Sale rosa, acido fosforico e solforico per adulterare il vino: nuova frode

Sequestrati 100 litri di mosto concentrato di tipologia ignota, trovata pure della cisteina per esaltare illegalmente il sapore

 

UDINE e PERUGIA – Nuovo filone di indagine nell”inchiesta sauvignon” che parte dal Friuli e che si sta estendo in tutta Italia. Nei giorni scorsi, infatti, carabinieri del Nas di Udine e il personale Icqrf sempre di Udine hanno eseguito delle perquisizioni – con i cc di Orvieto e i colleghi Nas e del Icqrf di Perugia – a Ficulle, uno splendido paesino di meno di 2000 abitanti, in Umbria, in provincia di Terni.

 

L’inchiesta riguarda sempre le frodi messe in atto in maniera continuata nell’esercizio del commercio, cioè nella vendita di vini “sofisticati” dall’aggiunta di sostanze non ammesse nelle pratiche enologiche previste dalla legge.

 

Sono stati denunciati l’amministratore della società agricola “Castel Rio”, la stessa srl con sede a Ficulle e il loro enologo. Gli inquirenti li ritengono responsabili di aver agito in concorso con Ramon Persello, il friulano di Nimis già coinvolto nell’inchiesta partita da Udine, per il reato di frode nell’esercizio del commercio e per aver messo in vendita vino di diversa tipo rispetto a quello che era stati dichiarato nell’etichetta delle bottiglie.

 

Sono stati sequestrati 100 litri di mosto “concentrato” di tipologia e provenienza ignote – che sarebbe stato usato per la dolcificazione del vino; diverse confezioni di sale rosa dell’Himalaya – che pare sia stato impiegato invece per modificare la sapidità del vino; e contenitori di varie altre sostanze chimiche tra cui acido cloridrico, fosforico e solforico che sarebbero stati usati illegalmente per correggere l’acidità del vino. Sono stati sequestrati anche “cisteina” per esaltare i sapori e un’altra sostanza illecita per conservare il vino.

 

 

( fonte ilgazzettino.it )