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L’Erede di Dante contro il nuovo inceneritore in Valpolicella

I viticoltori preoccupati dal termovalorizzatore che si vorrebbe creare vicino a un cementificio


Valpolicella, lerede di Dante  contro il nuovo inceneritore


In trincea con i produttori di Amarone: il nostro Paradiso in pericolo


 


Sono 200 i produttori del Consorzio, tra cui c anche Pieralvise di Serego Alighieri, discendente di Dante 


FUMANE (Verona) Unincandescente controversia sta divampando da tempo nella regione Valpolicella, dove viticultori e produttori di vino si battono strenuamente per bloccare un ambizioso progetto industriale che prevede la costruzione di un inceneritore da collocare nel cuore stesso della valle, interamente popolata da vigneti. Si tratta in sostanza di un gigantesco camino (oltre 100 metri daltezza) che una ditta specializzata in cementi la Bossi Cement Flant intende erigere sopra la fornace del proprio cementificio, la cui sola funzione di incenerire quotidianamente, senza sosta, tonnellate di rifiuti dogni genere. Insomma, niente di meno e niente di pi di un conflitto a basso profilo tra lindustria, che vuole proseguire i suoi piani di sviluppo, e lecologia, decisa a mantenere il proprio impegno per un mondo migliore, pi sano e pulito.


 


Franco Allegrini, uno dei pi noti viticultori della zona, dalle cui cantine escono grandi quantit di Amarone destinate agli Stati Uniti e al Canada, decisamente contrario alla costruzione dellinceneritore: Val proprio la pena di investire 120 milioni di euro si chiede per innalzare un tal mostro di cemento alto 103 metri in un paesaggio idilliaco come il nostro? Certo, non incentiverebbe il turismo di tanta gente che, anche dallestero, viene ad ammirare le nostre vigne e ad acquistare i prodotti. Attualmente le analisi fatte dagli esperti non sono sufficienti per stabilire se dalla bocca del mostro pioveranno eventualmente fumi e sostanze nocive alle viti e allagricoltura in genere, ma gi fin dora possibile affermare che la costruzione avrebbe un impatto visivo totalmente negativo rispetto allambiente che la circonda. Dobbiamo pure riconoscere che i nostri Comuni, sensibili ai richiami dellecologia, sono stati fra i primi ad adeguarsi alle esigenze della raccolta differenziata dei rifiuti mentre le automobili venivano via via dotate di motori catalitici. I progetti industriali vanno realizzati in luoghi scarsamente abitati, ma non qui dove diecimila famiglie vivono esclusivamente dei prodotti naturali come luva. Sono comunque in tanti a ritenere che il territorio dove nasce e matura il Valpolicella Classico sia la contrada pi ricca dellintero Nord-Est, apparentemente inarrestabile nella sua corsa verso traguardi sempre nuovi di prosperit: anche se i pi anziani non si astengono dal ricordare gli anni magri dopo la seconda guerra mondiale quando gli uomini facevano parte della bassa manovalanza allestero, in Germania o in Svizzera. Oggi ognuno proprietario del suo piccolo podere e della propria casa. Laffitto una parola sconosciuta.



 


