( Nella foto scattata in occasione del Concorso Selezione del Sindaco di Cividale, Maurizio Aguglia il secondo da dx )
Presentazione di Maurizio Aguglia
Chi Maurizio Aguglia ? Per chi Vi scrive innanzi tutto un amico, un collega Sommelier Ais palermitano, un grande appassionato di vino, credo che da piccolo lo abbiano svezzato ” con vino siculo “.
La sua simpatia ed umanit sono grandi, una brava persona.
Questo di oggi un primo scritto di approfondimento, periodicamente ne pubblicher altri su questo sito.
Buona lettura
Roberto Gatti
– Tenuta delle Terre Nere – Feudo di Mezzo – Il Quadro delle Rose – Etna Rosso Doc 2008
Etna, una terra di conquista. Sono stati lungimiranti quei produttori Toscani che gi da circa un decennio hanno piantato radici acquistando terre e antichipalmenti sul Vulcano, avendo capito perfettamente le potenzialit di questo nostro grande territorio. Fra questi c Marco De Grazia, Toscano di adozione nato a Washington.
Il vulcano pi grande dEuropa, e tra i pi attivi al mondo, nei giorni scorsi ha dato spettacolo con fenomeni parossistici (fontane di lava), mettendo in evidenza come queste sue frequenti attivit eruttive possono portare benefici e trasformazioni del suolo nelle quote coltivato a vite. Ad oggi, nelle aree vitivinicole del vulcano, sono state classificate 46 tipologie di suolo che si diversificano, sommariamente, per differenti propriet dei corpi dello stesso e capacit nutrizionali per i raccolti. Anche per queste attivit eruttive cos frequenti, il numero di classificazioni tender sempre pi ad aumentare. Gli ultimi parossismi si sono scaturiti dal pit-crater posto nel basso versante orientale del cono del Cratere di Sud-Est. Ultimo nato (5 Aprile 1971) ed il pi attivo dei quattro crateri sommitali. La Voragine e la Bocca Nuova si sono formati allinterno del Cratere Centrale rispettivamente nel 1945 e 1968; ed il Cratere di Nord- Est (1911) che il punto pi alto del vulcano, 3330 metri,s.l.m., LEtna ricopre unarea di oltre 1250 km2.
Pedologicamente, le precipitazioni di questi materiali eruttivi (lapilli e ceneri) porta un nuovo imprinting di tipicit territoriale nella vitivinicoltura etnea. Le formazioni di depositi piroclastici da caduta, possono essere anche di notevoli volumi. Questi, si vanno a depositare sopra i precedenti strati di rocce magmatiche e ceneri, in un suolo gi ricco di oligominerali come: ferro, calcio, potassio, fosforo, magnesio e manganese, incrementando e rendendo il corpo dello stesso pi dinamico per averlo arricchito ancora di pi di nuove sostanze minerali.
Il Cru Feudo di Mezzo – Il quadro delle Rose – ha una superficie di 1.35 ettari ed una resa di 60 q. Prende il nome dalla forma pressoch quadrata dei terrazzamenti con muri di contenimento a secco in pietra lavica. Nel perimetro delle terrazze sono coltivate le rose che adornano come una cornice il quadro che allinterno raffigura la natura viva dei ceppi di vite. Le rose abbelliscono il cru con delle pennellate di colore, ma servono anche da indicatori di malattie fungine (oidio). Essendo pi sensibili della vite. Il sistema di allevamento il tipico alberello con il sostegno del palo di castagno. I ceppi hanno unet compresa fra i 45 e 75 anni. lAzienda vanta , nel cru in Contrada Calderara, 1 ettaro di ceppi di vite di piede franco che sono stati stimati avere unet che si aggira sui 130 anni (vigneto impiantato nel 1870), da questi si estrae un nettare di vino, il Prephylloxera.
LEtna Rosso Doc 2008 Feudo di Mezzo il Quadro delle Rose composto da Nerello Mascalese per il 98% e Nerello Cappuccio 2%. Fermentazione con macerazione sulle bucce per 10-15 giorni, malolattica e maturazione in barriquedi rovere per il 30%, di cui la met di I passaggio (15%). Ancora, il 35% in Tonneau di 500 e 700 lt., e il restante 35% in botti di 20/30 ettolitri dellartigiano Austriaco Franz Stockinger. Imbottigliato dopo 18 mesi senza essere filtrato. Bottiglie prodotte 8500.
L’Etna con le sue ceneri vulcaniche
Dalla fine degli anni 70 c stato un sostanziale incremento di attivit vulcaniche. Dal 1995 al 2001 sono stati stimati circa 150 parossismi che hanno generato magma e grandi quantit di ceneri. Per la vitivinicoltura eroica che regna sulle pendici del parco dellEtna, le ricadute di ceneri sul suolo sono una vera e propria manna! Queste, apportano nuova linfa al suolo, ed uno dei fattore nutrizionali che imprime tipicit nelle produzioni di vino di qualit che si creano l.
