Home News Le vigne di Agostinetto, un Prosecco che nasce dal filo spinato

Le vigne di Agostinetto, un Prosecco che nasce dal filo spinato

Ho conosciuto l’azienda Agostinetto molti anni fa, su segnalazione di un ristoratore, nonchè campione nazionale dei Sommelier Eddy Furlan, del ristorante la Panoramica di Nervesa della Battaglia, dove mi sono recato alcune volte a pranzo e cena con l’indimenticato Bertino Travagli, patron del Ristorante La Vecchia Chitarra di Ferrara, grande personaggio della ristorazione ferrarese degli anni ’70/80.

( Eddy Furlan è il terzo da dx )

 

Fatta questa lunga ma doverosa premessa posso aggiungere che già allora gli spumanti a base glera ( vitigno autocotono della zona di Valdobbiadene/Conegliano per la produzione del Prosecco ) di Daniele Agostinetto erano tra i migliori di tutto il comprensorio.

Buona lettura

Roberto Gatti

 

” I venti freddi che giungono dalle Dolomiti trovano nelle alture di Pianezze una barriera naturale invalicabile.

 

Faccio due premesse assolutamente personali alle quali non voglio attribuire alcuna pretesa didattica non essendo io un esperto di vino. La prima: credo che un bicchiere di prosecco rappresenti il miglior aperitivo al mondo, altro che spritz… Devo dire con la massima sincerità, però, che fatico ad utilizzare questa meraviglia veneta a tutto pasto: tende a stufarmi. Il che mi porta alla seconda considerazione: penso che ogni paragone tra prosecco e champagne sia priva di senso. E’ come comparare un’adolescente alle prime armi con la vita ad una donna di gran charme: impossibile. Detto questo mi dedico ad uno dei miei prosecchi preferiti, quello prodotto dall’Azienda Agostinetto (via Piander 7, Saccol, Valdobbiadene, tel. 0423/972884). Siamo a Saccol, un incantevole borgo poco distante da Valdobbiadene, dove l’uomo da sempre lotta con la ripidezza delle colline per donar conforto alla vite.

 

Arrampicarsi tra i vigneti con Daniele Agostinetto, l’enologo di casa, è un’esperienza incomparabile. Dai suoi poderi si comprende cosa fa di questo vino un unicum al mondo: i venti freddi che giungono dalle Dolomiti trovano infatti nelle alture di Pianezze una barriera naturale invalicabile, e così i preziosi acini possono maturare al sole con una certa tranquillità. Quando gli austriaci sfondarono a Caporetto, Pietro, il nonno di Daniele, si trovò profugo con casa e campi requisiti. Immaginate l’apprensione: un’intera vita di sacrifici a rischio. Ed immaginate anche la sorpresa quando al suo ritorno trovò la casa in perfetto ordine e le terre per nulla danneggiate. Per riavviare l’attività raccolse un bel po’ di filo spinato che abbondava lì dove c’era il fronte e così anche oggi si possono ammirare alcune vecchie viti aggrappate a quel ferro che doveva trafiggere i nostri poveri soldati. Proprio queste piante, che hanno visto la storia scorrere tra le loro radici, oggi danno vita alla “Vigna del Baffo”, uno straordinario Extra Dry morbido e complesso. Ma è buonissimo pure il “Cartizze”, un prosecco in purezza vinificato in bianco con 30% di macerazione a freddo. Assolutamente da provare è poi il “Mondeserto”, un prosecco da meditazione ottenuto dopo sei mesi di appassimento delle uve su graticcio secondo un antico sistema di produzione, il cui nome rende omaggio alle rovine dell’omonimo castello situato nei pressi, sul Col Croset. Diceva Veronelli: «Io, quando assaggio un vino, sento tutto quello che è successo in quella terra dove è nato, tra quella gente che l’ha coltivato, in quelle mani che l’hanno toccato. Il vino vive di vita propria». Sono le emozioni che provo con i prosecchi Agostinetto.

 

( Fonte corrieredelveneto.corriere.it )