E nessuno si sognerebbe mai di negare che questa agiatezza socio- economica in gran parte dovuta alla superba qualit dei vini (soprattutto del Re Amarone) che fin dai primi anni Sessanta si sono imposti sui mercati internazionali, stabilendo una tabella di marcia che altri prodotti non erano in grado di seguire. Con le sue case fondate sulla roccia, la Valpolicella ha un incanto tutto particolare, come spiega Stefano Lorenzetto nella commossa prefazione al libro di Fulvio Roiter annotando quanto sia diversa e pi povera e dimessa la vicina Valpantena che il Creatore ha diviso dalla prima con una ditata tracciata verticalmente sulla terra informe. Oltre che di vigne, infatti ricca di ville, chiese, acquedotti, castelli e ruderi che ti rimandano continuamente al passato remoto. Non desta quindi sorpresa trovarsi al cospetto di un discendente del Ghibellin fuggiasco Dante Alighieri che, cacciato da Firenze, venne esiliato a Verona, dove suo figlio Pietro mise le radici acquistando, nel 1353, un casolare in localit SantAmbrogio di Valpolicella, poco distante dalla citt scaligera. Fu cos che per venti generazioni gli eredi del sommo poeta si dedicarono alla coltivazione delle vigne piuttosto che a quella dei sonetti e delle terzine. Oggi il conte Pieralvise di Serego Alighieri un amabilissimo, elegante signore coi capelli e il baffo leggermente canuti emi riceve nella sua magione rurale di Gargagnago che subito dopo la vendemmia invasa dal profumo di migliaia di grappoli messi a riposo prima di trasformarsi, sotto il torchio, in nettare per gli dei. Ma anche per lui questi sono momenti difficili ed stato costretto a rinunciare agli ozi del gentiluomo di campagna. Insieme a Luca Sartori, presidente del Consorzio che raggruppa 200 produttori di Valpolicella Classico, ha deciso di entrare nella contesa e di schierarsi tra coloro che avversano il progetto industriale culminante nella costruzione dellinceneritore, che minaccerebbe lequilibrio ecologico e la situazione delle quattro valli. Quando gli ho ricordato il titolo di un articolo del giornalista inglese John Philips dove con un pizzico dironia si afferma che i discendenti di Dante stavano per affrontare un nuovo inferno Pieralvise replic ridimensionando rapidamente la gravit dellaffermazione con una battuta: Piuttosto che di inferno bisognerebbe parlare della Valpolicella come di un paradiso in pericolo: perch questa davvero una zona paradisiaca e sarebbe davvero da masochisti da parte nostra rovinare limmagine.


 


Ma mentre esultano per gli otto milioni e mezzo di bottiglie di vino Doc che la Valpolicella in grado di schierare ogni anno sui mercati internazionali, i vignaioli si chiedono preoccupati quali conseguenze potr avere sul microclima dei cinque ComuniFumane, SantAmbrogio, Negrr, San Pietro in Cariano e Maranolincenerimento annuo di circa 180 mila tonnellate di rifiuti. Siamo a una volta storica taglia corto Daniele Todesco, capogruppo dellAssociazione Valpolicella 2000, rivelando che la Cementirossi ha chiesto alla Regione Veneto lautorizzazione ad aprire una nuova cava di marna in una collina ancora intatta: o si chiude il cementificio o accettiamo il progetto industriale e buonanotte. Materiale ricco di calcare con cui si fa il cemento, la marna viene ora stivata nei silos alti poco pi di 30 metri che sorgono accanto alla fornace dellazienda: in attesa di essere umiliati dalla canna fumaria che svetter in alto, sopra di loro, e li cosparger di saliva. La storia della battaglia ecologica ha un suo eroe che ha ora 82 anni e vive appartato con la moglie, Tiziano Faccioli. Esile, i capelli radi ravviati sulla nuca, si professa solidale con i pi giovani amici che, insieme a lui, si oppongono a nuovi scavi nella montagna. Ricorda di aver comprato nei primi anni Ottanta un terreno a un prezzo esorbitante solo per evitare che le scavatrici aggredissero i fianchi rocciosi delle colline. Oraaggiunge ci pensa mio figlio Federico a portare avanti la lotta contro la Cementirossi e i suoi programmi industriali. Approdato qui durante la guerra dopo che i tedeschi lo avevano brutalmente sloggiato dalla propria casa, ha finito con linnamorarsi di questa terra. Ma allora ricorda non cerano vigne, il primo vigneto lho piantato io e n venuto fuori il miglior Recioto di tutta la Valpolicella. Qui venivano i salesiani a prendere il vino per la messa. Altri tempi. Se vincer il cemento, a Fumane e nei comuni vicini cambier tutto. Spero che la Regione ci aiuti, ma non so come la pensino a Verona. Per non c alternativa. Il cementificio deve essere chiuso. Al pi presto. I frequenti scambi di documenti e lettere fra lIndustria Cementi Giovanni Rossi (SpA) e il Consorzio Tutela Vino Valpolicella – fondato nel 1970 – confermano che si affida al dialogo lunica possibilit di soluzione della vertenza, anche se finora nessuno dei due sembra disposto a fare concessioni. Il dinamico ingegnere Pierandrea Fiorentini, responsabile delle implicazioni ambientali della Cementirossi, che ci ha fatto visitare gli impianti, ritiene indispensabile la costruzione del gigantesco camino eretto sopra la fornace che – assicura – con temperature fino a duemila gradi centigradi potr ridurre in cenere valanghe di rifiuti industriali. Stessa certezza e fiducia albergano nel cuore del suo pi stretto collaboratore, lingegnere sardo Giuseppe Fais, direttore tecnico dellimpresa, che sollecita lincontro con la controparte nei locali della cementeria: anche lui convinto che il progetto di ampliamento del complesso industriale di Fumane non avr conseguenze negative sulla comunit locale. Per lamico Mimmo che ci ha fatto da autista e cicerone scorazzandoci in giro per le valli, non possibile che la fonte di calore sprigionata eventualmente dallalto della canna non abbia un impatto determinante sulle condizioni atmosferiche provocando alterazioni in un clima unico e raro che finora ha incoraggiato il turismo e assecondato la maturazione regale dellAmarone.


