Confronto tra una dozzina di Sauvignon italiani e stranieri. Il bianco di Ca’ Bolani della Zonin convince una giuria di esperti
La tecnica è quella della degustazione alla cieca, blind tasting in inglese. Si mettono a confronto i vini senza conoscerne etichetta e provenienza, quindi liberi da ogni condizionamento. È sempre un’incognita per un produttore accettare, se non addirittura organizzare, questo tipo di sfide. Nessuno sa quali sorprese ne possano scaturire. Ma Francesco Zonin, vicepresidente delle Cantine di famiglia, non ha avuto dubbi. Nella tenuta friulana di Ca’ Bolani, vicino ad Aquileia, ha radunato undici tra giornalisti ed esperti di vino, quasi tutti veneti e friulani ma con illustri presenze anche dalla Toscana. Ha versato nei loro bicchieri dodici tipi di Sauvignon, friulani ma anche stranieri. Tra i primi l’Aquilis, un bianco di cui in azienda sono piuttosto orgogliosi (e i risultati danno loro ragione) giunto quest’anno alla quarta vendemmia.
Il verdetto finale ha visto al primo posto il bianco di Magnàs, azienda di Cormons. nella doc Friuli Isonzo, con 88 punti; al secondo posto il Ronco delle Mele, Sauvignon di Venica, con 86 punti e al terzo posto, appunto, l’Aquilis di Ca’ Bolani, con 85 punti. Un altro bianco isontino, quello di Lis Neris, s’è classificato al quarto posto, distaccato solo di mezzo punto dal terzo. È stata una sfida che s’è giocata testa a testa, con piccoli distacchi, visto che nell’arco di un punto e mezzo sono ricompresi una mezza dozzina degli altri Sauvignon. Tra i vini in degustazione anche il francese Sancerre blanc di Franck Millet (che è arrivato ultimo nelle preferenze) e il cileno Valle de Leyda di Montes Wines.
Francesco Zonin ha subito girato il merito del successo al fratello Domenico, che segue da vicino la produzione e in particolare ha curato la nascita di questo Sauvignon. Marco Rabino, direttore di Ca’ Bolani, e Stefano Ferrante, a capo dei winemaker della Zonin, hanno spiegato che Aquilis è prodotto in 10.800 bottiglie (vendute tutte entro Natale) ed è ottenuto da tre vigneti che occupano 40 ettari dei 600 sui quali si estende la tenuta. Nel 2010 si era partiti con metà bottiglie, 5.500, ma il successo del vino è stato tale che mano a mano la produzione si è ampliata.
( Fonte www.ilgiornaledivicenza.it )