La Doc si propone come un vino più pop e alla portata di un pubblico di wine lovers composto in gran parte da giovani. Ma con molte sorprese, anche per la capacità di evolversi nel tempo
Il Rosso ruba la scena, per la prima volta, al Brunello e si gode le luci della ribalta. L’evento “Red Montalcino”, lo scorso 11 giugno nel borgo toscano, ha presentato la Doc ilcinese sotto una nuova luce. Un vino più pop e alla portata di un pubblico di wine lovers composto in gran parte da giovani. Una denominazione non più destinata solo al consumo immediato o quasi ma in grado di evolversi in bottiglia. Insomma di invecchiare con grazia proprio come il Brunello.
L’evento organizzato dal Consorzio ha reso il Rosso una star tra presentazione al Teatro degli Astrusi, masterclass, degustazioni e infine cena-evento dentro la Fortezza in collaborazione con Food for Soul, l’associazione no-profit e sprechi zero fondata dallo chef Massimo Bottura e dalla moglie Lara Gilmore. “La Doc Rosso di Montalcino è nata nel 1983 – sottolinea il presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci, appena rieletto per la terza volta –. In verità negli anni Settanta c’era già un vino rosso dai vigneti di Brunello, era un vino da tavola”.
Oggi il Rosso viene prodotto a Montalcino con uve Sangiovese, molto spesso con i grappoli di qualità inferiore del Brunello. Insomma un vino ottenuto per declassamento. Negli ultimi 15 anni i produttori hanno deciso di abbassare la resa per ettaro: dagli 8mila chili previsti dal disciplinare ai 7mila chili per ettaro, destinando il resto al Rosso. Solo una parte delle aziende ha deciso di dedicare parte degli ettari a disposizione alla produzione della Doc. Sono stimati circa 600 ettari contro i 2.100 a Brunello, per un totale di circa 3,5 milioni di bottiglie prodotte all’anno contro le 9-11 milioni di bottiglie di Brunello. Una piramide rovesciata se si pensa ad altre denominazioni italiane dove il vino entry level fa di solito almeno il doppio in termini di risultati del prodotto top di gamma.
Se appare impossibile rovesciare i numeri a favore del Rosso, si può lavorare su un diverso posizionamento della Doc e su un prezzo di sicuro più alto. “Red Montalcino” ha quindi messo in moto un meccanismo, ci si augura virtuoso, per un approccio ai mercati, soprattutto a quelli internazionali, più battagliero sfruttando i punti di forza del Rosso. Prima di tutto la piacevolezza e la versatilità. Le bottiglie possono essere messe in vendita a partire dal settembre dell’anno successivo alla vendemmia con tempi decisamente più brevi di affinamento. Il prezzo del Rosso è circa la metà del Brunello: si va dagli 8 ai 30 euro franco cantina. Insomma il Rosso ha parecchie frecce al suo arco. Se di competitor bisogna parlare, come sottolineato dallo stesso presidente Bindocci, si tratta di Chianti Classico e Morellino.
I produttori di Rosso sono un centinaio e a “Red Montalcino” hanno partecipato una settantina di aziende a dimostrazione di una grande attenzione all’evento. Il Brunello conta su 250 aziende. Il Rosso, grazie anche alla pandemia, negli ultimi anni ha avuto un vero exploit al punto che a fronte di una domanda in crescita, il prodotto scarseggia. Ecco perché da più parti si sollecita la riapertura dell’albo del Rosso chiuso dal 1997. Il solo aumento del prezzo, che pure è già salito in questi anni, non sembra essere quindi l’unica soluzione. Per questo il Consorzio, post evento, si dice pronto ad avviare una riflessione sulle mosse future da compiere. “Di certo, ora che anche le cariche sociali sono state rinnovate, si aprirà il dibattito con i produttori e la questione sarà messa sul tavolo” conclude Bindocci. L’unica certezza, ad oggi, è che dopo il successo di Red Montalcino il bis, nel 2023 quando la denominazione compirà 40 anni, è già assicurato.
