvolte, tutte le altre, quelle che lavorano onestamente rispettando i disciplinari, come possono difendersi? Possibile che a causa di pochi debbano andare a rotoli interi settori? La paura della diossina nelle mozzarelle…va bene, comprensibile, ma come mai nessuno si preoccupa delle grandi quantit di mercurio che si trovano nel tonno, nel merluzzo, nel pesce spada?


 


Tornando al Brunello, giusto che chi sbaglia paghi, sempre che verr confermata la frode, giusto che si controllino i vini in cantina e le piante in vigna, ma perch si voluto istituire la Doc Sant’Antimo, che prevede vigneti anche in “parte del territorio amministrativo del comune di Montalcino”? La Doc Sant’Antimo consente di produrre vini rossi ottenuti con le uve raccomandate e/o autorizzate nella provincia di Siena, fra cui cabernet sauvignon e franc, merlot, pinot nero, syrah, gamay, montepulciano e…sangiovese. L’obiettivo per cui nata stato principalmente quello di poter permettere ai tanti supertuscan Igt di essere “promossi” a Doc, ma quei vigneti confinanti…siamo seri!


 


E perch si assegnato il compito in tutto e per tutto di effettuare i controlli in vigna e in cantina da parte dei consorzi vitivinicoli, che sono composti in buona parte dai produttori stessi, da agronomi ed enologi che esercitano la professione in alcune delle aziende che andrebbero controllate?.


Bisogna scegliere, se si vuole davvero fare le cose bene ed essere credibili, chi effettua i controlli deve essere super partes.


Riflettiamoci, comunque vada a finire questa spiacevole storia. Lo dobbiamo a tutti quei produttori che da sempre hanno lavorato onestamente e contribuito a rendere grande il Brunello di Montalcino, che non meritano di vedersi chiudere le porte da parte di un mercato che non fa differenze.


 


( Fonte Esalazionietiliche )


 


 


Osservazioni di Winetaste


 


Riporto con piacere le riflessioni di Roberto Giuliani, che stimo e conosco come una persona per bene, con il senso della misura e dellobiettivit. Quello che vado sostenendo da giorni, su questo sito, e su alcuni forum vinosi ( Rexbibendi e Gamberorosso ) proprio ci che ha sottolineato Giuliani, con la pacatezza e lucidit che gli propria e gli va riconosciuta. Una fuga di notizie, che in un primo momento addirittura, riferiva di impiego di uve provenienti dalla Puglia. Notizia smentita solo dopo pochi giorni dal Procuratore della Repubblica che conduce le indagini al link:


http://www.agi.it/firenze/notizie/200803281309-cro-r012248-art.html


Nessuno di noi che amiamo il mondo del vino, e tanto tempo della nostra vita gli dedichiamo, afferma che non si devono fare le inchieste e perseguire duramente chi non rispetta le leggi ed i disciplinari di produzione, ma allo stesso tempo come piu volte affermato anche dal Direttore del Gamberorosso Daniele Cernilli, si poteva benissimo evitare questa fuga di notizie, coperta tra laltro dal segreto istruttorio, essendo in corso una indagine della magistratura, proprio a tutela dei produttori onesti.


Terminata linchiesta ufficiale, sarebbe stato dovere di ognuno di noi, e sicuramente dalle pagine di questo sito non mi sarei sottratto, come tutti gli altri colleghi del web e della carta stampata, diffonderne gli esiti finali pubblicando i nomi ed i cognomi degli eventuali colpevoli, se ci fossero stati ( il ch ancora da dimostrare, perch in Italia, il diritto sancisce che ognuno INNOCENTE  fino a sentenza definitiva ).


Allo stato delle cose, ad indagini in corso, mi sembra sia stato un volere a tutti i costi mettersi in mostra, da parte di coloro che per primi hanno diffuso la notizia, senza riflettere un attimo sul pandemonio che si sarebbe scatenato. Il brutto di tutta questa vicenda che,  ora a rimetterci saranno le tante persone che proprio non hanno nulla a che fare con tutta questa brutta storia, ma credo che ahim gli avvenimenti a cui assistiamo siano proprio come una valanga, che nessuno inizialmente immaginava, la quale scendendo a valle aumenta sempre di piu di consistenza e travolge ogni cosa che trova sul suo cammino.


Ora da parte mia non ne scriver piu fino ad indagini concluse, e spero che anche gli altri organi di stampa facciano altrettanto, perch in questo modo stiamo


autoflagellandoci, dimenticandoci che in tutta questa vicenda sono coinvolte migliaia di persone, che con questo lavoro ci campano.


Troppo facile stare dietro uno schermo di un PC e scrivere per il gusto dello Scoop e scrivere Io sono stato il primo . In questi casi, invece,  io vorrei arrivare sempre ultimo, fino a vicenda conclusa.


Roberto Gatti


 

Roberto Gatti

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali: » Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente ); >>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino >>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest >>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge ed ai maggiori concorsi italiani.

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