Il decreto “Terrevive” ha dato il via alla messa in vendita di 5.500 ettari di terreni agricoli pubblici, con prelazione agli “under 40”, per incentivare il ricambio generazionale e l’imprenditoria giovanile. Le terre, equivalenti a circa 7mila campi da calcio, saranno concesse in affitto o cedute dal prossimo settembre
Il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali rende noto che il Ministro Maurizio Martina (nella foto in basso a sinistra) ha firmato il decreto “Terrevive”, che consente la messa in vendita o in locazione di 5.500 ettari di terreni agricoli pubblici, con prelazione agli under 40, in attuazione dell’art. 66, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27.
Il provvedimento, di concerto con il ministero dell’Economia e delle finanze, individua i terreni coinvolti che appartengono nello specifico al Demanio (per 2480 ettari), al Corpo forestale dello Stato (2148), al Cra – Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura (882). Ai terreni alienati o locati non potrà essere attribuita una destinazione urbanistica diversa da quella agricola prima di 20 anni dalla trascrizione dei contratti nei pubblici registri immobiliari.
«È la prima volta in assoluto – ha dichiarato il Ministro Martina – che terreni pubblici statali vengono coinvolti in un progetto di questa portata per incentivare il ricambio generazionale e l’imprenditorialità giovanile in campo agricolo. Nei prossimi mesi proseguiremo questo lavoro anche con le Regioni e i Comuni, che potranno dare nuova vita al loro patrimonio di terre agricole incolte».
«Vogliamo rendere di nuovo produttive tante terre – continua Martina – troppo spesso frazionate, che potranno contribuire al rilancio del settore. Il decreto “Terrevive” si inserisce nel piano che questo Governo sta portando avanti nell’agroalimentare e si coordina con le azioni di “Campolibero”, approvato la scorsa settimana al Senato, come i MUTUI a tasso zero per i giovani e soprattutto la detrazione del 19% per affitto di terreni da parte degli under 35».
Le terre, equivalenti a circa 7mila campi da calcio, saranno concesse in affitto o cedute da settembre, con prelazione per i giovani e con procedure trasparenti. Per la vendita di terreni che hanno un valore superiore ai 100mila euro si procederà tramite asta pubblica. Al di sotto dei 100mila euro, come previsto dalla legge emanata dal Governo Monti, si farà ricorso a procedure negoziate, con pubblicazione dell’elenco dei terreni sulla stampa e sul sito dell’Agenzia del Demanio e aggiudicazione alla migliore offerta rispetto alla base di partenza.
Alla locazione è destinata una quota minima del 20% del totale delle aree individuate più i lotti che rimarranno eventualmente invenduti, con una prelazione sempre per i giovani. Sia in caso di locazione che in caso di vendita è riconosciuta una prelazione per gli eventuali conduttori dei terreni.
Cia: Bene il decreto, ora nuove misure per dare più chance agli “under 40”
«Siamo ovviamente soddisfatti – dichiara il presidente nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori, Dino Scanavino (nella foto in basso a sx) – del decreto firmato dal Ministro Martina che offre un’opportunità interessante al settore, guardando ai giovani. Liberare i terreni agricoli pubblici per la vendita o l’affitto è, tra l’altro, una nostra proposta avanzata con forza già nel 2010 con la “Banca della terra”. Ora questa misura potrà diventare una vera chance per gli “under 40” se accompagnata da validi strumenti creditizi, che sostengano i nuovi imprenditori nella fase di start-up».
«È chiaro -osserva Scanavino- che per agevolare l’ingresso delle nuove leve in agricoltura bisogna prima di tutto agevolare l’accesso al bene terra. In un Paese segnato dalla scarsa mobilità fondiaria, acquistare ai prezzi di mercato è quasi impossibile: se in Francia un ettaro costa in media 5.500 euro e in Germania 6.500 euro, in Italia un ettaro di terreno viaggia mediamente intorno ai 18mila euro. E anche l’affitto, soprattutto in alcune zone a forte caratterizzazione produttiva e territoriale, è proibitivo. Per questo è importante la misura messa a punto con il decreto, che potrà generare nuova occupazione tutta giovane in un comparto fondamentale del Paese che tra produzione agricola e industria alimentare vale il 15% del Pil».
«Comunque – prosegue il presidente della Cia – la questione cruciale del ricambio generazionale in agricoltura, che in Italia è una priorità imprescindibile, passa attraverso la capacità di incentivare i giovani a entrare nel settore con una strategia più complessiva. Mi riferisco a quelle misure più pragmatiche che possono essere inserite nella Pac».
In questo senso «è necessario insistere – evidenzia Scanavino – affinché Bruxelles riveda la posizione sugli “aiuti di Stato” e si attivino quelle sinergie con gli istituti bancari per favorire l’accesso al credito per i giovani. Un altro passaggio importante, sempre nell’ottica di privilegiare i giovani è quello relativo all’applicazione della nuova Pac in Italia. Come nel caso del controverso articolo 50 del Regolamento 1307/13, che prevede un pagamento supplementare per i giovani, una sorta di “premio” a sostegno dei nuovi imprenditori».
«Proprio condividendo la ratio della misura – conclude il presidente della Cia – riteniamo che il pagamento supplementare debba essere pari al 25% del valore del pagamento nazionale medio e non pari al 25% del valore del “titolo base individuale” dell’azienda. Questo perché trattandosi di giovani al primo insediamento è più equo e opportuno optare per la prima soluzione, piuttosto che assegnarli a “un titolo” che in teoria potrebbe essere stato costruito molti anni prima e da altri imprenditori».
( Fonte italiaatavola.net )
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