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«Nell’Amarone Quintarelli ci sono il mito e la filosofia di mio nonno»

Francesco, il nipote di «Bepi», spiega così l’elevato valore del loro prodotto

 

( Giuseppe Quintarelli )

VERONA Una sua bottiglia non ha raggiunto ancora il valore di un Romanée – Conti, il vino più costoso al mondo, ma quando si parla di Giuseppe Quintarelli, ben oltre Verona, si intende mito puro. Il grande profeta dell’Amarone, il patriarca della Valpolicella, incute rispetto al solo nominarlo anche dopo che la gestione della campagna e della cantina, in seguito alla morte del grande «Bepi», è passata alla figlia Fiorenza e ai figli di lei, Francesco e Lorenzo.

La filosofia è la stessa del patron: niente sito internet, figurarsi i social, nessuna presenza al Vinitaly, nemmeno le insegne per arrivare alla celebre cantina di via Cerè, a Negrar. «Eppure – ricorda il nipote Francesco Grigoli Quintarelli, che oggi è impegnato nella gestione commerciale dell’azienda – i clienti sono sempre venuti a trovarci, da tutte le parti del mondo. Era questa la filosofia del nonno: non era lui che andava a vendere il proprio vino, ma sarebbero stati i clienti a chiederglielo ». E per ottenere questo risultato, il prodotto, cioè l’Amarone e tutti i vini che nascono da quei 12 ettari di proprietà, doveva essere di qualità eccelsa. Il prezzo, va di conseguenza. Non è un caso che l’Amarone Quintarelli e buona parte dei suoi «fratelli» rientri regolarmente nella classifica dei vini italiani più cari. Per quanto riguarda i veronesi, si contende il primato con i vini dell’altro grande patron del Valpolicella: Romano Dal Forno.

 

Per capire, una bottiglia di «Giuseppe Quintarelli, Amarone della Valpolicella Classico, Selezione » del 2000, esattamente il vino che la famiglia ha voluto dedicare al nonno, è in vendita a 780 euro. «Ne sono rimaste appena un migliaio di bottiglie – racconta Lorenzo Grigoli Quintarelli, da poco laureato in enologia – ed è riservato alla nostra clientela di appassionati. Ma anche in questo caso non ne vendiamo più di una, massimo due, bottiglie a persona ».L’investimento, sapendo che si tratta di una bottiglia di vino, è ragguardevole, ma rappresenta anche la massima espressione della Valpolicella.

Con il «Giuseppe Quintarelli, Amarone della Valpolicella Classico, Riserva», ad esempio, il prezzo scende un poco, ma supera abbondantemente i 300 euro. Un po’ come avviene per l’Alzero 2005, il vino che è stato dedicato al ricordo di «nonna Franca», come riportato nell’etichetta. Ma non solo, utilizzando Wine-Searcher, il motore di ricerca dedicato agli appassionati, si capisce che si sta parlando di bottiglie ormai difficilmente trovabili. Nonostante, appunto, rientrino sempre nella classifica dei vini più costosi. «Il valore, anche economico che viene dato a queste bottiglie – spiega Lorenzo – in realtà è anche il riconoscimento all’impegno che mio nonno ha profuso durante tutta la sua vita. Ha speso tutto se stesso per ottenere questi risultati e il suo lavoro è diventato un punto di riferimento per tutta la zona».

 

( il nipote Francesco )

Sarà anche per questo che le 60mila bottiglie, circa, che vengono prodotte ogni anno dalla celebre cantina trovano tutte un compratore. L’80% dell’intera produzione va all’estero, con Stati Uniti, Canada e poi Australia, Hong Kong e Shanghai, destinazioni più frequenti. Anche se per le bottiglie di maggior pregio gli appassionati italiani di certo non mancano. «Questi prezzi – analizza Francesco – sono, in realtà, il valore del tutto che danno i nostri clienti appassionati: certo, al marchio, ma soprattutto, alla persona, al mito e alla filosofia di questa cantina».

 

 

( Fonte Corriere del Veneto )

 

 

Annotazioni a margine

Sono stato, appena dopo un mese dalla scomparsa ” del Bebi ” Quintarelli a fare visita a questa azienda leader della Valpolicella, ne ho scritto un ampio e dettagliato rapporto sui vini e sulla figura di questo grande e modesto vitivinicoltore al link :

https://www.winetaste.it/gli-uomini-che-hanno-fatto-grande-la-viticoltura-italiana-quintarelli-giuseppe-la-leggenda-della-valpolicella/

RG

Roberto Gatti

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali: » Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente ); >>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino >>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest >>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge ed ai maggiori concorsi italiani.

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