Ispettorato | Report? Informazioni parziali e inesattezze
I dati della Repressione frodi, che il Gambero Rosso è in grado di anticipare, dicono che le irregolarità sui vini sono scese al 4% nel 2023. In lieve calo anche il valore dei sequestri, per 22 milioni di euro. Intervista al capo dipartimento Felice Assenza
In difficoltà per la congiuntura economica e sotto attacco sul fronte dell’immagine, il vino italiano ha dovuto difendersi da un altro colpo alla reputazione, dopo ben due puntate di Report nel giro di un mese e mezzo, viste ciascuna da 1,5 milioni di spettatori, in cui si è avuta l’impressione di un mondo in cui sia facile violare le regole. Ma è davvero così? Siamo di fronte a un segmento dell’agroalimentare italiano con così tante aree grigie? Il settimanale Tre Bicchieri ha provato a rispondere a questa domanda, facendo parlare i numeri, interpellando l’Ispettorato centrale per la tutela della qualità e la repressione delle frodi (Icqrf). L’ente, che fa capo al Masaf, è guidato da Felice Assenza che in questa intervista fa il punto sui controlli nel vitivinicolo. Un quadro da cui emerge, un po’ a sorpresa, un dato importante: nel 2023, il settore è stato più virtuoso rispetto all’anno precedente.
Irregolarità sui vini in calo al 4%
I dati provvisori, che il Gambero Rosso è in grado di anticipare, dicono che su quasi 18mila verifiche (tra ispezioni e controlli analitici), la percentuale di irregolarità ha superato il 13% per gli aspetti di etichettatura e di tenuta dei registri (era del 13,4% nel 2022), mentre solo il 4% ha riguardato gli esiti dei controlli analitici dei campioni prelevati, rispetto al 5,6% di un anno fa. Il valore dei prodotti illegali sequestrati supera i 22 milioni di euro, al di sotto dei 23,2 mln dell’anno precedente, con 30 notizie di reato (stabili sul 2022). Insomma, il vino resta il settore merceologico più controllato di tutto l’agroalimentare italiano, con circa un terzo di tutte le verifiche, ma è anche meno fraudolento, in un anno in cui proprio la scarsità del raccolto poteva indurre gli operatori a violare la legge.
Quanto pesano i controlli del vino sul totale agroalimentare?
Annualmente, pesano circa per il 30%. E riguardano le fasi di produzione e commercializzazione, con visite nelle aziende, esami dei registri telematici e dei documenti di trasporto e cantina, il prelievo di campioni e analisi di laboratorio, verifiche sulla produzione di uve. Il Ministro Lollobrigida ha fornito indicazioni per potenziare la sinergia tra l’Icqrf e gli altri organi di controllo, in particolare i Carabinieri del nucleo tutela agroalimentare, la Guardia di finanza e i Carabinieri forestali, che hanno portato al sequestro di prodotti irregolari e beni spesso anche risultato di proventi da parte di criminalità organizzata.
In anni difficili come il 2023, il sistema si presta a più frequenti situazioni irregolarità?
L’Italia, con circa 38 milioni di ettolitri vinificati, ha chiuso l’annata 2023 con una riduzione di oltre il 20% sul 2022. Il Dipartimento Icqrf programma annualmente le attività di controllo, dopo una fase di analisi del rischio che elabora i dati della nostra banca dati, quelli disponibili di altri organi e dei principali analisti di settore. La gestione dei registri telematici del vino ci consente di disporre di tutte le movimentazioni dei prodotti, del monitoraggio degli stoccaggi e di una banca dati importantissima per programmare le verifiche. Alcune regioni più di altre hanno subito l’impatto climatico della vendemmia 2023. In particolare, sia per Dop e Igp sia per i vini generici, i dati delle singole realtà regionali ci permettono di poter valutare scenari di controllo molto differenti.
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