Dalle masterclass e i banchi d’assaggio di Red Montalcino è emerso un quadro composito del mondo del Rosso: molti i produttori che hanno deciso di puntare sul prodotto con selezioni o addirittura Cru a dimostrazione che la Doc ilcinese ha i numeri per sfondare. Ecco alcuni assaggi dall’evento Red Montalcino.
FATTORIA DEI BARBI Selezione Colombini 2020
Il Rosso di Montalcino della Fattoria dei Barbi è prodotto con uve sangiovese, raccolte e selezionate a mano dalle vigne più giovani. Il vino viene affinato parte in vasche di acciaio inox ed in parte in botti di rovere per 6 mesi. Presenta il caratteristico colore rosso rubino brillante. Al naso il bouquet è armonico, spiccano sentori di frutti rossi ed erbe balsamiche con accenni di incenso. Al palato è sapido, si notano la dolcezza dei tannini e l’acidità agrumata.
IL MARRONETO Jacopo 2019
Questo Rosso di Montalcino porta il nome del figlio di Alessandro Mori. E’ stato ottenuto da un giro di botti. Jacopo ha selezionato le masse di Brunello che riteneva più pronte, declassandole e il risultato è una sorta di cuvèe millesimato come ama definirlo. Solo 3333 le bottiglie dell’annata 2019. Il Marroneto viene messo a maturare in botti di rovere da 25 ettolitri per circa 8 mesi, poi sei mesi di affinamento in bottiglia. Vino elegante, dal bouquet floreale con una nota ben presente di frutti rossi e di ciliegia. Si fanno apprezzare sentori di spezie e tabacco, finale balsamico. Tannini equilibrati e una buona struttura. Finale persistente.
CASANOVA DI NERI Giovanni Neri 2020
Giovanni Neri è dedicato al fondatore dell’azienda in occasione dei 50 anni di attività. Forte l’impronta territoriale di questo Rosso le cui uve provengono dalla zona di Sesta, tra le migliori del territorio ilcinese per la magnifica esposizione. Un Sangiovese in purezza che matura in tonneau per circa un anno e mezzo. Vino rosso rubino luminoso e trasparente. Al naso le caratteristiche note fruttate: fragole, amarena, lampone e ribes e floreali: soprattutto rose e violette con cenni di liquirizia. Al palato è un’esplosione di freschezza, senza perdere in eleganza ed equilibrio. Tannini ben bilanciati, finale persistente.
COL D’ORCIA Banditella 2019
Banditella è un vigneto impiantato nel 1998 e ottenuto da una selezione di cloni aziendali. Il terreno è esposto a Sud con vista sul fiume Orcia. Questo Rosso di Montalcino è un cru ottenuto dal declassamento delle uve destinate a Brunello. Il vino viene messo a maturare per 12 mesi in barriques e tonneaux di rovere. Colore rosso rubino brillante, al naso note di piccoli frutti di bosco, ciliegia, amarena con note di spezie e vaniglia che derivano dal legno. In bocca è avvolgente con tannini di grande eleganza e un finale persistente.
CIACCI PICCOLOMINI D’ARAGONA Rossofonte 2019
Le origini della tenuta Ciacci Piccolomini d’Aragona, di Montalcino, risalgono al XVII secolo. I vigneti dell’azienda sono esposti a sud-ovest in prossimità del fiume Orcia. Tra i filari spicca il sangiovese grosso, tipico di Montalcino. Il vino viene fatto affinare in botti di rovere di Slavonia per un anno e conclude l’affinamento con altri 6-8 mesi in bottiglia. E’ un vino dal colore rosso rubino limpido, con note fruttate di ribes, lamponi e cenni floreali e speziati come il pepe rosa. Ben strutturato e di grande equilibrio con tannini eleganti.
