Una scelta obbligata avvalorata anche da nuove ricerche. La correlazione tra esposizione a pesticidi e danni genetici, e l’incredibile – 97% di pesticidi liberati nell’aria che deriverebbe da una conversione totale dell’agricoltura americana. Due studi a confronto per continuare a riflettere sui rischi per la salute e su quanto sia facile porvi rimedio.
Il primo studio è stato condotto da un’università del Punjab, che ha analizzato lo sviluppo di uno stato di disordine genetico provocato da un’eccessiva esposizione a pesticidi. La ricerca ha preso in esame un gruppo di agricoltori, e ne ha analizzato il dna in momenti diversi, cioè in periodi dell’anno corrispondenti ad un differente intensità nell’attività lavorativa. I dati non lasciano dubbi riguardo i rischi cui sono esposti questi agricoltori. Il Punjab ha sempre rappresentato il “granaio” per il sistema socio economico dell’area indiana, e il sangue dei contadini di questa zona lo conferma dal momento che presenta da sempre percentuali elevatissime di sostanze tossiche.
Secondo uno studio condotto nel 2005 dal Centre for Science and Environment, la concentrazione di pesticidi nel sangue di un contadino del Punjab è da 16 a 605 superiore di quella di un collega americano. Ad incidere maggiormente, puntualizza la ricerca più recente, è anche la mancanza di consapevolezza riguardo i rischi e l’ assoluta inesistenza di precauzioni da parte degli operatori. Inoltre, rileva scandalizzata sempre la stessa ricerca, spesso i contenitori usati dei pesticidi vengono poi utilizzati come stoviglie in cucina. Il quadro è abbastanza chiaro: vi è un contesto sociale culturalmente arretrato dove molte persone mettono a repentaglio la propria vita applicando tecniche pericolose per perseguire attività agricole su ampia scala. Queste persone, non usando alcuna forma di precauzione, evidentemente non sono mai state rese edotte dei rischi a cui vanno incontro. Il fatto che i pesticidi provochino problemi genetici e incidano sull’insorgenza di patologie quali i tumori è invece molto evidente in occidente.
L’argomento è sempre molto efficace quando si vuole proporre i benefici di un’alimentazione priva di residui di sintesi e pesticidi, ma ora, grazie alla ricerca condotta dal dott. Charles Benbrook, responsabile scientifico per l’Organic Center, per la prima volta si arriva addirittura a quantificare il beneficio derivante dall’adozione dei metodi biologici nella coltivazione biologica. Negli Usa solo il 3% degli appezzamenti agricoli sono dedicati alla coltivazione di frutta e vegetali. Ma questa piccola porzione in realtà incide con maggior preponderanza sui rischi che i pesticidi comportano. Secondo l’Organic center la conversione al biologico dei 3 milioni e duecento mila ettari che negli Usa sono coltivati e l’importazione di ortofrutta esclusivamente certificata biologica, ridurrebbero del 97% dei rischi di assunzione di pesticidi.
“Recenti ricerche hanno confermato – ha spiegato il dott. Benbrook – quanto sia forte il collegamento tra l’esposizione a pesticidi in fase di sviluppo pre natale e durante l’infanzia, e l’insorgenza di rischi patologici nel breve termine. Feti non sviluppati, sviluppo anormali del sistema nervoso e cerebrale, così come diabete e cancro.”
I rischi non si limitano all’assunzione di frutta e verdura perché i depositi di sostanze tossiche finiscono lungo le falde acquifere e ritornano in circolo lungo il ciclo idrico. “Ma tutti gli americani, con sorprendente frequenza, inclusi bambini e sono esposti ai rischi dei pesticidi, per via dlela dieta e dell’acqua che assumono,” ha continuato Benbrook.
Un’indagine recente del dipartimento alimentare Usa dimostra che ogni giorno la maggior parte della popolazione ingerisce almeno dai 3 ai 4 diversi residui chimici attraverso la frutta e la verdura che mangiano. Sommando i residui chimici presenti nel latte, nell’acqua e negli altri cibi, si arriva tranquillamente ad assumere dai 10 ai 13 elementi tossici quotidianamente.
La soluzione? Ovviamente il risultato più efficace si può ottenere solo limitando la quantità di pesticidi nell’aria, e il modo migliore è quello di aumentare le coltivazioni biologiche. “Mentre ci vorranno anni per la conversione della maggior parte delle coltivazioni americane di frutta e verdura -ha spiegato Benbrook – il processo sta già sviluppandosi con velocità soprattutto nella parte occidentale degli Usa”. La produzione biologica oggi rappresenta circa il 10% del mercato di frutta e verdura. Alcuni grosse aziende dell’ortofrutta hanno già annunciato aggressivi piani di conversione della propria produzione per incontrare le esigenze di un mercato sempre più crescente. Questo risultato, conferma la ricerca dell’Organic Center, inciderebbe in maniera sostanziale sull’esposizione da pesticidi, riducendo i fattori di rischio per molte malattie.
La lista della frutta e verdura con il più alto fattore di rischio per concentrazione di pesticidi si può scaricare nel sito dell’ organic-center.org
Mentre qui è disponibile gratuitamente la ricerca completa al link:
http://www.greenplanet.net/component/option,com_docman/task,doc_download/gid,30/Itemid,/
( Fonte Greenplanet )