Dalla collaborazione con aziende della Valpolicella via al progetto con 500 bottiglie
L’idea tecnico-scientifica è della facoltà di Enologia di San Floriano.
Si chiama «Frustula Oenologica A.D. 2011»
il primo vino che dell’«azienda» Università di Verona. È stato presentato ieri a Villa Lebrecht, San Floriano, in Valpolicella, sede del corso di laurea in Viticoltura ed Enologia che fa capo al dipartimento di Biotecnologie dell’Ateneo scaligero.
Qui ha avuto inizio, nei mesi scorsi, una collaborazione con alcune cantine locali, un supporto tecnico e scientifico da parte del dipartimento che ha portato alla realizzazione di questo rosso. Il nome Frustula, che significa piccoli sorsi, è stato scelto per richiamare la tiratura limitata delle bottiglie, solo 500, non disponibili in commercio ma il cui valore sul mercato potrebbe aggirarsi sui 70 euro cadauna.
L’idea di questa nuova etichetta nasce dagli sforzi dei dipartimenti di Biotecnologie e di Economia Aziendale, della Fondazione Cariverona e di altri istituzioni che collaborano insieme per fare dei laboratori di Villa Lebrecht un centro di formazione e ricerca legato alle esigenze del territorio e proiettato nel contesto scientifico internazionale del settore.
«Questo vino», ha spiegato ieri il pro-rettore dell’Università di Verona Bettina Campedelli, «è dedicato all’Ateneo, ed è frutto di una relazione forte tra chi il vino lo pensa, lo studia, lo valorizza, e chi lo produce. Abbiamo al nostro fianco partner come Cariverona, la Camera di commercio, la Fiera e la Provincia: una filiera che ci permetterà di puntare al mercato internazionale».
«È l’inizio di un percorso che sancisce la collaborazione tra l’Università e la filiera del vino Valpolicella e in particolare del vino di qualità», ha sottolineato Giovanni Vallini, direttore del dipartimento di Biotecnologie, «la cultura scientifica e le esigenze produttive possono trovare la giusta coniugazione al fine di implementare aspetti quantitativi e qualitativi della filiera che dalla vigna porta alla bottiglia. Negli anni futuri Frustula sarà l’etichetta che premierà i migliori prodotti nati dalla collaborazione tra ricerca universitaria e produttori di vino».
Al momento sono una dozzina quelle cantine, tutte in Valpolicella, che stanno intrattenendo rapporti con il dipartimento, che chiedono consigli per risolvere criticità e che si fanno assistere in tutta la filiera che va dalla cura dei vitigni alla commercializzazione del prodotto. È stata una queste aziende, che ha preferito restare anonima, a fornire il contenuto delle 500 bottiglie.
«Questo vino rappresenta la tradizione passata attraverso un restyling tecnologico», ha aggiunto Roberto Ferrarini, docente di Enologia e artefice del progetto, «è un prodotto culturale e degustandolo si sente che è espressione forte del territorio».
«Ma noi non siamo l’Università della Valpolicella», ha sottolineato Diego Begalli, docente di Economia all’Ateneo, «rappresentiamo tutto il territorio veronese quindi nelle prossime edizione l’etichetta di Frustula potrà rappresentare altri tipi di vino».
( Fonte Larena )