Anche una tecnica enologica degli Antichi Romani può rilevarsi al passo coi tempi.
Ne è convinta la cantina sociale Santadi che ha avviato una sperimentazione per l’invecchiamento in terracotta di vini di alta qualità.
Non solo barrique e affinamento in bottiglia, ma anche affinamento in una terracotta molto speciale, prodotto in Italia da un unico artigiano toscano, che grazie alla grana molto sottile e alla lavorazione ad hoc, fa invecchiare il vino solo attraverso la traspirazione alle pareti di queste maxi anfore mostrate oggi in cantina a un gruppo di esperti e buyer cinesi giunti tramite un progetto con Business Strategies.
La sperimentazione, ha precisato il presidente storico della Santadi, Antonello Pilloni, “è stata avviata nel 2005 dall’enologo Giacomo Tachis. Stiamo saggiando questo metodo di invecchiamento sia per le uve bianche che, anzi soprattutto, per le uve a bacca rossa, mettendo in ciascuna terracotta da 350 litri fino a 500. E ce ne è anche una da 700 litri di capienza. Stiamo ottenendo un vino di grande sapidità.
Un modo per valorizzare uve pregiate, senza passaggio in legno. Al momento è una produzione di nicchia, una nuova eccellenza che contiamo di testare presto sul mercato. Non sarà un nuovo vino Santadi, ma spiegheremo bene in etichetta la provenienza da invecchiamento in terracotta, legno-free. La nostra innovazione, che ha radici antiche”, ha concluso Pilloni.
( Fonte www.unionesarda.it )