Tra vigneti e paesaggi mozzafiato, alla scoperta del liquore nazionale
Intenso, aromatico, trasparente: Pisco, il celebre distillato peruviano di mosto d’uva, è il liquore del momento. Puro, tradizionale con la chiara d’uovo o miscelato su una base sour con succo di limone, ghiaccio e zucchero dilaga nei cocktail dei migliori bar e locali europei. E’ arrivata anche in Italia la moda di bere Pisco sour o Manhattan Pisco – insieme a whisky, vermourth, angostura, scorza d’arancia e ghiaccio – grazie alla promozione dell’ufficio commerciale del Perù che organizza degustazioni dell’acquavite, abbinate a spettacoli di folclore andino.
Per scoprire i vigneti e le cantine produttrici di Pisco si vola fino a Lima e si viaggia verso sud, a Ica, dipartimento peruviano famoso per i suoi generosi vigneti e per le antiche cantine coloniali. La rigogliosa e fertile regione offre paesaggi mozzafiato e bellezze naturali – dune, vallate, deserti e lagune – tutte da scoprire. Gli antichi vigneti di Ica, che risalgono al 1546, quando Francisco de Caravantes li portò dalle isole Canarie, producono il miglior vino del Paese sudamericano e un eccellente Pisco che, assieme a quello prodotto nei dipartimenti di Lima, Arequipa e Moquegua, viene esportato in tutto il mondo. La produzione di Pisco avviene in tre tipologie – Quebranta, Italia e Acholado – e segue le tecniche usate ai tempi della dominazione spagnola, quando l’acquavite si distillava in haciendas private e si vendeva ai marinai diretti al porto di Pisco, l’antica CAPITALE del vicereame, che poi ha dato il nome al liquore.
In particolare l’oasi verde di Ica, conosciuta per la grande produzione di asparagi, cotone e frutta, divenne presto la migliore regione vinicola del Paese: qui, oggi, sono 300 i produttori dell’acquavite e più di 100 le cantine e le riserve vitivinicole artigianali, molte delle quali da visitare e dove fare degustazioni, ottimi pranzi, escursioni e passeggiate a cavallo. Per scoprirle è stata creata la ruta del Pisco, strada turistico-enologica che si snoda lungo la Panamericana, la litoranea a sud di Lima, e che permette di conoscere il territorio camminando nei vigneti ed entrando nelle singole cantine.
Dal chilometro 199 al 291 si visitano a Chincha le cantine tradizionali Tabernero, Viñas de oro e a Paracas il museo del Pisco, l’unico al mondo dedicato allo studio e alla diffusione della bevanda alcolica più famosa del Perù. Dal chilometro 291 fino al 308 si entra nel territorio di Ica e si visitano le cantine CITEvid, associazione di viticoltori che fanno scuola e organizzano visite guidate; El Carmelo, dove è possibile sostare per la notte e fare un salto nel passato inca; la storica Lovera Pérez e la distilleria La Caravedo, vera istituzione che produce 6 milioni di litri di Pisco all’anno.
( Perù: i vigneti del dipartimento di Ica, dove si produce un ottimo Pisco, celebre acquavite peruviana )
Addentrandosi nell’entroterra si trovano altre cantine storiche dove fare degustazioni, acquisti o semplici visite: Doña Juanita con uno strepitoso ristorante inca; El Catador, che produce Pisco nelle tradizionali botijas; Tacama, la cantina più antica all’interno di un monastero agostiniano; Viñas Queirolo, cantina fondata nel 1880 e con un piccolo e delizioso ALBERGO; Vista Alegre, ultima tappa del percorso. L’amore dei peruviani per il Pisco è grande: non c’è solo una strada dedicata al celebre liquore, ma anche il riconoscimento come patrimonio culturale e l’istituzione di una giornata – El dia del Pisco – che si svolge la quarta settimana di luglio e di un festival nazionale che si tiene a settembre.
Attraversare la ruta del Pisco permette di scoprire le bellezze naturali della regione, 300 chilometri a sud della CAPITALE, dove le colline punteggiate di vigneti si alternano a dune e a zone desertiche. Ad appena quindici minuti da Ica, infatti, inizia il deserto che ospita la splendida laguna Huacachina e imponenti dune di sabbia, alte anche più di 100 metri, paradiso per gli amanti del sandboard. Meritano una visita la riserva naturale di Paracas, di cui fanno parte le islas Ballestas, uno dei più ricchi ecosistemi marini del mondo, e, poco più a sud, le misteriose linee di Nazca, dichiarate patrimonio culturale dell’Umanità e visibili solo a bordo di piccoli aeromobili.
( Fonte Ansa )
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