Giovan Giuseppe di Costanzo, epatologo, primario del reparto di Epatologia e Unità Pancreas del Cardarelli, non usa giri di parole. L’adolescente che fa uso abituale di dosi elevate di alcolici, avverte, in dieci, al massimo quindici anni avrà il fegato afflitto da una malattia epatica cronica.
Dottore quali danni provoca al fegato di un adolescente l’assunzione di dosi elevate di alcol?
«Il consumo abituale può determinare l’instaurarsi di una malattia epatica cronica. Più frequentemente nelle donne che hanno una ridotta capacità di metabolizzare l’alcol».
Quali sono le patologie più frequenti?
«Il danno può andare dalla semplice steatosi, vale a dire accumulo di grasso nel fegato fino ad arrivare, dopo un consumo protratto per oltre dieci anni anche, in cirrosi».
Che cos’è la cirrosi?
«È un processo degenerativo del fegato, che è rappresentato dalla formazione di cicatrici e noduli all’interno dell’organo che ne altera il funzionamento».
Esistono «aggravanti» che facilitano l’insorgere della malattia?
«Certo. La presenza di cofattori. Quello più importante è sicuramente l’eccesso di peso. Nelle persone che hanno già di per sé un accumulo di grasso nel fegato, anche dosi meno massicce di alcolico creano più rapidamente il problema».
Gli obesi dunque, sono a rischio maggiore?
«Proprio così».
Quali sono allora le dosi che creano danni?
«Per una persona in buono stato di salute la dose già potenzialmente tossica è di quaranta grammi al giorno per le donne e sessanta al giorno negli uomini. Per calcolare la quantità, l’esempio è riferito a un litro di vino di comune gradazione che equivale a ottanta grammi di alcol. Purtroppo già da qualche anno si stanno diffondendo nel nostro Paese abitudini di tipo americano o del nord Europa col consumo, soprattutto tra gli adolescenti, nel fine settimana di bevande alcoliche, come birra, vodka e cocktail di varia natura».
Un’indagine sul tema sostiene che solo un ragazzo su cinque non consuma alcolici. Lo sapeva?
«Sì. Il 15 per cento dei ragazzi di 14 anni già fa consumo eccessivo di alcolici».
Nel suo reparto al Cardarelli arrivano giovani con problemi gravi a fegato scaturiti dall’uso di alcol?
«Sì, ma hanno tra i venti e i trenta anni. Si tratta di giovani che hanno cominciato a bere dieci anni prima ed adesso hanno già gravi patologie del fegato. Al Cardarelli arrivano anche molti giovani in coma etilico. Ma vanno gestiti in altri reparti».
Quali sono i dati campani sulle malattie del fegato?
«La nostra regione detiene il primo posto per mortalità per malattie di fegato, maglia nera anche per mortalità per tumore al fegato che è, spesso, una conseguenza della malattia cronica dell’organo. Ed è, ancora, al primo posto per obesità femminile. Come detto all’inizio l’alcol nelle giovani donne in sovrappeso crea molti più danni che in chi non ha chili di troppo».
( Fonte www.ilmattino.it )