Si è chiusa domenica 7 giugno la prima edizione di Nobili aromi, la manifestazione organizzata da Mosaico Piacentino e Skriba dedicata ai vini aromatici italiani.
Le colline della Val Tidone si sono presentate nella loro veste migliore, un week end limpido e assolato (forse un po’ troppo ventoso… ), ed hanno saputo incantare tutti i partecipanti così come la splendida cornice del castello di Corticelli. Primo risultato raggiunto dalla manifestazione è stato dunque quello di far conoscere il nostro territorio a chi non l’aveva mai visitato. Il prossimo anno, dicono gli organizzatori, farà da scenario a Nobili Aromi un’altra valle dei Colli Piacentini.
Il nostro territorio si è fatto anche scoprire attraverso i profumi e i sapori dei nostri vini, in particolare della Malvasia di Candia aromatica che è stata presentata soprattutto nelle versioni ferma e passita. Il confronto con più blasonati vitigni aromatici italiani è stato più che positivo per la nostra malvasia piacentina che in degustazione si è dimostrata assolutamente all’altezza di Gewurtraminer, Muller Turgau, Kerner, Moscato piemontese, Moscato siciliano e Moscato giallo dei Colli Euganei. Interessante anche la presenza di vitigni aromatici a bacca rossa come il Brachetto, l’Aleatico dell’Elba, il Moscato rosa del Trentino.
Sabato mattina nel corso del convegno scientifico Vini aromatici, un momento d’oro, condotto da Bruno Donati, abbiamo potuto approfondire il tema degli aromi del vino grazie alla relazione di Fulvio Mattivi del Centro di Ricerca Mach di San Michele all’Adige, della loro relazione non solo con le caratteristiche originali del singolo vitigno, ma anche con il terroir, le tecniche di coltivazione e di trasformazione messe in atto da ogni singolo produttore. A seguire il prof. Mario Fregoni dell’Università Cattolica di Piacenza ha fatto gli onori di casa presentando le caratteristiche della Malvasia di Candia aromatica e le sue parentele e differenze rispetto a tutte le altre malvasie presenti in Italia e nel mondo.
Il nome Malvasia infatti è uno dei più diffusi per i vitigni in Italia, esistono decine di varietà di uva che portano questo nome, ne esiste addirittura una diffusa nel Lazio che si chiama Malvasia di Candia e che non deve essere confusa con quella aromatica piacentina. Provate a vedere cosa dice (cliccando sul link seguente) Wikipedia alla voce Malvasia! Secondo dati risalenti al 2000 gli ettari coltivati a Malvasia in Italia erano 1700, di cui 1000 sui colli piacentini e di questi l’80% in Val Tidone.
Ed è proprio qui in Val Tidone che il Prof. Fregoni, insieme allo staff dell’Università e alla Cantina di Vicobarone, sta lavorando ad una micro-zonazione che dovrebbe evidenziare tutte le zone più adatte alla coltivazione di quest’uva per raggiungere risulatati eccellenti in termini di qualità del vino. Ancora una volta egli ha evidenziato la necessità di procedere a una ridefinizione delle DOC piacentine che leghino i nostri vini al territorio e non al vitigno per tutelare l’unicità dei nostri vini. Il Prof. Fregoni ha però aggiunto un ultimo importantissimo punto riguardante la qualità della Malvasia di Candia aromatica e di ogni vitigno, l’importanza della selezione massale che, sola, può garantire la complessità intravarietale: “Noi ci siamo invaghiti della selezione clonale, ma le varietà ereditate dal passato sono popolazioni di cloni che garantiscono la complessità intravarietale. Abbiamo lavorato sui cloni per contrastare le malattie, ma è possibile fare selzione massale eliminando solo le piante malate e tenendo le altre. Ad oggi esistono in commercio 3 cloni di Malvasia di Candia aromatica, ma non si può rappresentare la complessità di questo vitigno con soli 3 cloni. La Malvasia di Candia aromatica è un territorio ancora inesplorato, ma grazie al lavoro di alcuni produttori che hanno iniziato a vinificare a secco negli ultimi anni si sono fatti grandi passi in avanti”.
La nostra domanda allora riguarda i motivi per cui questo vitigno non è mai emerso all’attenzione nazionale… le ragioni sono tante e ci torneremo sopra…
Kerner 2007 e 2001 di Abbazia di Novacella,
Gewurtraminer 2007 e 2000 di Cantina Tramin,
Sauvignon 2006 e 1995 di Le Vie di Romans,
Sorriso di Cielo – Malvasia di Candia aromatica 2007, 2000 e 1995 di La Tosa,
Muller Thurgau 2008 e 1981 di Pojer e Sandri,
Moscato Rosa 2008 e 2002 di Zeni
Abbiamo notato la bellissima evoluzione di questi vini che hanno un’ottima capacità di evolvere nel tempo.
In conclusione una manifestazione che ha offerto varie sfaccettature e diversi spunti di lavoro per portare questo nostro vitigno sul panorama nazionale, ma anche per scoprire nei vini aromatici italiani un modo di bere che può dare soddisfazione, come diceva Adua Villa, sia agli appassionati più attenti che ai bevitori occasionali.
Complimenti ancora per la passione che i produttori di Mosaico Piacentino hanno messo nel portare avanti questo progetto e arrivederci alla prossima edizione!
( Fonte Vinipiacentini.net )
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