PORTOGRUARO – Sparizione delle lepri al centro dell’attenzione dei cacciatori.
Dai dati Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) la zona più colpita del Veneziano sarebbe proprio il Portogruarese. Ma dopo l’incontro studio tenuto a San Donà dall’agronomo Lanfranco Donantoni, con la partecipazione di oltre 80 dirigenti e presidenti di sezioni comunali di Federaccia si è deciso di approfondire la materia, prima con un seminario studio e poi con un convegno a livello provinciale.
Il problema è serio, molto serio, la lepre infatti è tradizionalmente la preda d’elezione per chi caccia nell’entroterra portogruarese. «Il Veneziano – spiega Luciano Babbo, presidente vicario provinciale dei cacciatori – era considerato la provincia vocata per la caccia alle lepre, ma ora è andata in sofferenza. Dei quattro ambiti in cui è divisa la provincia si salva solo il Cavarzerano. Va male nell’ambito centrale di Mestre e in quello del Sandonatese, va malissimo nell’Ambito 1 di Portogruaro: qui la lepre sembra proprio in via d’estinzione».
Eppure il Portogruarese è famosa per la sua natura maggiormente rispettata e per i suoi vini doc. «E sono proprio i i nuovi sistemi di coltivazione della vite i primi nemici della lepre. Fino a 15 anni fa i filari della vite erano distanziati tra loro e le singole piante di 4 metri, ora invece l’impianto è molto ravvicinato, oltre che basso. Per poter essere produttivo è necessario tenere pulito e fresare continuamente l’erba. Così facendo si fa strage dei piccoli appena nati. Quelli che restano vengono poi tolti di mezzo dalla poiana, rapace appostato che ha la vista libera per individuare i sopravvissuti. Ci sono poi le solite sostanze chimiche ed infine i potatori dell’Est europeo, che riempiono la zona in cui operano di lacci: una caccia alla lepre vietatissima».
( Fonte www.gazzettino.it )