 


 Tuttavia il presidente del Consorzio Valpolicella costretto ad ammettere che nel nostro vino non mai stata riscontrata la presenza di sostanze nocive, che, anzi, negli ultimi anni ha riscosso un crescente successo sui mercati italiani e internazionali e, infine, che la presenza del cementificio non ha influito minimamente sulla qualit del prodotto . Dovessi trarre una conclusione da questa breve gita a Valpolicella direi che tutti, ma proprio tuttiintellettuali, operai, sindacalisti, contadini, albergatori, artigianihanno unaspirazione comune: di lasciare ai propri figli quellincanto quasi impalpabile ma reale delle valli che hanno avuto in eredit dai propri genitori. Aspirazione che esprime succintamente un giovane, zazzeruto produttore ma gi padre di famiglia che ogni giorno fa una lunga passeggiata a piedi per accompagnare a scuola i suoi bimbi: Vorrei che avessero tutto quello che ho avuto io. E non poco. Ho conosciuto pure una signora che mi parsa completamente appagata dalla propria esistenza, Mariella Gini: laureata in archeologia, ha preferito dedicarsi a tempo pieno ai 27 ettari del suo vigneto, delimitato allorizzonte da una quinta rada di cipressi. Ci venuta nel 92 coi suoi due figli e non se n pi andata. Pare sia stata trattenuta dal vento che qui – ha lasciato scritto in un lieve opuscolo – ha cadenze leggere. Ho avuto poco tempo a disposizione per fare il turista. Un salto alla Villa della Torre dove si resta sgomenti davanti agli stupendi cani feroci sbalzati nella pietra sopra la bocca dei caminetti. Ne ho potuto rinunciare allincanto di San Giorgio Ingannapoltron e ammirare, dallalto del chiostro, la vallata sottostante, che tutta una vigna. Una non piccola emozione ho provato inoltre passando accanto a una villa austera con tutte le finestre chiuse, avvolta nel silenzio: la casa deiMontecchi, mi viene in soccorso Mimmo evocando la tragedia di Shakespeare, la casa di Romeo.


 


( Fonte Corriere )


 


 


Sito : http://www.salvalpolicella.it/


 


 


Annotazioni di Winetaste


 


Una storia che si ripete in ogni angolo di paradiso italiano ? Vedi ai links:


https://www.winetaste.it/ita/anteprima.php?id=4892


https://www.winetaste.it/ita/anteprima.php?id=4751


 


Ma in Italia siamo proprio stupidi e masochisti o che altro ?? Ma nessuno, di questi personaggi che occupano poltrone importanti, che pensi ai propri figli ed ai propri nipoti ?


Tutti singol e stupidi ??


Roberto Gatti


18-08-2009

Roberto Gatti

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali: » Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente ); >>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino >>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest >>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge ed ai maggiori concorsi italiani.

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