Mare e Vitovska: un connubio tutto italiano

Questo vino bianco, secco e sapido, che nasce nel Carso, idealmente si sposa alla cucina marinara.

 

Da provare, servito fresco, con un baccalà in olio di cottura con agretti o semplicemente dei crudi di mare di stagione.

Eccoci qua in questa estate ad osservare ed aspettare il momento clou per assaggiare i primi frutti dati da un intero ciclo naturale, quelli del ciclo della vigna. In campagna, il fiore è diventato frutto ed inizia il periodo di maturazione dei primi grappoli di uva che ad agosto cambiano anche colore. L’inizio di luglio ha marcato un vero momento di attesa che può essere riassunto con questi due detti: “Se piove tra luglio e agosto, piove miele, olio e mosto”, oppure, “Se non fa caldo di luglio e di agosto, sarà triste il mosto”. Visti i capricci meteorologici di quest’anno, preferiremmo certamente il primo al secondo! Occorre pure ricordarsi che nell’attesa dell’allegro e generoso momento della vendemmia, il vino deve rimanere in ogni caso il protagonista della nostra vacanza, facendosi discreto, fresco e semplicemente piacevole.

 

Cosa chiedere di meglio di un vino non troppo pesante ed alcolico, avvolgente e fragrante come un fiore bianco prima di una giornata calda? Rimanendo nel panorama dei vini italiani, la Vitovska è decisamente una delle proposte più originali. Parola straniera, slovena (che significa “cavaliere”) “Vitovska” indica sia un’uva autoctona del Friuli sia un vino all’incrocio fra l’aromatica Malvasia e la genuina Glera, meglio conosciuta sotto il nome comune di Prosecco. Identifica un vino bianco, secco e sapido, idealmente servito fresco con un piatto di cucina di mare, come un baccalà in olio di cottura con agretti o semplicemente dei crudi di mare di stagione. Dissetante e sapida, la Vitovska, perlopiù coltivata nella zona del Carso, all’estremo nord del Friuli, riunisce in una bottiglia la brezza del mare, la forza della Bora, la pietra ed anche il legno, quando è utilizzato nella sua lavorazione in cantina. Nasce sulle terre rosse del Carso ed è capace di sopportare, frustata dalla Bora, i freddi invernali e la siccità della stagione calda. Fresca e di struttura elegante, gli aromi primari e giovanili della Vitovka si abbinano con brio ai sentori salini e iodati del mare e dei suoi cibi naturalmente a tendenza dolce e sapida.

 

Alla maniera di un vino bianco della Touraine, notevole per i suoi sentori di fiori d’acacia, la Vitovska evoca un fiore nella sua piena maturità e sembra più vicino allo stile del Harslevelu ungherese utilizzato nella produzione di Tokaj e riconoscibile tramite i suoi aromi fragranti e freschi di tiglio, cerfoglio, magnolia e pera matura. Se vogliamo proprio stupire il nostro “entourage” sceglieremo le etichette storiche delle tenute più note e pioneristiche che sono quelle di Edi Kante, Paolo e Walter Vodopivec, Zidarich, o ancora Silvano Ferluga e Skerk. Non dimenticherei però, essendo donna, la versione vibrante della Vitovska di Elena Parovel che ricorda i litchi, la pietra nella sua grande freschezza e sapidità assieme ad un’eccellente piatto di canocchie di Nassa.

 

( Fonte www.leifoodie.it )