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News: Cosa insegna il caso Brunello di Montalcino

Dalle pagine di Winetaste il sig. Angelo Gaja, porta a conoscenza dei lettori il suo pensiero


in merito alla vicenda Brunello, ed in modo particolare sulla questione dei disciplinari italiani.


 


 


Ricevo, e volentieri pubblico, le riflessioni del sig. Angelo Gaja, il quale si avvale anche del mio sito, e di questo lo ringrazio,  per fare conoscere il suo parere in merito alla vicenda Brunello, disciplinari ecc.


Se la notizia comparsa in internet, in questi giorni, fosse avvalorata, secondo cui i cugini doltralpe, stanno sperimentando e lo proveranno per 5/6 vendemmie, luso e laggiunta di vitigni migliorativi a quelli fino ad oggi usati per i grandi Bordeaux, credo ci sar da riflettere molto ed attentamente.


I francesi , risaputo, sono allavanguardia nella produzione di vini a livello mondiale ( specialmente nelle tipologie bianche ), e ben poco hanno da imparare da altre zone vitivinicole, e se stanno sperimentando luso di vitigni migliorativi, perch noi italiani dovremmo essere sempre in ritardo al loro cospetto, ed ancora una volta arrivare per ultimi ?


Gi da diversi mesi, da queste pagine, ho sostenuto e motivato il fatto che


I DISCIPLINARI NON SONO INGESSATI   ( leggi al link: https://www.winetaste.it/ita/anteprima.php?id=3949


 )


trovandomi in sintonia di pensiero con i GRANDI del vino italiano


( a differenza di alcuni blateratori, che riempiono pagine e pagine di scritti senza fondamento. !! ) , tra i quali sicuramente collocato il sig. Angelo Gaja, ma anche l Enologo Vittorio Fiore ecc.


Buona lettura


Roberto Gatti


 


 


A differenza della Francia, lItalia prescrive in tutti i disciplinari dei vini a DOC e DOCG percentuali di impiego delle variet di uva autorizzate alla loro produzione. Al fine di contrastare la violazione di detta norma, e quindi di contrastare la frode commerciale, vi tutto uno schieramento di provvedimenti che nel tempo si sono dimostrati di scarsa efficacia: analisi del vino nel corso del processo di maturazione in botte, degustazione organolettica, controlli da eseguire su di una pletora di registri, applicazione sulla bottiglia di contrassegni di stato o di sigilli di garanzia


Nellindagine in corso a Montalcino la Procura di Siena riconosce valido il metodo di analisi messo a punto dal laboratorio Enosis di Donato Lanati che in grado di accertare nei vini, posti sotto sequestro, la presenza di altre variet anzich del 100% di Sangiovese.


Non era mai avvenuto prima che questo tipo di analisi venisse utilizzato dagli organi di controllo al fine di accertare la corrispondenza varietale di un vino a quanto prescritto dal disciplinare di produzione. 


La stessa analisi pu anche essere estesa ad accertare che nei vini a DOC ed a DOCG, ove si contempli limpiego del 15% di altre variet, la percentuale non venga abusivamente dilatata.


Lapplicazione su larga scala del metodo di analisi dinanzi citato introdurrebbe non poche novit: gli imbottigliatori, prima di perfezionare lacquisto allingrosso di un vino, avrebbero la possibilit di verificarne la corrispondenza al disciplinare di produzione; verrebbe semplificato e migliorato il farraginoso sistema di controllo in atto per i vini a DOC e DOCG; diverrebbe finalmente possibile eseguire i controlli a valle, e cio su campioni di bottiglie prelevate direttamente dal mercato, anzich continuare eternamente a chiedersi come diavolo facciano bottiglie di Chianti, di Barbera Piemonte, di Nero dAvola ad essere vendute al pubblico a prezzi indecentemente bassi.


C per anche laltra faccia della medaglia a creare preoccupazione: che nascano arbitrariet oppure esploda il contenzioso tra organi di controllo e produttori; che crescano le pressioni per ottenere la modifica di disciplinari ritenuti troppo rigidi mentre lautorit competente per la loro approvazione sar nel frattempo trasferita a Bruxelles; che cresca la disaffezione per i vini a DOC e DOCG in favore di vini a marchio aziendale; che il metodo di analisi riconosciuto in Italia venga adottato anche da laboratori esteri al fine di verificare la corrispondenza ai rispettivi disciplinari di produzione di vini italiani importati nei loro Paesi.


Un fatto certo: con il precedente della Procura di Siena, per i vini italiani a DOC e DOCG non pu pi essere tutto come prima.


Occorre che i produttori ne prendano coscienza accogliendo positivamente il salto di qualit (e di prezzo) da compiere, ritrovando coesione ed unit di intenti e contribuendo ad ispirare i cambiamenti che si renderanno necessari.  


 


 


Angelo Gaja


7 Gennaio 2009


 


 


 


 

Roberto Gatti

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali: » Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente ); >>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino >>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest >>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge ed ai maggiori concorsi italiani.

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