Per chi non conoscesse Romano dal Forno
consiglio una breve lettura al link :
https://www.winetaste.it/un-grande-della-viticoltura-italiana-romano-dal-forno/
( una foto scattata durante la mia visita alcuni anni fa in azienda )
ma basteranno poche parole per fare capire, anche ai non addetti ai lavori, di chi stiamo parlando !
Romano Dal Forno, insieme a Giuseppe Quintarelli scomparso pochi anni fa, è stato il pioniere che ha fatto conoscere e portato ai massimi livelli nel mondo l’asticella qualitativa dell’amarone, a tal punto da essere chiamato a ragione ” Il Re dell’ Amarone ” !
Oggi Vi descriverò il processo produttivo seguito da questa grande viticoltore e produttore italiano, i cui vini sono diventati veri e propri ” Cult ” tra gli appassionati e collezionisti mondiali !
L’ Amarone della Valpolicella Dal Forno
( liberamente tratto dal sito aziendale )
L’Amarone differisce dal Valpolicella per due semplici motivi.
Il primo riguarda la durata del periodo di appassimento, che in questo caso si protrae per tre lunghi mesi, anziché uno e mezzo.
Il secondo allude invece all’età della vigna. La nostra filosofia aziendale prevede infatti che, per produrre l’Amarone, si debbano utilizzare solamente i grappoli raccolti da vigne con più di dieci anni. Le viti più giovani vengono quindi adibite alla sola produzione di Valpolicella.
Fatta eccezione per queste due differenze e alcune altre piccole variazioni sulla percentuale delle varietà utilizzate, si può affermare che questi due vini siano pressoché identici, nel senso che il processo che sottende alla loro produzione e maturazione è esattamente il medesimo.
Ciò premesso, l’Amarone si distingue dal suo fratello minore in quanto a potenza ed eleganza.
Indubbiamente la complessità di questo vino è superiore rispetto al Valpolicella e lo colloca in quella categoria di vini che solitamente definiamo “da meditazione”.
Complesse note aromatiche, cha spaziano dalle amarene, ai mirtilli, al cioccolato, premoniscono quella sontuosa espressione di frutta matura che scorre in bocca con invadente persistenza. Il finale chiude con sinuose sfumature di tartufo, tabacco e cuoio nuovo.
È un vino dai potenziali ancora sconosciuti, ma la cui profondità lascia ben sperare in una lunga, lunghissima evoluzione avanti a sé.
SCHEDA TECNICA SULLA PRODUZIONE DELL’AMARONE
TERRENO:
Di origine alluvionale, composto per il 70% da ghiaia, 15% limo e 15% argilla.
PERIODO DI RACCOLTA:
Dal 20 Settembre al 25 Ottobre, previa selezione dei grappoli migliori, sui quali eseguiamo una minuziosa cernita manuale al fine di asportare tutti gli acini meno pregiati. L’uva così raccolta viene messa in plateaux di plastica e fatta riposare per tre mesi in ampi locali aperti, dove un innovativo sistema di ventilazione permette di mantenere un flusso d’aria elevato e molto capillare.
UVAGGIO:
60% Corvina, 20% Rondinella, 10% Oseleta, 10% Croatina. Le uve destinate all’Amarone provengono esclusivamente da vigneti che abbiano superato un’età minima di 10 anni.
PIGIATURA:
Mediamente inizia verso la metà di Dicembre, dopo aver svolto un’ulteriore cernita manuale su ciascun grappolo, allo scopo di rimuovere tutti i chicchi che si sono avariati durante i mesi di appassimento.
FERMENTAZIONE:
In vasche di acciaio a temperatura controllata (circa 28 gradi), dotate di un sofisticato impianto computerizzato che permette di effettuare delle follature automatiche per un periodo di circa quindici giorni, compresa la macerazione finale di due giorni.
AFFINAMENTO:
Dopo la decantazione, a metà Gennaio, l’Amarone, che ha con sé ancora un residuo zuccherino, viene messo in barriques nuove, dove riprende una lentissima attività fermentativa che si protrae per ulteriori diciotto mesi. La sosta totale in barriques dura comunque 36 mesi.
IMBOTTIGLIAMENTO:
Fase finale del processo produttivo, che avviene dopo aver terminato l’assemblaggio delle varie barriques e la filtrazione della massa così ottenuta. Un ulteriore affinamento di 24 mesi in bottiglia precede poi la messa in commercio del prodotto finito.
Seguono due bei video dove possiamo seguire tutte le fasi lavorative, possiamo notare che i Grandi Vini sono frutto di tante piccole attenzioni e di tanti particolari !
Buona visione e buon ferragosto a tutti !
Roberto Gatti
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