Home News Riconoscimento Unesco Piemontese : diamo a Cesare quel che è di Cesare

Riconoscimento Unesco Piemontese : diamo a Cesare quel che è di Cesare

Il Prof. Mario Fregoni, Presidente Onorario dell’Oiv, che non ha certo bisogno di presentazioni, tramite queste pagine ed in esclusiva, ha voluto chiarire alcuni aspetti inerenti il recente premio Unesco conferito alle Langhe Piemontesi!

Buona lettura

RG

 

 

Avendo avuto l’onore di collaborare alla seconda stesura del dossier di riconoscimento presentato all’UNESCO, rilevo che molti organi di stampa hanno male interpretato il valore adottato alla base del riconoscimento in oggetto, che non va correlato ai risultati commerciali dei vini, dato che nell’area protetta si producono anche non eccellenze qualitative, e non si riferisce nemmeno alle varieta’, coltivate in altre parti d’Italia e del mondo.

Questi non sono patrimoni eccezionali, unici ed irripetibili.

Nel caso delle Langhe-Roero e del Monferrato e’ stato il paesaggio viticolo ad essere iscritto nella lista dei patrimoni culturali materiali ed immateriali dell’umanita’. Certo con i castelli delle Langhe e gli infernot del Monferrato, nonche’ degli altri valori culturali e storici dell’ampia area delimitata.

Ma il vero e piu’ grande valore ereditato e riconosciuto e’ il paesaggio viticolo, costituito dai vigneti a “girapoggio”, che nel primo dossier non era stato identificato e valorizzato, perche’ puntava sui vitigni.

Il paesaggio e’ rappresentato da decine di migliaia di ettari di vigneti, piu’ spesso accorpati,

che offrono una visione unica al mondo. Piu’ precisamente i vigneti sono piantati a “girapoggio”, ossia con i filari che percorrono le curve di livello, per traverso, abbracciando la collina. Attualmente i vigneti vengono, al contrario, realizzati a “rittochino”, con i filari che si sviluppano lungo le linee di pendenza, dall’alto al basso.

Il “girapoggio” non e’ stato inventato dalle attuali cantine famose, che oggi si gloriano dei meriti altrui, ma da uno stuolo enorme di viticoltori, piu’ spesso sconosciuti, allo scopo di salvaguardare il bene terreno dalle frane e dalle erosioni. Con la scomparsa della trazione animale e l’avvento della meccanizzazione moderna, i vigneti a girapoggio sono stati aperti da capezzagne di scorrimento a rittochino, purtroppo ben visibili, quando non inerbite, che hanno modificato il paesaggio tradizionale del girapoggio storico,lasciando tuttavia un paesaggio ancora attraente per il visitatore.

Come si puo’ immaginare i costi di produzione e di mantenimento sono piu’ elevati nel girapoggio rispetto al rittochino, attualmente preferito in tante aree viticole italiane e mondiali.

Il rischio delle Langhe e Monferrato astigiano e’ pertanto la conversione del girapoggio in rittochino. Nel caso il riconoscimento Unesco potrebbe essere revocato per modifiche sostanziali

del paesaggio. Per tale motivo le istituzioni pubbliche (Regioni,Comuni,Consorzi DOP,ecc.) nonche’ private , dovrebbero tutelare l’attuale patrimonio culturale rappresentato dal

paesaggio viticolo con lo studio di progetti ed interventi finanziari a sostegno dei vigneti a girapoggio.

Il riconoscimento UNESCO non e’ ne eterno ne gratis per il futuro, come un diploma onorifico privo di corrispettivi impegni relativi alla protezione ambientale e paesaggistica, ma richiede la salvaguardia del paesaggio contro modifiche avverse di diversa origine.

(foto di Roberto Giuliani )

Inizia ora il vero impegno promesso con la domanda di iscrizione nei ruoli dei patrimoni culturali dell’umanita’: da qui “si parra’ la vostra nobiltade” , dei piemontesi dell’area soggetta a protezione e vigilanza.E’ un paesaggio introvabile altrove e come tale va trasmesso ai posteri.

Mentre festeggiamo il prestigioso risultato internazionale, ampiamente meritato, facciamo anche i buoni propositi di non cullarci sopra al premio senza agire nella protezione di questo patrimonio culturale , attribuibile al sacrificio plurisecolare di migliaia di viticoltori, che non appartiene piu’

solamente ai piemontesi ma a tutta l’umanita’ della terra.

 

Mario Fregoni

Presidente onorario dell’OIV

gia’ ordinario di viticoltura all’Universita’ Cattolica di Piacenza

 

06 Dicembre 2014- ore 18,50