Quel rosso d’inverno che in Sicilia non c’è: eppure il nostro orologio biologico interiore ci suggerisce sapori d’autunno, plaid a quadri scozzesi da tenere a portata di mano sulla poltrona, twin-sets in cashemere leggero colorati di verde e marrone bruciato da indossare, richiamo dolce di terra e profumi e fumi di castagne per le strade.
Rassegnati al nostro sole fuori stagione, ci affidiamo fiduciosi al calendario che troneggia sulla parete nell’intimità delle nostre cucine dove rivendichiamo i cibi giusti e così belli da guardare che, soli, ci fanno sognare passeggiate mozzafiato nelle nostre campagne, da Ficuzza a Castelbuono, dalle Madonie fin sopra i Nebrodi a raccogliere i prodotti degli orti in ottobre, immaginando tini ribollenti di mosto come nella migliore tradizione poetica e Sirah brillanti dentro calici cristallini accanto a ceste rosseggianti di melograni su tavole imbandite di ricchezze culinarie siciliane, con qualche prelibatezza nordica.
Allora via a tagliare cipolline tenere e bianche, sbollentare radicchi rossi di Treviso, preludio dell’ottimo risotto che pregustiamo già con straordinaria voluttà, cucinando rapiti dai nostri ricordi di altre tavole, altre convivialità sacre come quelle nozze di Cana citate dai vangeli e dipinte da Leandro Dal Ponte, trevisano del cinquecento, dove in un margine in basso a sinistra, in una cesta piena di ortaggi troneggia, appunto, un divino radicchio bianco e rosso con delle volute in cima che lo fanno somigliare allo schiudersi di felci vellutate nel sottobosco della nostra vivida immaginazione.
Ecco quindi la nostra ricetta ottobrina, un grande classico della cucina veneta, una forte aromaticità e un carattere amaro con una vena dolce e una sfumatura tostata che con il calice fa saltare tutti gli schemi dell’abbinamento; va bene quindi un vino rosso e fermo, di medio corpo, magari prodotto proprio in veneto, per un omaggio perfetto:
Ingredienti (per 4 persone):
280 g di riso carnaroli
500 ml di brodo di verdure
1/2 cipolla bianca
8 foglie di radicchio trevigiano tardivo
100 g di taleggio
1 bicchiere di vino rosso
1 cucchiaio di miele di castagno
1 cucchiaio di fecola di patate
2 cucchiai di olio evo
1 noce di burro
sale rosa
pepe
Preparazione:
Preparare il brodo di verdure: mettere a bollire una carota, una cipolla, una patate e il sedano per 30 minuti. Filtrare, mettere in un pentolino e tenerlo in caldo.
Sminuzzare la mezza cipolla e metterla in un’ampia padella con l’olio. Farla appassire lentamente, aggiungere il riso e la parte bianca del radicchio tritato finemente e cuocere un paio di minuti.
Sfumare con mezzo bicchiere di vino e bagnare con il brodo. Far cuocere per 15 minuti circa con coperchio. Girare di tanto in tanto e aggiungere brodo se finisce.
Tagliare a cubetti il taleggio e metterlo da parte. Prepariamo la parte profumata al miele: in un padellino scaldare la noce di burro. Quando assume il colore bruno unire il cucchiaio di miele, l’altro mezzo bicchiere di vino e il cucchiaio di fecola di patate. Mescolare con una frusta e una volta giunta a consistenza desiderata aggiustare di sale e pepe e spegnere.
Una volta che il risotto è pronto aggiungere le foglie del radicchio che avrete ridotto a fettine, il taleggio e far riposare per un minuto. Salare e pepare.
Impiattiamo: sistemare un po’ di salsa sul piatto e aggiungere il risotto.
Servire il risotto al radicchio e taleggio profumato al miele ben caldo.
( Fonte Siciliainformazioni )