Tra le 500 bottiglie del comandante anche Tignanello e Sassicaia. Dal fascicolo emergono pressioni a una famiglia proprietaria di alcune baracche vicine all’azienda di Matteini in Valbisenzio
Prato, giugno 2024 – Pressioni per favorire gli amici e 500 bottiglie di vino pregiato tra cui una magnum di Sassicaia. Nuovi particolari emergono dall’inchiesta che ha coinvolto il comandante della compagnia carabinieri di Prato, Sergio Turini, ora ai domiciliari con l’accusa di corruzione e accesso abusivo alla banca dati delle forze dell’ordine. Stando ai pm della Dda, Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli, il comandante Turini forniva informazioni all’imprenditore Riccardo Matteini Bresci e all’investigatore privato Roberto Moretti – entrambi indagati – con lo scopo di ampliare la sua rete di influenze, in cambio di regali e favori. Ma non solo.
Le intercettazioni rivelerebbero – come ha riportato Repubblica nell’edizione di domenica – di presunte pressioni e velate minacce fatte da Turini per conto di Matteini sui proprietari di alcune baracche “troppo vicine” alla sua azienda, con cui era nata una disputa. Il militare si sarebbe presentato “in amicizia” alla famiglia proprietaria, lasciando intendere che se non si fosse trovato un accordo bonario per la cessione delle baracche a Matteini, i proprietari – che sono stati sentiti dagli inquirenti – avrebbero rischiato di vederle demolite senza ottenere niente, per presunte irregolarità. E nel fascicolo aperto sui tre indagati spunta anche una consulenza di un esperto di vini, chiamato a valutare il valore della cantina del colonnello Turini, scoperto durante le indagini a girare tra le aziende del Chianti (era stato capo della compagnia di Poggibonsi fino al 2021) per raccogliere regali: sono state esaminate oltre 500 bottiglie.
Tra queste ce ne sono alcune da intenditore e molto costose, come un Tignanello da 450 euro, due Le Pergole torte Monteverdine da 700 euro e anche una magnum di Sassicaia del 2003 dal valore di 750 euro. La stima totale della “cantina” indicata dal consulente ammonterebbe a circa 31 mila euro.
Un versante, quello dei ricchi doni che avrebbe ottenuto il militare negli anni, su cui ancora sono in corso accertamenti. Lo stesso gip, nella misura cautelare, infatti, aveva messo in risalto la disinvoltura con cui Turini cercava regali, tanto da parlare di un’autentica “raccolta di doni”. Nel frattempo altri particolari emergono sui rapporti tra gli indagati. Sotto lo scandaglio degli inquirenti, tra gli altri filoni d’indagine, c’è quello sull’agenzia investigativa di Roberto Moretti, cui il comandante della compagnia di Prato avrebbe passato informazioni riservate e anche segnalato possibili clienti. E’ stata depositata nel fascicolo un’annotazione del Ros che farebbe luce su questo aspetto e che riguarda il caso di un uomo che sarebbe stato invitato da Turini, al momento di presentare una denuncia, a rivolgersi proprio all’agenzia investigativa di Moretti.
( Fonte La Nazione.it )