Home Arrabbiature Le etichette con il trucco dei ‘finti’ vini italiani

Le etichette con il trucco dei ‘finti’ vini italiani

Uno scandalo a cui le nostre autorità devono immediatamente porre termine, in quanto in questo modo fraudolento ed ingannevole la qualità dei nostri vini viene definitivamente compromessa agli occhi dei consumatori stranieri.

Buona lettura

Roberto Gatti

 

Ci sono il Barbera prodotto in Romania e il Chianti made in California, ma anche il Kressecco tedesco, il Bordolino che viene imbottigliato in Argentina e persino wine kit canadesi che consentono di creare il vino in casa grazie all’utilizzo di polveri: è una vera e propria galleria degli orrori quella messa in mostra da Coldiretti Brescia a Provaglio d’Iseo (nel Bresciano) nell’ambito del convegno ‘Made in Italy dopo Expo 2015’.

Per la prima volta è stata organizzata una ‘sfida delle etichette’: i vini made in Italy doc sono stati messi a confronto con prodotti che di italiano hanno solo il nome e in molti casi nemmeno quello, ma vengono proposti alla clientela come eccellenze enologiche provenienti dai vigneti del nostro Paese.

Sono i cosiddetti prodotti ‘Italian sounding’, che giocano sulle assonanze con la lingua italiana per illudere i consumatori. “A fronte di questi tentativi di imitazione, il nostro territorio può vantare un Franciacorta che nel 2012 ha conquistato il premio Iwc Organic Trophy, ovvero è stato riconosciuto il vino biologico migliore del mondo, il vino Il Gobbio, scelto nel 2012 dal primo ministro giapponese Shinzo Abe per brindare alla vittoria elettorale, e altre perle di questo genere – spiega Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia – Il vino è da sempre un’eccellenza del nostro settore agroalimentare e di conseguenza è sempre più falsificato. Dall’inizio della crisi sono più che raddoppiate le frodi nel settore vinicolo e degli alcolici, con un incremento record del 102 per cento sul valore delle bottiglie sequestrate”

 

 

 

( Fonte http://milano.repubblica.it/ )