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Quando la tecnologia rispetta l’identità del vino

Ci sono vitigni che girano il mondo e si trovano bene ovunque.

 

Ce ne sono alcuni che meglio di altri traducono in caratteristiche gustative superiori le terre che li ospitano. Non tutti possiedono queste attitudini. Il vitigno Moscato le possiede entrambe.

 

Per questo il Moscato ha trovato casa in molti territori vinicoli del mondo, conquistati dalle sue note aromatiche inconfondibili e dalla sua versatilità in vinificazione che dà luogo a vini dolci o secchi, liquorosi o spumanti. E per questo spesso ha preso il nome delle zone dove viene coltivato.

 

Il Moscato bianco che cresce in Piemonte, in particolare sulle colline della Valle Belbo, vinificato dolce e spumante con il nome di Asti o sullo stile frizzante come Moscato d’Asti, acquista caratteri straordinari.

 

Quello che riesce ad esprimere sui versanti più ripidi e soleggiati, sulle terre più bianche e magre, a volte oltre i 500 metri s.l.m., è un’armonia irripetibile di aromi intensi e muschiati, di gustosità sapida e penetrante, di contrappunti dolci e aciduli che non stancano mai il palato. E le bollicine che gorgogliano nel vino dorato esaltano in modo insuperabile la sua tipicità.

 

Una ricchezza che sarebbe un peccato sprecare.

 

La sfida che ogni anno gli enologi dell’Azienda xxxxx ( omissis ) affrontano, vinificando il Moscato di entrambe le tipologie, è soprattutto quella di rispettare ed esaltare la sua inconfondibile identità, trasformando l’oro delle colline in vini dolci, profumati e stabili che viaggiano e vincono sui mercati di tutto il mondo. Ma trattare con la necessaria delicatezza consistenti volumi di prodotto, come accade in una grande azienda, vuol dire investire costantemente in tecnologia.

 

L’Azienda xxxxxxx ( omissis ) lo fa ogni anno, ma il 2013 è stato particolarmente importante sotto questo punto di vista, perché ha visto il potenziamento dell’attenzione sul momento più delicato del processo produttivo del Moscato, la filtrazione. Perfezionando questo passaggio fondamentale con filtri particolarmente evoluti, a membrana e tangenziali, si garantisce il massimo rispetto delle qualità organolettiche, mantenendo intatto il quadro aromatico. Questo consente di ridurre le filtrazioni, che impoveriscono la personalità del vino e di prolungarne la prestanza nel tempo. Come si addice ad un vino destinato a portare un messaggio di festa e di piemontesità nel mondo.

 

( Fonte Grandain )

Roberto Gatti

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali: » Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente ); >>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino >>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest >>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge ed ai maggiori concorsi italiani.

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Roberto Gatti

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