L’Olio extra vergine di oliva è il prodotto piu’ facilmente imitabile, ovvero un banale olio di semi con l’aggiunta di beta-carotene e clorofilla può essere spacciato per olio Evo, molto difficilmente il consumatore medio se ne potrà accorgere !
Tunisia, Marocco, Spagna e Grecia sono i principali paesi dai quali importiamo olio. Molto spesso quello stesso olio, già scadente di per se, viene manipolato, miscelato e reimbottigliato in modo fraudolento. Mischiato con olio italiano.
Addizionato per lo più con beta-carotene (per mascherare il sapore) e clorofilla (per modificarne il colore), viene venduto con l’etichetta “extravergine made in Italy”. Olio di semi e olio di sansa sono le “basi” più utilizzate dai furbetti della tavola, per lo più imbottigliatori.
Tecnicamente la frode si chiama adulterazione e contraffazione. È una scelta sleale alla quale ricorrono aziende senza scrupoli, alle quali nulla interessa della salute pubblica, ma solamente il guadagnare rapidamente. Questo è quello che ha scatenato l’ira del NewYork Times Olio italiano ma solo sull’etichetta, ecco la truffa che indigna l’America.
L’unico modo per sottrarsi a queste truffe consiste nell’acquistare solo olio extravergine di oliva che riporti la denominazione “d.o.p.”, sigla che sta per “denominazione di origine protetta”, qualifica in grado di garantire relativamente alla zona di produzione e di lavorazione del prodotto.
Una frequente pratica delle contraffazioni fa in modo che spesso giunga in Italia olio targato come olio d’oliva ma che nei paesi d’origine era tutt’altro. Questo delinquenziale raggiro viene attuato per mezzo delle cosiddette “triangolazioni”, ovvero le navi che trasportano olio di semi proveniente da paesi extracomunitari fanno sosta in un porto comunitario, poi successivamente giungono in Italia con un carico “miracolosamente” trasformato in olio di oliva.
La più grave di queste sofisticazioni , trasformava in “olio extravergine d’oliva”, sempre con l’aggiunta di clorofilla, il non commestibile olio lampante (cioè olio di scarti di lavorazione, o di noccioli, non destinato a consumo umano, bensì a essere bruciato come combustibile).
Alla luce di tutto questo, è facile comprendere il motivo per il quale spesso si trova in commercio olio d’oliva venduto ad un prezzo talmente esiguo da non poter neanche coprire i costi di acquisto delle olive da parte dell’agricoltore.
Diciamo che oggi, ma non da oggi, un buon olio Evo non può costare meno di 8/9 euro al litro, in quanto sotto questa soglia non si potrebbero coprire nemmeno i costi di produzione.