In autunno non cadono solo foglie e castagne ma anche i veli delle guide enogastronomiche.
Vini e ristoranti vengono messi a nudo dai recensori ma i loro giudizi sono ormai tenuti poco in considerazione dai gourmet. La maggior parte dei ristoranti che presentano quotazioni importanti sono quelli che lavorano meno in assoluto. Lo stesso è anche per i vini. Le aziende che hanno capito la necessità di stare al passo coi tempi mettendosi in competizione coi colleghi esteri e non con quelli sotto casa, hanno raggiunto numeri importanti e in questo momento rappresentano il fiore all’occhiello non solo dell’enologia bensì dell’economia italiana, ma non delle guide. Chi afferma che buono e tanto non possono stare insieme non tiene presente il giudizio del “popolo” che qualcosa deve pur capire. A Bologna uno dei ristoranti più frequentati dove quindi male non si mangia, nell’ultima guida appena uscita non è neppure menzionato. Anche per le aziende di vino è così, chi fa grandi vendite non è apprezzato dalla stampa. Le guide servono a fare un po’ di chiacchiericcio e io mi adeguo; considerato però anche il loro calo di vendite, la loro influenza commerciale è quasi nulla, insomma ‘non spostano’. Chi nei vini rincorre il profumo del cardamomo o del sandalo oppure presenta ricette con schiuma di mare, gambero rosso e anguria prende l’oscar dalla giuria, altri vini e piatti più semplici guadagnano l’oscar dal mercato. Prosit!
( Fonte blog.quotidiano.net )
Annotazioni a margine
Oggi piu’ che mai, le aziende italiane del vino ( ma anche i ristoranti….. )hanno bisogno di vendere e soprattutto di incassare ; quando mi trovo all’estero in estremo oriente, dove le potenzialità di espansione sono enormi , quando chiedo agli operatori del settore quale guida italiana loro tengano in considerazione per fare grossi acquisti di vino, sapete cosa mi rispondono ? Robert Parker….quindi Wine Advocate……solo e sempre lui, piaccia o non piaccia ma è cosi’ !
RG
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