Le ceneri si formano allinterno dei crateri dove lattivit esplosiva si produce per lespansione dei gas contenuti nel magma provocandone la frammentazione in diversi prodotti detti anche tephra o piroclastici che si diversificano per le loro dimensioni in: bombe > di 64 mm, lapilli tra 2 e 64 mm e ceneri < 2 mm. Le frazioni fini di questi materiali eruttivi sono trasportate dal vento anche a distanze considerevoli per poi precipitare al suolo per effetto gravitazionale. In base alla direzione in cui spirano i venti, questi andranno ad incrementare, come se fosse una doccia energetica di sostanze minerali, il suolo di aree o zone del comprensorio etneo e non solo, ogni volta differenti. Per le ceneri, spesso, provocano disaggi nelle aree urbanizzate, danni alle strutture, al territorio e alle specie botaniche. Nelluomo le particelle inferiori a 10 micron possono causare irritazioni agli occhi, alla cute e alle vie respiratorie.
Quando il magma fuoriesce dalla bocca eruttiva si raffredda e inizia a cristallizzare i vari minerali in una sequenza logica che segue un ordine ben preciso. Alle pi alte temperature si cristallizzano i minerali stabili contenenti: magnesio, ferro e calcio; dopodich si formano altri minerali che contengono: sodio, potassio e il quarzo.
Da analisi di laboratorio svolte su campioni di ceneri dellultimo parossismo, raccolte nelle vicinanze dei crateri sommitali ma anche a notevole distanza da questi, si evince che sono particelle juvenili dal carattere primordiale rappresentate da sideromelano (vetro di composizione Basaltica) e tachilite (vetro vulcanico di colore verde scuro, bruno o nero, di natura basica, contenente numerosi cristallini). In buona sostanza sabbia lavica che trasferisce sensazioni organolettiche di tipicit territoriale uniche ai vini dellEtna. Queste caratteristiche di tipicit che si riscontrano nei vini del vulcano, in effetti, non nientaltro che quello che alla ricerca il consumatore disponibile allacquisto che si ormai quasi trasformato nel consumatore consapevole e attento allautenticit del prodotto. Questa tipologia disabbia-lavica, cos particolare nel suo genere, rende i vini del vulcano strutturati, complessi, longevi e dalle caratteristiche organolettiche-territoriali-mineral-laviche uniche.
In Italia esistono altre zone vitivinicole da territorio vulcanico che riescono a fare esprimere alle proprie produzioni di vino, caratteristiche territoriali di tipicit similarial nostro Etna; sono: Vulture, Campi Flegrei, Soave, Eolie, Pantelleria, ecc Anche qui, il suolo lavico riesce a fare la differenza, regalando caratteristiche di tipicit ai vini. Per lEtna, con le sue attivit parossistiche frequenti che si ripetono quasi costantemente negli anni e con le emissioni di magma e ceneri che hanno propriet chimico-fisiche spesso differenti. Perch, sommariamente, queste, si diversificano anche in funzione da quale dei condotti del vulcano risale il magma (centrale, eccentrico, laterale). In buona sintesi, il suolo dove viene coltivata la vite nelle pendici del parco dellEtna ha una marcia in pi. Il terroir Etna come se fosse una fuori serie sempre accesa con la marcia in pi gi ingranata.
Sulle pendici nord del vulcano Etna a quota 650/700 metri s.l.m., nel comune di Castiglione si trova a la Tenuta delle Terre Nere. Il produttore, nonch agronomo/enologo Marco De Grazia conosce molte bene le condizioni particolari che offre il terroir Etna e le caratteristiche di tipicit che si ottengono dalle uve a dimora in questo suolo. Inoltre, con laltitudine, le escursioni termiche, ed aggiungendo gli scrupolosi lavori in vigna, in cantina, sommando anche la passione e lamore su quello su cui ci si pone, si possono ottenere dei grandi lavori (vini). Produce in tre cru: Guardiola, Calderara e Feudo di Mezzo, vini biologici certificati.
Nel bicchiere si presenta rosso rubino brillante e penetrabile. Entra al naso gentile ed aggraziato per nulla impetuoso regalando un immediato ed ampio ventaglio olfattivo tipico territorial-etneo molto intrigante. Odora di rose e acqua di rose con tratti mentolati. Sprigiona ciliegia con intrecci di sensazioni mineral-laviche spinte a galla da un sottofondo marino di alghe, acciuga sotto sale con ritorni di acqua di rose. Non ruffiano, elegante di suo! Pi sta nel bicchiere pi le sensazioni olfattive escono da esso. Mi regala anche un bel sorriso . Perch esce dal bicchiere come in una magia e come se fosse il cappello a cilindro di un mago, il profumo del bucato steso al vento e al sole. Ha un delicato profumo-erbaceo di foglia di gelso, noce moscata e alloro, sfumature delicate di piacevoli sentori eterei di smalti, prugna e un po di caramello. Pi si ascolta e pi intrigante!
In bocca si adagia come la seta e si apre con un bel tannino di grana fine, rarefatto e al cacao. E lungo, costante,minerale succulente. Viene sempre voglia di riadagiarlo sulle labbra, ma non si pu fare a meno di ripassarlo sotto al naso per cercare di esplorare nuove sensazioni.
@@@@@
( Fonte Maurizio Aguglia Wineblog )