Il clima taglia la produzione, il caro energia ne impenna i costi: l’inflazione è servita
Chiaramonte Gulfi – Dopo il vino calato del 15% e il miele addirittura del 40%, pure le olive in Sicilia hanno segnato un -30% nella raccolta: significa che sugli scaffali dei supermercati mancherà una bottiglia d’olio d’oliva su 3 rispetto all’anno scorso, con inevitabili aumenti. Non è solo il clima, con lo scirocco di maggio, ad aver infiammato i prezzi e abbattuto la produzione a 197mila tonnellate di olive contro le 300mila del 2021: il problema sta nel forte aumento dei costi di materiali agricoli e bollette, denuncia l’ultimo report Coldiretti-Unaprol. Per trasportare una pedana di olio da 900 chili si è passati da 90 ad almeno 150 euro.
Se il costo dell’elettricità è quintuplicato, le altre voci dello scontrino non scherzano: concimi +170%, gasolio +129, plastica +70, barattoli di banda stagnata +60, cartone +45, etichette +35, vetro +30%. Secondo i dati Crea, quasi una azienda olivicola su 10 lavora in perdita ed è a rischio chiusura. La Sicilia – seconda produttrice italiana di olive dietro la Puglia – è la prima regione ad avviare la raccolta a partire dal Ragusano e via via verso Agrigento e Trapani, dove la campagna si sta concludendo in questi giorni. “Nel 2021 il prezzo per la frangitura di 1 quintale di olive era 13 euro, quest’anno ce ne vogliono 16” dicono dall’Oleificio Todaro di Valderice -. Di conseguenza l’olio extravergine passerà da 4 a 5 euro al kg”.
“Il calo di produzione – conferma Mario Terrasi di Coldiretti e nel cda di Unaprol – sarà coperto con le riserve dello scorso anno ma proprio su queste registriamo già un incremento di prezzo, sia allo scaffale sia per i ristoratori” e che si aggira anch’esso sui 5 euro al kg. Nella provincia di Ragusa, poi, pesa anche la capacità di spesa delle imprese e l’immobilismo economico nell’adeguamento di macchinari e processi alle nuove sfide della modernità. Ci sono però delle eccezioni: proprio in questi giorni a Chiaramonte Gulfi è entrato in funzione il moderno frantoio 4.0 di Frantoi Cutrera, un polo tecnologico costato 13milioni di euro su un’area di 40mila mq. C’è anche un baglio-museo, un’area didattica e una scuola dell’olio evo.
Le cifre parlano di 60mila quintali di olive lavorate l’anno, 7mila quintali di olio prodotti per un totale di circa un milione di bottiglie. Ma la qualità si paga e, in piena inflazione, il carrello alimentare è tra i primi capitoli ad essere sforbiciati dai budget familiari. “Per portarsi a casa una bottiglia di olio extravergine al 100% siciliano o italiano – avverte Terrasi – non si deve scendere sotto i 9 euro al litro. Fra 5 e 7 euro si acquista un buon prodotto di olive europee, ma se si scende ai 4 euro io non lo consiglierei neanche come lubrificante”. C’è sempre il rischio di truffe, con oli provenienti da paesi esteri e spacciati per nostrani, ma “per le grandi marche e i prodotti dop e Igp ci sono ferrei controlli”.
( Fonte Ragusa News )