Si è aperta venerdi’17 maggio al grande pubblico della Costa Smeralda., l’11 edizione del Porto Cervo Wine&Food festival, alla presenza del sindaco di Arzachena, Roberto Ragnedda; l’amministratore delegato di Smeralda Holding, Mario Ferraro e Franco Mulas, Area manager di Marriott Costa Smeralda, la catena alberghiera che gestisce gli alberghi Cala di Volpe, hotel Cervo, Pitrizza e Romazzino, di proprietà di Qatar Holding.
“Ringrazio Smeralda Holding per questa grande manifestazione – ha detto il sindaco Ragnedda – che rappresenta un importante momento di confronto con i produttori ai quali guardiamo con orgoglio per i grandi risultati ottenuti al Vinitaly”.
Mario Ferraro, amministratore delegato di Smeralda Holding, ha dichiarato:
“Smeralda Holding da tempo ha attuato una strategia di diversificazione dell’offerta turistica ponendosi due obiettivi: la penetrazione di nuovi segmenti di mercato e l’allungamento della stagione.
Con il Porto Cervo Wine & Food Festival abbiamo creato una piattaforma per fare conoscere le eccellenze enogastronomiche e comunicare al mercato che la Sardegna non è solo mare, ma ha anche tante altre attrazioni da vivere tutto l’anno e non solo d’estate”.
Franco Mulas, Area manager di Marriott Costa Smeralda, ha ringraziato il team che ha organizzato l’evento e soprattutto i partner dell’iniziativa “che sposano la manifestazione anno dopo anno. Ogni edizione lavoriamo per rinnovare la rassegna: in questi mesi, abbiamo stretto accordi con i festival del vino di Miami e New York per l’internazionalizzazione del Porto Cervo Wine & Food Festival”.
Ottima la risposta di pubblico nella vetrina del Conference Center dell’hotel Cervo: i tanti appassionati hanno trascorso un pomeriggio tra gli stand delle migliori produzioni enogastronomiche della Sardegna e del resto dell’Italia, con le degustazioni offerte dalle 50 cantine e dalle 25 aziende alimentari che stanno partecipando alla manifestazione.
Sempre maggiore rilevanza stanno ottenendo gli eventi collaterali sviluppati all’interno della rassegna
Mike Veseth, giornalista di The Wine Economist, ha illustrato giovedì pomeriggio, nel primo dibattito della giornata introduttiva della rassegna riservata agli operatori, le caratteristiche del mercato americano, dove l’Italia rappresenta il primo Paese esportatore davanti a Francia e Spagna. Veseth ha svelato le nuove tendenze del settore, pilotate dalle esigenze delle nuove generazioni: “La grande novità del mercato USA è il vino in lattina – ha spiegato Veseth -. Non c’è nulla di romantico nel vino in lattina, ma questa confezione alternativa consente di raggiungere segmenti di mercato a vantaggio dei più giovani”.
Anche Sandro Sartor, manager della multinazionale Constellation Brands e Ruffino, ha confermato le nuove tendenze: “La lattina viene scelta perché è una novità e si adatta alle esigenze attuali del mercato”. L’economista ha mostrato i grafici che disegnano la crescita esponenziale dei vini di media e alta gamma, dagli undici dollari in su, e dei rosati. Qual è il vino più adatto al mercato USA? “Ai giovani americani piace scoprire nuovi vini, quello più rispondente ai loro gusti è il vermentino”, ha concluso Veseth.
L’argomento trattato da Alessandro Torcoli, editore di Civiltà del Bere, e dai suoi ospiti è stato quello dei cambiamenti climatici e le opportunità offerte dalla Sardegna per gli investimenti nel settore vitivinicolo.
Nel dibattito della giornata inaugurale sono intervenuti: Vittorio Moretti, patron delle Cantine Sella&Mosca acquisite da pochi anni; Giordano Emendatori, titolare delle Cantine Masone Mannu; Giancarlo Demuro, manager di Vigne Surrau; Valentina Argiolas, titolare dell’omonima cantina; Giovanni Pinna, direttore tecnico di Sella&Mosca ed Umberto Trombelli, enologo e consulente di varie cantine sarde, già collaboratore di Giacomo Tachis.
Durante il confronto è emersa la necessità da parte degli imprenditori del settore di fare sistema per promuovere il brand Sardegna e con esso anche i vini maggiormente identificativi, prendendo ad esempio quanto fatto dall’altra grande isola, che è la Sicilia, negli ultimi 15 anni.
In questo senso, l’isola ha mantenuto salde le radici produttive continuando a valorizzare i vitigni autoctoni, la cui forte identità può rappresentare la forza dei vini sardi sui mercati esteri. Per quanto riguarda i cambiamenti climatici, sempre più cantine stanno elaborando sistemi di viticoltura “di precisione”: con modelli legati a stazioni climatiche che elaborano elementi statistici e informazioni in grado di anticipare i fenomeni atmosferici.
