Al primo impatto sono profumi di mela e di fiori bianchi a caratterizzarlo, poi al gusto rivela ora una fresca piacevolezza, ora una complessità inaspettata.
( N.d.r. )-Tratto da Wikipedia :Il termine Pinot indica una serie di vitigni differenti, che si distinguono per caratteristiche e per utilizzo e che discendono geneticamente dal Pinot nero (o Pinot noir).
Il termine pinot sembra derivare da “pigna”, è più specificatamente “piccola pigna”, a significare sia la modesta dimensione del grappolo, che la caratteristica di avere gli acini fitti, appressati, appunto come le squame di una pigna.
È un vino versatile il Pinot Bianco dell’Alto Adige, cambia veste e struttura a seconda dei terreni, delle esposizioni, delle altitudini in cui la vite è allevata. Così dove prevalgono terreni sabbiosi o argillosi od originati da depositi alluvionali, che trattengono maggiormente il calore diurno, si ottengono vini generosi che si distinguono per rotondità, pienezza, grande fruttato. Mentre sono vini minerali, sapidi, dalla grande capacità evolutiva quelli che trovano il loro humus in suoli ricchi di rocce di porfido, dal caratteristico color rossastro.
In un breve percorso che attraversa l’Alto Adige da sud verso nord si possono scoprire le tante facce del Pinot Bianco. Peter Zemmer, dell’omonima cantina della Bassa Atesina, sostiene che “è un vino che richiede il giusto approccio, che ha personalità e che rispecchia il territorio. Un vino per appassionati e intenditori”
Fondamentale per Hans Terzer, enologo della Cantina di San Michele Appiano, è l’habitat in cui viene allevato questo vitigno, zona di grande vocazione sono ad esempio le pendici di Appiano, “sulle colline fresche e ben ventilate dai terreni ghiaiosi ricchi di calcio. Per la nostra cantina il Pinot Bianco è il vitigno più importante e sarà uno dei nostri girelli più preziosi”.
Anche per Rudi Kofler, enologo della Cantina di Terlano, il Pinot Bianco richiede terreni specifici e determinate altitudini: “Le principali caratteristiche del Pinot Bianco Terlano sono la sua finezza e la sua eleganza, le note minerali e salate e per quanto riguarda la Riserva anche la grande longevità. Sono rocce porfiriche rosse quelle su cui si incuneano i vigneti di Terlano, tante piccole terrazze al sole che traggono origine direttamente dal fuoco.”
E infine la Val Venosta i cui terreni, magri e sabbiosi, impongono una viticoltura da clima fresco da cui nascono vini di grande raffinatezza. Anche qua il Pinot Bianco è un’uva importante che riesce a dare risultati di grande personalità. “Il clima asciutto in quota favorisce molto questo vitigno che acquisisce marcate note minerali di tipo fortemente settentrionale” afferma Martin Aurich dell’Azienda Agricola Unterortl di Naturno.
Fu l’arciduca Giovanni d’Austria, almeno così narrano le cronache, a introdurre il Pinot Bianco in Alto Adige a metà dell’800. E fu subito amore: il clima, i suoli, le altitudini, le forti escursioni termiche nel delicato periodo di fine maturazione dei grappoli hanno consentito il perfetto adattamento di questo vitigno, oggi presente nella provincia di Bolzano con 503 ettari di filari (quasi il 10% dell’intera superficie vitata). I vigneti sono collocati per lo più tra i 400 ed i 600 metri s.l.m ma non disdegnano di inerpicarsi anche a maggiori altitudini. Tutte le aree vitate dell’Alto Adige sono interessate alla produzione del Pinot Bianco, ad eccezione della Valle Isarco dove il clima si fa più alpino. Le forme di allevamento più diffuse sono quelle a pergola e a spalliera. I grappoli sono compatti, con acini piccoli di colore giallo tendente al verde, le stesse nuances che poi si ritrovano nel bicchiere.
( Fonte magazine.quotidiano.net )