A Monterosso un festival dello sciachetrà a quarant’anni dall’istituzione della doc.
Cinque Terre – Riviera di Levante – Dal 30 agosto al 1 settembre, il borgo di Monterosso ospita la kermesse dedicata al vino che imbandisce le tavole dei re. Visite in cantina ed esperti a confronto per quello che viene definito come uno dei più celebri passiti italiani. Niente di più falso. Lo Sciachetrà è sconosciuto ai più, perché se nasce in un luogo turistico amato e osannato, è anche vero che le quantità prodotte e il costo elevato, ne fanno una riserva per pochi gourmand.
Si tratta di un vino passito che rientra nella doc Cinque Terre dal 1973 e che è da sempre accompagnato dal fascino proprio delle sue straordinarie caratteristiche organolettiche, nonché dalla sua lunga e delicata lavorazione.
Partiamo dai miti da sfatare. Ormai è chiamato e commercializzato dai più come “Sciacchetrà”, ma si tratta di un errore frutto di trascrizioni ed abitudini. Ma il dialetto ligure non riporta quasi mai consonanti doppie, men che mai in questo caso. Sono i termini “sciac” e “trac” ad aver dato – molto probabilmente – il nome a questa perla dell’enologia italiana. “Schiacciare” e “tirare”: gesti del rito della pigiatura che segue all’appassimento delle uve.
Il desiderio di accendere i riflettori su una produzione che non solo qualifica l’offerta enologica delle Cinque Terre, ma contribuisce a conservare un pezzo importante di tradizioni e cultura ligure, nonché a tutelare un paesaggio nominato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, ha fatto nascere il progetto del Festival del passito delle Cinque Terre.
Un weekend per poter fare il punto della situazione e tastare il polso ad una produzione che è anche simbolo di tradizioni e di un territorio unico nel suo genere, assieme a giornalisti di settore e tecnici, attraverso riflessioni e degustazioni guidate.
Un progetto che nasce, non a caso, al compimento dei 40 anni di una doc che ritrova nello Sciachetrà la sua massima espressione. L’obiettivo: dar vita ad una sorta di Osservatorio Permanente che si riproponga annualmente con incontri mirati ed anche pubblici, che possa trasformarsi in un Consorzio unito che rappresenti le Cinque Terre sul mercato. L’iniziativa è promossa dall’Associazione Culturale “Amici delle Cinque Terre”, dal Parco Nazionale delle Cinque Terre, dai Comuni di Monterosso al mare, Riomaggiore e Vernazza.
A sostenerla la Cassa di Risparmio e la Fondazione della Cassa di Risparmio di La Spezia, la Camera di Commercio di La Spezia e la Società Aeroporti di Roma.
I numeri. Il vigneto Cinque Terre non supera i 100 ettari totali, nella quasi totalità destinati alle tre varietà contemplate nella doc: Albarola, Bosco e Vermentino.
( Per un approfondimento sul vitigno albarola consiglio una lettura al link : https://www.winetaste.it/albarola-vitigno-tanto-sconosciuto-quanto-interessante/ )
“A quarant’anni dall’istituzione della doc Cinque Terre era tempo di progettare con più forza il futuro, dapprima costruendo un appuntamento annuale dedicato alla nostra produzione simbolo che è lo Sciachetrà, poi tentando di unire tutti i produttori in un Consorzio che ci dia più forza nei confronti del mercato” – racconta Luigi Grillo, produttore e presidente dell’Associazione “Amici delle Cinque Terre”.
“I tempi sono maturi per ricordare, sia ai consumatori che alle istituzioni, quanto prezioso sia il lavoro dei piccoli produttori nella tutela e nella valorizzazione di un territorio tanto bello quanto delicato”.
La prima edizione del Festival prenderà il via venerdì 30 agosto con una visita guidata alle cantine locali e l’accoglienza dei giornalisti e degli esperti. Seguirà il sabato un convegno dedicato allo Sciachetrà ed una degustazione guidata al Molo dei pescatori a Monterosso al mare. Domenica 1° settembre – invece – i produttori e le istituzioni si daranno appuntamento all’Azienda Agraria Buranco al fine di avviare un progetto che porti alla nascita di un consorzio territoriale.
( Fonte www.cittadellaspezia.com )