CAPARZO La Caduta 2017
Fondata nel 1970, l’azienda Caparzo è una delle 12 cantine storiche di Montalcino ed ha contribuito a far diventare il Brunello un mito. La Caduta è il nome di un vigneto esposto a sud di Montalcino: è stato individuato dall’azienda per la produzione del Rosso di Montalcino. Il vino ottenuto ha un colore rosso rubino piuttosto intenso. Al naso spiccano le note fruttate, soprattutto ribes e lamponi e sentori di vaniglia. Un vino complesso, elegante e di grande armonia che al palato si presenta persistente.
ARGIANO Rosso di Montalcino 2020
Una storica cantina risalente al 1580, un’azienda vinicola attenta all’ambiente al punto di aver bandito l’uso della plastica. Questo il biglietto da visita di Argiano che per il resto preferisce far parlare i suoi vini come il Rosso di Montepulciano da Sangiovese in purezza. Un vino che viene messo a maturare per circa un anno in botti grandi e piccole. Rosso rubino brillante il colore, il bouquet è ricco di profumi: dalla frutta rossa alle erbe balsamiche e alla macchia mediterranea. Al palato si presenta elegante, equilibrato. Gusto fresco e di buona mineralità, lungo e persistente il finale.
POGGIO DI SOTTO Rosso di Montalcino 2019
Le uve provengono dalle vigne nella zona di Castelnuovo dell’Abate, nella valle del fiume Orcia. Sono raccolte a mano e selezione una ad una. Il vino rimane in botti di rovere per 24 mesi e poi per altri 6 mesi in bottiglia per concludere l’affinamento. E’ un vino che risente molto del terroir di Poggio di Sotto, al naso presenta inconfondibili note di lampone e ribes nero, spezie, erbe aromatiche e cedro. Un vino elegante, di grande raffinatezza. Al palato si presenta di una certa complessità, con note ben bilanciate.
CASTIGLION DEL BOSCO Rosso di Montalcino Cru Gauggiole 2019
Gauggiole, il nome si riferisce a una delle storiche ville di Castiglion Del Bosco, è ottenuto dalla selezione delle migliori uve dei vigneti disposti a nord est e arriva da un’annata ottima. Il vino passa sei mesi in vasche Inox, un anno e mezzo nel cemento e finisce 4 mesi di affinamento in bottiglia. Il caratteristico rosso brillante si sposa con un bouquet di frutta rossa con note erbacee e floreali, soprattutto di rosa e viola. Sfumature speziate, pepe in particolare per un vino ben equilibrato e con tannini eleganti, destinato a invecchiare bene.
IL POGGIONE Rosso di Montalcino 2019
Viene prodotto solo con uve Sangiovese raccolte a mano dai vigneti più giovani dell’azienda. Il vino è messo a maturare in botti grandi e barriques di rovere francese per circa un anno e conclude il periodo di affinamento con un passaggio in bottiglia. Colore rosso rubino intenso, al naso note di frutti a bacca rossa (lampone, ribes ma anche amarena e ciliegia) e cenni floreali e tostati. Tannini morbidi per un vino che al palato si presenta di ottima struttura e con un finale abbastanza persistente.
SAN POLO ALLEGRINI Rosso di Montalcino 2019
Dalla Valpollicella Classica alla terra del Brunello. La famiglia Allegrini in Toscana conta oltre 100 ettari sul territorio ilcinese dove certificazione biologica e sostenibilità sono parole all’ordine del giorno per l’azienda di San Polo. Arrivano da Podernovi, podere esposto a Sud, le uve Sangiovese destinate al Rosso di Montalcino. Sono raccolte a mano, mentre gli acini sono selezionati uno ad uno. Il vino prima affina in tonneaux di rovere francese poi per un periodo più breve in bottiglia. Ha un colore rosso rubino brillante, al naso sono ben riconoscibili i sentori di marasca e di mora, mentre il tocco vanigliato arriva dal passaggio in rovere. Il Rosso ha buona struttura e persistenza, tannini sono morbidi e tutt’altro che invadenti.
( Fonte la Repubblica )