Nella terza giornata della rassegna protagonisti i menù salutisti del Cala di Volpe
In serata il concerto di gala della cantante Malika Ayane
Mangiare bene per vivere meglio. Pillole di longevità e di benessere arrivano da Porto Cervo dove Amanda Hamilton, scrittrice ed esperta di wellness e Allan Bay, scrittore e critico gastronomico, hanno aperto la terza giornata del Porto Cervo Wine&Food Festival.
Durante il dibattito dal titolo “Mangiari mediterranei: il futuro a tavola”, coordinato da Alessandro Torcoli, direttore di Civiltà del Bere e curatore dei seminari della rassegna, si è discusso dell’evoluzione della cucina.
La Hamilton è la protagonista dei nuovi menù salutisti dell’hotel Cala di Volpe, una rivoluzione che parte dal mangiare sardo. “Io e il team di Marriott Costa Smeralda ci siamo concentrati sui prodotti sardi, che includiamo in tutti i menù – spiega la Hamilton -.
Utilizziamo i prodotti dell’orto, che vengono coltivati qui, perché ai nostri clienti vogliamo offrire una vera esperienza della Sardegna legata al cibo”.
LA DIETA STILE HAMILTON. I menù del Cala di Volpe partono dalla colazione, con cibi che hanno un basso apporto di zuccheri aggiunti, o molti tipi di succhi dietetici, portando avanti il concetto dell’equilibrio tra l’apporto calorico di proteine e carboidrati.
“La Marriott mi ha chiesto di ampliare l’offerta esistente, per una tipologia di clientela facoltosa che ha poco tempo a disposizione e va alla ricerca del benessere – sottolinea la Hamilton -. Ci basiamo poi sul fattore esperienza, avvicinando i nostri clienti ai cibi artigianali, che hanno un basso apporto calorico, basata su ingredienti sani che consentono di perdere peso e stare in forma”.
Cibi e prodotti sardi, che scontano l’atavico problema del confronto con un mercato globale che non perdona il muoversi in ordine sparso. “L’enogastronomia sarda ha una carta importante da giocare: i produttori – ha consigliato Allan Bay – devono trovare il coraggio di consorziarsi per imporsi sul mercato con un marchio forte che li contraddistingua”.
Al termine del dibattito sono proseguite le degustazioni al Conference Center, dove il folto pubblico ha potuto testare le migliori produzioni di vino e cibi sardi, nazionali e internazionali. Anche l’edizione 2019 è stata omaggiata dal saluto dei grandi maestri dell’accoglienza dell’associazione Amira, che vanta una rappresentanza sarda di tutto rispetto.
In serata l’appuntamento più atteso della rassegna con il concerto della cantante Malika Ayane al Cala di Volpe, che ha chiuso la cena di gala stellata preparata dagli chef Marriott Costa Smeralda.
I relatori sono stati: Galliano Cocco, docente di Economia all’Università di Pescara; Guido di Fraia, docente di Sociologia dell’Università IULM di Milano e Maurizio Mattucci, consulente di marketing e comunicazione.
Per “ Centennials “ si intendono i giovani nati negli anni dal 1995 in poi, sono loro i futuri consumatori, fratelli minori dei millenials, stimati in circa 9 milioni e di questi 1 milione sta entrando nel mondo dellavoro.
Questi giovani sono nati con la digitalizzazione. Il nostro sistema psichico è come la struttura muscolare in evoluzione fino ad una certa età. Dal punto di vista dei valori, per i piu’ giovani non vi è molta fedeltà, esistono per loro diversi brand di riferimento ( esempio scarpe ecc. ).
I giovanissimi o “ Centennials “ hanno atteggiamento piu’ pragmatico ( occhi aperti ), sono sensibili al mondo che vivono ; il 60% correbbe fare un lavoro utile per la società, molto attenti all’impatto ambientale, per preservare la natura.
Analisi del Marketing
Il marketing aziendale si deve basare su 4 punti fondamentali :
Introduzione
Sviluppo
Maturazione
Rivitalizzazione
I relatori hanno un osservatorio di 720 aziende ed hanno constatato che in una scala di valutazione da 0 a 10, il voto medio assegnato per la efficacia del marketing aziendale è attestato a 5,5.
Non posseggono un sito Mobyte, non servono spazi di autocelebrazione nei siti aziendali, in rete si trovano troppi improvvisatori, come molti gestori di siti online da pochissimi anni, bisogna specializzarsi, non fare tutto in famiglia.
Il consiglio degli esperti è NON INVESTIRE NEGLI “ INFLUENCER “ .
Molto importanti sono i 3 canali :
auditivo
visivo
cinestetico, ovvero fare le cose. I 3 canali vanno mixati sapientemente
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